Tra le opere che mi hanno più colpito "Sanguis Mantis" del 2001. Il titolo dell'opera fa riferimento al sangue dell'artista e alla mantide religiosa, insetto che divora il maschio della specie durante l'accoppiamento. Alla testa della mantide è ispirato l'elmo quasi cieco, con due antenne e due aperture laterali, parte dell'armatura in acciaio satinato indossata da Fabre. Nella sala, tavoli con pennelli e fogli di carta creano un labirinto. Un'infermiera prepara una serie di provette e inizia a prelevare a Fabre il sangue con cui scriverà manifesti sull'arte e la condizione dell'artista. Si tratta del culmine del lavoro dell'artista che fin dal 1978 realizza con il proprio sangue e della ricerca incessante sul proprio corpo e il superamento dei suoi limiti "il mio corpo è una sorta di laboratorio" dice l'artista fiammingo.
La locandina della mostra è tratta dal sito
fondazionemaxxi.it.
Jan Fabre è nato ad Anversa nel 1958, artista visivo e di performance, autore e sceneggiatore teatrale, è considerato uno dei più innovativi e versatili artisti contemporanei. Studia presso l'Accademia Reale di Belle Arti di Anversa, nel 1978 iniziala ricerca sul corpo, soprattutto attraverso performance, e ad usare il proprio sangue per creare opere. Nel 1980 inventa la Bic-Art, l'arte della penna biro, come alternativa all'arte dei grandi maestri del passato. Nel 1986 istituisce la compagnia teatrale Troubleyn. Affascinato dall'entomologia, negli anni si serve spesso di insetti per realizzare sculture e installazioni. Nel 2002 ricopre il soffitto del Royal Palace di Bruxelles di quasi due milioni di gusci di scarabei. Nel 2008 il Louvre gli dedica un'importante retrospettiva.
Nessun commento:
Posta un commento