Se amate Roma non perdetevi una visita a villa Aldobrandini restaurata. L’ingresso è da via Mazzarino 11, dal 1926
è proprietà dello Stato italiano. E’ un giardino pensile racchiuso da
muraglioni. Nel Novecento il palazzo e parte del giardino furono assegnati
all’Istituto Internazionale per l’Unificazione del Diritto Privato.
La storia di questa villa inizia nel 1566
quando monsignor Giulio Vitelli, originario di città di castello, acquistò una
vigna in località monte Magnanapoli. Secondo una schema diffuso nel Cinquecento
la villa comprendeva: il casino, il giardino segreto e un parco che arrivava
fino a palazzo Pallavicini Rospigliosi (ancora non esistente). L’architetto
Carlo Lambardi[1] vi fece lavori di restauro
e abbellimento come il portone d’ingresso ad angolo con via Panisperna. Nei
primissimi anni del Seicento la villa fu acquistata da papa Clemente VIII per
donarla al nipote Pietro Aldobrandini. Giacomo della Porta[2]
dotò il palazzo di scale e logge e di una facciata sul giardino. Il giardino
stesso fu arricchito con alberi di alto fusto in parte ancora esistenti,
statue, vasi, cippi, sedili, alcune fontane e una peschiera oggi non più
esistente.
Ai piani superiori era ospitata una
ricchissima collezione di opere d’arte lasciate in eredità da Lucrezia d’Este
duchessa d’Urbino. Vi erano quadri di Giovanni Bellini, Tiziano, Dosso Dossi,
della scuola veneta e ferrarese, oltre a Raffaello e ambiente romano. “Le nozze
aldobrandini”, pittura romana ad affresco, di epoca augustea, venute alla luce
all’Esquilino nel 1601 sono ora ai musei vaticani. La villa passò ai Pamphili e
ai Borghese che spostarono la collezione nelle proprie gallerie.
Tra il 1811 e il 1814 la villa fu sede del
governatore francese di Roma, con la restaurazione tornò agli Aldobrandini che
la tennero fino al 1926 quando passò allo Stato ormai ridotta per l’apertura di
via Nazionale. Negli anni Trenta Piacentini aggiunse un corpo neocinquecentesco
su via Panisperna. La scalinata di ingresso su via Mazzarino si deve a Cesare
Valle (1938).
E’ stata restituita alla cittadinanza, il 21 aprile
2016 in occasione del Natale di Roma, era chiusa dal 2013. Grazie ai fondi
Arcus, la società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo.
L’Arcus ha ripristinato l’impianto idrico delle fontane fermo da anni,
recuperato specie botaniche in via di estinsione, rinnovato gli arredi,
restaurato la pavimentazione e messo a norma gli affacci. La sovrintendenza è
interventua su marmi antichi, statue e fontane ora totalmente riqualificate.
[1] Carlo Lambardi o Lombardi autore della facciata di Santa Francesca
Romana, di palazzo Costaguti in piazza Mattei (dove si trova la fontana delle
Tartarughe) e di villa Aldobrandini.
[2] Giacomo della Porta (Genova 1533 - Roma 1602), architetto e
scultore, allievo e aiuto del Vignola, costruì la chiesa del Gesù a Roma, la
chiesa di Santa Maria ai Monti, la fontana di piazza Colonna, la fontana del
Tritone, la fontana delle Tartarughe in piazza Mattei, le fontane minori in
piazza Navona. E’ passato alla storia per aver realizzato la cupola di Michelangelo in San Pietro dopo la morte del grande
artista, sua la facciata di palazzo Altemps.
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