sabato 9 ottobre 2021

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova la fontana / sarcofago che vedi sotto.


Nella foto di ieri la chiesa di Sant'Ignazio di Antiochia allo Statuario.

Costruita fra il 7 ottobre 1956 e il 1957 su progetto dell’arch. Tullio Rossi[1], consacrata il 12 ottobre 1957. E’ sede parrocchiale dal 1952 (territorio desunto da San Tarcisio al Quarto Miglio). Sulla facciata la statua di Cristo Redentore, sulla sinistra massiccia torre campanaria. L’interno è a pianta longitudinale con abside e tre cappelle sulla sinistra. Nell’abside mosaico con la Vergine in trono con il Bambino e sant’Ignazio nelle vesti episcopali mentre un angelo gli consegna la palma del martirio, opera di Gilda Nagni e Franco d’Urso. La Via Crucis è di Alessandro Monteleone[2]. Sull’altare maggiore si trova il Crocifisso in bronzo su croce di legno di Francesco Nagni. Ha ricevuto la visita di Giovanni XXIII nel 1963 e di Giovanni Paolo II nel 1980.

     Nei locali della parrocchia si riunisce la Statuario Band, orchestra di fiati di 40 elementi. Nasce dall’omonima associazione musicale senza fini di lucro.

     Ignazio di Antiochia (35-107 circa) vescovo e teologo siro. E’ venerato come santo dalla chiesa ortodossa e quella cattolica, è annoverato tra i padri della chiesa, successore di Pietro come vescovo di Antiochia in Siria, terza città del mondo antico mediterraneo. Le sue reliquie sono nella basilica di San Clemente a Roma. Una parte del cranio è in questa chiesa, portata in processione il 27 aprile 1958 dalla chiesa del Gesù. La reliquia è posta nell’altare maggiore. Subì il martirio sbranato dai leoni.

 



[1] Tullio Rossi. (Roma 1903 – Milano 1997) Dopo la laurea in architettura lavorò nello studio di Busiri Vici, collaborò nel restauro di villa Spada, progettò ville a Forte dei Marmi, a Cortina, il comprensorio di Calamoresca a Porto Santo Stefano. Vinse il concorso per il restauro di Ponte Vecchio a Firenze. Redasse il piano paesistico dell’Olgiata e numerose ville in quel comprensorio tra il 1960 e il 1963. Realizzò circa 50 chiese a Roma come architetto della Pontificia Opera Nuove Chiese, tra queste la Natività di via Gallia, San Tarcisio al Quarto Miglio nel 1939, San Giovanni Battista de Rossi nel 1940, Santa Maria della Fiducia a Finocchio nel 1940, Santa Maria delle Grazie a via Angelo Emo, San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni d'Italia alla circonvallazione Gianicolense, Regina Pacis a Monteverde Vecchio, Santa Galla alla circonvallazione Ostiense, Sant'Emerenziana al quartiere Trieste, di Santa Maria Assunta in via Capraia al Tufello ma è anche la parrocchia del complesso Icp Vigne Nuove, la chiesa di Santa Maria Causa Nostra Letiziae in piazza Siderera al Villaggio Breda, sulla Casilina, altezza Grotte Celoni (da Irene de Guttry, cit. e casa della architettura.it). Di ben diverso tenore è la chiesa di Santa Maria Goretti nella via omonima al quartiere Trieste del 1956.

[2] Alessandro Monteleone. (Taurianova, Reggio Calabria 1897 - Roma 1967) principalmente scultore, titolare della cattedra di scultura all'Accademia di Roma. Con Nagni ha realizzato una delle porte di San Pietro. Ha lavorato nella chiesa di Don Bosco a Roma oltre che in questa di Sant’Ignazio di Antiochia.


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