Anche se non è molto che manchiamo dalla chiesa di San Pietro in Vincoli, è il caso che torniamo a farci un salto, in questi ultimi giorni è terminata la pulizia delle superfici (sotto la supervisione della soprintendenza) della famosissima statua presente in tutti i libri di storia dell'arte. Che bello! Roma, non basta una vita!
Il monumento doveva essere solo una parte del sepolcro di papa Giulio II. Ecco una riduzione in modeste proporzioni
dell'opera colossale ordinata dal pontefice nel 1513 e concepita dall'artista
che vi attese per tre anni e ne fu stornato, con suo grande disdegno, da Leone
X (la definì la tragedia della sepoltura). Altre sculture destinate al
monumento sono i Prigioni che si trovano tra Firenze e Parigi. Grandeggia in
basso la statua seduta di Mosè che sceso dal Sinai contempla sdegnoso gli Ebrei
idolatri. Lo sguardo terribile, la posa solenne, la gran barba biblica, danno a
questa figura una grandiosità suprema. Le curiose corna sulla testa
rappresentano i raggi della "Divina Sapienza".Sul ginocchio si può
notare una lieve linea di frattura legata alla famosissima leggenda secondo la
quale Michelangelo avrebbe colpito la statua con un mazzuolo gridando:
"Perchè non parli?". Venne realizzata tra il 1514 e il 1516. Ai lati,
entro nicchie, le due belle statue di Lia e di Rachele (1542-45) simboli della
vita attiva e contemplativa, di Michelangelo che le fece ultimare da
Raffaellino da Montelupo. Le restanti parti del mausoleo sono di discepoli.
Significativa è la posa del pontefice rappresentato nell'atto di risorgere dal
sarcofago come per destarsi dal torpore della morte fisica.
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