Made in Rome. Ai mercati di Traiano, dal 13 maggio al 20
novembre una mostra alle origini del concetto di “brand”. Il made in Roma
esisteva già nell’antichità. Vetri, piatti, lucerne, portavono impressi i
simboli distintivi dei produttori, le dettate alimentari venivano trasportate
in botti e anfore timbrate da impresari e commercianti, come purtroppo era in
uso anche con gli schiavi di marchiarli. A testimoniare tutto ciò una
interessante mostra ai Mercati di Traiano dal titolo “Made in Roma. Marchi di
produzione e di possesso nella società antica”. I reperti provengono da musei
italiani e internazionali, da Colonia, in Germania, da Aquileia, in Friuli,
città nella quale la mostra farà tappa. La mostra è nata da un’idea di Claudio
Parisi Presicce e curata da Lucrezia Ungaro, Marina Milella e Simone Pastor.
Nella prima sezione si illustra l’aspetto industriale del marchio, con i signa
di oficinatores (impresari) e di mercatores (commercianti) lasciati su diversi
prodotti, tra questi i bolli laterizi. Analizzandoli si è scoperto che 50 dei
150 nomi conosciuti di prorpietari di officine erano donne, protagoniste
dell’attività imprenditoriale e produttiva. La seconda sezione è dedicata
invece alla produzione e al commercio marittimo, con botti, anfore e marmi
segnati dai cavatori. Non mancano due approfondimenti sui medicamenta e sul
marchio di guerra, dove sono esposte alcune glandes (proiettili) su cui
spiccano i nomi dei produttori, ingiurie ai nemici.
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