Nella foto di ieri il teatro Argentina.
E' uno dei più antichi teatri delle città,
venne inaugurato il 31 gennaio del 1732 con la rappresentazione Berenice
composta da Domenico Sarro. Lo si deve all'arch. Girolamo Theodoli[1]
che lo eresse per conto della famiglia Cesarini che aveva un palazzetto e una
torre di loro proprietà nel sito in cui venne costruito il teatro, una parte
dell'edificio venne demolita, un'altra parte venne adibita a servizi con i
camerini.
Il teatro era costruito tutto in legno ad
esclusione delle mura e delle scale che erano in muratura, la sala era a ferro
di cavallo, la platea era in legno con 40 file di posti a sedere, i palchi
erano disposti in sei ordini, in tutto erano 186. Dalle testimonianze dei
viaggiatori a Roma questo teatro era considerato il maggiore di Roma. Nel 1830
venne ricostruito - tutto in muratura - da Pietro Camporese il Giovane[2],
mentre la facciata, l'atrio e il foyer sono dell'arch. Pietro Holl. Ancora
operarono nel teatro Gioacchino Ersoch[3]
nel 1887-88 e nel 1926 Marcello Piacentini[4].
Sulla facciata una grande scritta ricorda
che il teatro è consacrato alle muse Tersicore (protettrice della danza e
musica corale), Euterpe (musica) e Melpomene (tragedia). Nella mitologia greca
le nove muse erano figlie di Zeus e Mnemosine, la memoria.
Il teatro è celebre per aver ospitato la
prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini il 20
febbraio 1816. Fu un fiasco, mentre le repliche diedero il via ad un successo
intramontabile. Per la prima volta vennero rappresentate due opere di Verdi: I
due Foscari nel 1844, La battaglia di Legnano nel 1849.
Oggi il teatro Argentina ospita
rappresentazioni di prosa e musicali (operistiche e sinfoniche). La sua
gestione è affidata alla Fondazione Teatro di Roma che dipende dal comune di
Roma. Fanno parte della stessa gestione il teatro di Tor Bella Monaca, il
Teatro del Quarticciolo, il Teatro di Ostia, il Centro Culturale Elsa Morante a
Laurentino 38. La stagione estiva del teatro si tiene al teatro romano di Ostia
Antica.
Al piano terra è allestito il Centro Studi
del Teatro di Roma. Si compone di una biblioteca teatrale con 5.000 volumi, 230
cataloghi, 570 copioni, un archivio fotografico con 13.000 foto di scena e
1.000 manifesti o locandine, una mediateca con 650 video di teatro in diversi
formati.
[1] Girolamo Theodoli (1677 - 1766) architetto e nobile romano. Questa
è la sua opera più importante, gli si attribuiscono la chiesa di Santa Maria
dei Miracoli in piazza del Popolo, gemella di Santa Maria di Montesanto, quella
posta tra il Corso e via Ripetta, è suo il progetto anche per la chiesa dei
Santi Marcellino e Pietro al Laterano (tra via Merulana e via Labicana), da:
wikipedia in inglese. Palazzo Theodoli è in piazza del Parlamento (Basile).
[2] Pietro Camporese il Giovane (1792-1873)
è autore della ricostruzione della basilica di San Paolo fuori le Mura con il
Poletti, di palazzo Wedekind in piazza Colonna come sede delle poste
pontificie, dell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dell'istituto di
Belle Arti in via Ripetta. Fu patriota, subì l'esilio, dopo il 1870 consigliere
comunale a Roma. Il nonno - detto il Vecchio - è autore di Santa Maria in
Aquiro, di Santa Brigida a piazza Farnese, della facciata del Collegio
Germanico Ungarico in via della Scrofa e del duomo di Subiaco.
[3] Gioacchino Ersoch (Roma 1815 - 1902) architetto, funzionario del
Comune di Roma durante il dominio pontificio e dopo. Il padre era funzionario
pontificio di origini svizzere. Collaboratore di Poletti nel restauro di alcune
porte di Roma e nell'erezione della colonna dell'Immacolata Concezione in
piazza di Spagna (1855). Ristrutturò palazzo Fiano al Corso, durante questi lavori
emersero importanti resti dell'Ara Pacis. Il suo nome resta legato al Mattatoio
di Testaccio costruito tra il 1888 e il 1894. Suo il mercato del pesce in via
di San Teodoro poi autoparco comunale oggi Mercato a Km zero. Eresse
l'idrocronometro del Pincio, l'orologio si deve al padre domenicano Embriaco.
[4] Marcello Piacentini (Roma 1881 - 1960) l'architetto ufficiale del
regime fascista, a lui si deve la Città Universitaria e il piano generale del
quartiere E42 divenuto poi EUR. Sua l'apertura di via della Conciliazione, la
sistemazione del centro di Bergamo.
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