Molto volentieri pubblico una lettera, tratta dal Corriere della Sera, di una appassionata ciclista di Roma, amica di VediROMAinbici, che ben esprime la filosofia di vita di chi va in bici, soprattutto di chi usa la bicicletta in una grande città, Roma, che non è certo amica delle biciclette.
La riproduco perchè nella foto risulta troppo piccola e faticosa da leggere.
Caro Conti,
rispondo alla lettera di domenica 6 novembre. Chi scrive ha ragione ad avercela con i ciclisti che sfrecciano a tutta velocità, incurante dei bambini, carrozzine e cani. I "galli cedroni" così li chiamò Maria Laura Rodotà, fasciati in assurde tutine multicolori pietosamente ridicole, corrono come pazzi incuranti dei pericoli che rappresentano... Chiedo ai variopinti e svolazzanti galli cedroni: "Perchè se avvertite questo impellente bisogno di correre non andate in luoghi adatti? Basta cercarli su internet, ce ne sono tanti". Amo la bicicletta fin da piccola, a Roma giro sempre in bici, la uso sia per andare a lavoro che per divertimento. E' il mio antistress naturale: una bella pedalata mi libera dalle preoccupazioni e dai problemi. Pedalando infatti produciamo ormoni chiamati endorfine, importanti per godere buona salute fisica e benessere mentale. Signore o signora che hai scritto la lettera, della quale condivido tutto, ti vorrei però dire che noi ciclisti non siamo tutti così. Ci siamo anche noi, gentili, garbati, rispettosi delle regole: andiamo in bicicletta perchè ci piace e il nostro piacere ciclabile sarà sempre rispettoso nei confronti degli altri, umani e pelosi vari.
Maurizia Benedetti
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