Uno dei punti più romantici di Roma. Lo conoscono gli intellettuali e gli amanti della città eterna. Questo è via Margutta, sede di studi di artisti dal Settecento, alle falde del Pincio, vicinissima alla sempre romantica piazza di Spagna e alla via degli antiquari: via del Babuino. Finalmente una buona notizia: è terminato il restauro
iniziato il 4 dicembre della fontana degli artisti, tali lavori sono stati resi possibili da una donazione di 10.000 euro del
Lions Club Roma. Sono state tolte le incrostazioni
calcaree, impermeabilizzate le vaschette.
Nel 1926 l’architetto romano Pietro
Lombardi[1] ebbe l’incarico
dal primo governatore di Roma Filippo Cremonesi[2] di realizzare
dieci fontanelle con i simboli dei rioni di Roma o le particolarità degli
stessi. Le fontane dovevano sorgere nei rioni: Monti, Sant’Eustachio, Campo
Marzio, Ripa, Trastevere e quartiere San Lorenzo. Inoltre tre dovevano sorgere
nel rione Borgo (a porta Angelica, porta Castello e piazza Scossacavalli).
Lombardi ne progettò molte di più, non
tutte vennero realizzate, due andarono distrutte: quella al Verano per il
bombardamento del 1943 e quella in piazza Scossacavalli (un abbeveratoio che
adattava una vasca del Maderno) per la realizzazione di via della
Conciliazione. Alcune sono addossate a costruzioni, altre sono libere nello
spazio, tutte sono in travertino.
Attualmente sono in funzione otto fontane:
-
fontana della Pigna, in piazza San Marco;
-
fontana dei Libri, in via degli Staderari;
-
fontana delle Palle di Cannone, in via di Porta
Castello;
-
fontana delle Tiare, al passetto di Borgo;
-
fontana della Botte, in via della Cisterna;
-
fontana del Timone, in lungotevere di Ripa
Grande;
-
fontana dei Monti, a via San Vito; la forma
allude ai tre colli del rione Monti: Esquilino, Viminale e Celio. Vicino si
trova l’Arco di Gallieno (262).
-
fontana delle Arti o degli Artisti, a via
Margutta con secchio, pennelli e cavalletto allude alle abitazioni e studi per
artisti presenti nella strada dalla fine del Cinquecento. I due mascheroni da
cui fuoriesce l’acqua, uno sorridente l’altro triste alludono all’alterna
vicenda della vita di qualunque artista.
L’architetto Pietro Lombardi, in
precedenza, aveva realizzato la fontana delle Anfore (1926) in
piazza di Testaccio nell’omonimo rione, tale fontana faceva riferimento al
monte dei Cocci, il luogo nel quale venivano gettate le anfore rotte sbarcate
dal porto tiberino.
[1] Pietro Lombardi. (Roma
1894-1984) Da guida rossa del Tci, pag. 889. Collaboratore di Armando Brasini e
Marcello Piacentini. Coautore con Vittorio Cafiero della caserma di viale
Romania (comando generale dell’Armadei Carabinieri), ha costruito diverse
palazzine ai Parioli e cappelle al Verano. Da: Claudio Rendina (a cura di)
Enciclopedia di Roma, Newton, 2005, vol. II, pag. 648. Diplomato architetto
all’Accademia di Belle Arti di Roma, fu architetto capo dell’isola di Rodi
quindi professore all’Accademia di Belle Arti di Roma per 11 anni. Ottenne
premi e riconoscimenti in numerosi concorsi ai quali partecipò. Realizzò
scenografie per i film come Quo Vadis? Da: www.casadellarchitettura.it.
[2] Filippo Cremonesi.
(Roma 1872-1942) banchiere e senatore del regno, sindaco di Roma dal giugno
1922 al marzo 1923, commissario straordinario di Roma quindi primo governatore
dall’ottobre 1925 al dicembre 1926, dal 1927 presidente dell’Istituto Nazionale
Luce, presidente della Croce Rossa dal 1928 al 1940.
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