Questa è una delle finestre che compaiono sulla facciata della chiesa dei Santi Apostoli nella omonima piazza a due passi da piazza Venezia. Siamo in uno stile barocco/classicista.
La chiesa venne eretta probabilmente da Pelagio I dopo la cacciata dei Goti (VI sec.)
restaurata da Martino V Colonna, Sisto IV Della Rovere e Pio IV Medici, fu
pressocchè rifatta da Francesco Fontana[1], figlio
di Carlo nel 1702-08, alla morte del quale fu portata a termine dal padre nel 1714. Disadorna
facciata neoclassica su disegno di Giuseppe Valadier[2] del
1827, ma non fedelmente attuato, altissima, ripartita da leggere lesene e con
un finestrone rettangolare nel mezzo. E' preceduta da un grande portico, opera
di Baccio Pontelli[3]
della fine del sec. XV che si distende con nove arcate su due ordini, il primo
a pilastri ottagonali con lo stemma Della Rovere nei capitelli e il secondo con
semicolonne ioniche contro i pilastri, formante loggiato continuo, questo fu
chiuso dal Rainaldi che vi inserì ricche finestre barocche e vi aggiunse la
balaustrata con le statue di Cristo e dei Dodici Apostoli.
Interno, lungo 63 metri, diviso in tre vaste
navate, presenta nella volta della navata centrale il luminoso affresco
"Il trionfo dell'ordine di San Francesco" del Baciccia del 1707. In
fondo alla navata sinistra il monumento di Clemente XIV Ganganelli, prima opera
romana di Antonio Canova con ai piedi del papa la mansuetudine e la modestia
(1789).
A sinistra della basilica si trova il palazzo dei Santi Apostoli, proprietà
della Santa Sede, progettato da Giuliano da Sangallo per Giuliano Della Rovere
poi papa Giulio II. Di fronte alla basilica si trova l'amplissima facciata
berniniana di palazzo Odescalchi,
che ha una fronte moderna sul Corso. Sul lato breve della piazza si trova il palazzo Balestra, già Muti, attribuito
a Mattia de Rossi (1644) con elegante cortile a portici, dove abitò e morì il
cardinale di York, ultimo degli Stuart. All'inizio della piazza, sulla destra
si trova il palazzo Colonna, risale ai tempi di Martino V Colonna (1417-31) ma
fu ricostruito nel 1730, in parte da Nicola Michetti. L'attuale edificio occupa
un intero isolato che si spinge fino a via della Pilotta dove - attraverso
quattro archetti - scavalca la via e giunge a villa Colonna sul Quirinale. Nel
palazzo è la celebre galleria Colonna, collezione tutt'ora privata che conserva
alcuni capolavori assoluti come: Narciso alla fonte di Jacopo Tintoretto,
Martirio di Sant'Emerenziana del Guercino, San Francesco orante e due angeli di
Guido Reni, l'Assunzione della Vergine di Rubens, il Mangiafagioli di
Bartolomeo Passerotti già attribuito a Annibale Carracci.
[1]
Francesco Fontana architetto e
ingengnere italiano figlio di Carlo (autore di San Marcello al Corso) ha
lavorato in numerose chiese romane: San Pietro in Vincoli, San Salvatore in
Lauro e al cortile del Belvedere in Vaticano.
[2]
Giuseppe Valadier architetto orafo e
argentiere italiano nato a Roma vissuto tra Settecento e Ottocento, principale
esponente del neoclassicismo romano. Suo il disegno di piazza del Popolo, il
duomo di Urbino, l'orologio sulla facciata di San Pietro, ha progettato il
rifacimento del teatro Valle e del teatro Tor di Nona.
[3]
Baccio Pontelli architetto, soprattutto militare ed
ebanista nativo di Firenze. Rocca di Ostia e chiesa di Sant'Aurea, rocca di
Senigallia, mura di Jesi, progetto della Cappella Sistina realizzata da
Giovannino De Dolci. Chiesa di San Pietro in Montorio.
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