sai come si chiama e dove si trova la fontana / sarcofago che vedi sotto.
Nella foto di ieri la chiesa di Sant'Ignazio di Antiochia allo Statuario.
Costruita fra il 7 ottobre 1956 e
il 1957 su progetto dell’arch. Tullio Rossi[1],
consacrata il 12 ottobre 1957. E’ sede parrocchiale dal 1952 (territorio
desunto da San Tarcisio al Quarto Miglio). Sulla facciata la statua di Cristo Redentore,
sulla sinistra massiccia torre campanaria. L’interno è a pianta longitudinale
con abside e tre cappelle sulla sinistra. Nell’abside mosaico con la Vergine in
trono con il Bambino e sant’Ignazio nelle vesti episcopali mentre un angelo gli
consegna la palma del martirio, opera di Gilda Nagni e Franco d’Urso. La Via
Crucis è di Alessandro Monteleone[2].
Sull’altare maggiore si trova il Crocifisso in bronzo su croce di legno di
Francesco Nagni. Ha ricevuto la visita di Giovanni XXIII nel 1963 e di Giovanni
Paolo II nel 1980.
Nei locali della parrocchia si riunisce la
Statuario Band, orchestra di fiati di 40 elementi. Nasce dall’omonima
associazione musicale senza fini di lucro.
Ignazio di Antiochia (35-107 circa)
vescovo e teologo siro. E’ venerato come santo dalla chiesa ortodossa e quella
cattolica, è annoverato tra i padri della chiesa, successore di Pietro come
vescovo di Antiochia in Siria, terza città del mondo antico mediterraneo. Le
sue reliquie sono nella basilica di San Clemente a Roma. Una parte del cranio è
in questa chiesa, portata in processione il 27 aprile 1958 dalla chiesa del
Gesù. La reliquia è posta nell’altare maggiore. Subì il martirio sbranato dai
leoni.
[1] Tullio Rossi. (Roma 1903 – Milano 1997) Dopo la laurea in
architettura lavorò nello studio di Busiri Vici, collaborò nel restauro di villa
Spada, progettò ville a Forte dei Marmi, a Cortina, il comprensorio di
Calamoresca a Porto Santo Stefano. Vinse il concorso per il restauro di Ponte
Vecchio a Firenze. Redasse il piano paesistico dell’Olgiata e numerose ville in
quel comprensorio tra il 1960 e il 1963. Realizzò circa 50 chiese a Roma come
architetto della Pontificia Opera Nuove Chiese, tra queste la Natività di via
Gallia, San Tarcisio al Quarto Miglio nel 1939, San Giovanni Battista de Rossi
nel 1940, Santa Maria della Fiducia a Finocchio nel 1940, Santa Maria delle
Grazie a via Angelo Emo, San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni
d'Italia alla circonvallazione Gianicolense, Regina Pacis a Monteverde Vecchio,
Santa Galla alla circonvallazione Ostiense, Sant'Emerenziana al quartiere
Trieste, di Santa Maria Assunta in via Capraia al Tufello ma è anche la
parrocchia del complesso Icp Vigne Nuove, la chiesa di Santa Maria Causa Nostra
Letiziae in piazza Siderera al Villaggio Breda, sulla Casilina, altezza Grotte
Celoni (da Irene de Guttry, cit. e casa della architettura.it). Di ben diverso
tenore è la chiesa di Santa Maria Goretti nella via omonima al quartiere
Trieste del 1956.
[2] Alessandro Monteleone. (Taurianova, Reggio Calabria 1897 - Roma
1967) principalmente scultore, titolare della cattedra di scultura
all'Accademia di Roma. Con Nagni ha realizzato una delle porte di San Pietro.
Ha lavorato nella chiesa di Don Bosco a Roma oltre che in questa di
Sant’Ignazio di Antiochia.
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