I sotterranei vennero scoperti nel 1888, dopo la posa della prima pietra, vennero conservati e mantenuti agibili fino ad essere utilizzati come rifugi antiaerei nell'ultima guerra. Sabato 21 e domenica 22, come ogni fine settimana, il Polo Museale del Lazio apre al pubblico i sotterranei con resti archeologici di età traianea. Ci sono due appuntamenti alle ore 11 e alle ore 12, bisogna presentarsi mezz'ora prima all'ingresso principale.
Questa è veramente una novità per Roma.
Il MONUMENTO
A VITTORIO EMANUELE II, è detto anche VITTORIANO o ALTARE DELLA PATRIA.
Grandiosa mole dell’arch. Giuseppe
Sacconi, iniziato nel 1885 per celebrare il cinquantenario dell’unità nazionale
e inaugurato nel 1911. Il calcare di Botticino (Brescia) usato nella
costruzione, di un bianco freddo e abbagliante non si armonizza con la tinta
calda e dorata del travertino, la pietra dominante a Roma; né il monumento
riesce ad ambientarsi nella scenografia delle rovine circostanti.
Un’ampia scalinata sale all’ALTARE DELLA
PATRIA e si divide poi in due rampe che, girando dietro l’altare, si
ricongiungono alla statua del re, si aprono nuovamente per sboccare su un vasto
ripiano, dominato dal porticato a esedra che corona l’edificio.
Nell’esedra di destra la fontana del Tirreno
di Pietro Canonica, in quella di sinistra l’Adriatico di E. Quadrelli.
Davanti a quest’ultima i resti della tomba di Caio Publicio Bibulo, del I sec.
a. C. importante caposaldo della della topografia di Roma antica: si trovava
infatti fuori della cerchia delle mura Serviane (come è noto era vietato
seppellire in città).
Alle testate della scalinata due grandi
gruppi allegorici in bronzo dorato: Il pensiero di Giulio Monteverde a
sinistra e L’azione di Francesco Jerace a destra.
Sul primo ripiano l’ALTARE DELLA PATRIA,
vasta e armoniosa composizione architettonica e scultorea con nel mezzo, contro
un’edicola la solenne statua di Roma, verso cui convergono, in altorilievo i Cortei
trionfali del lavoro, a sinistra, e dell’Amor patrio a destra, opere
dello scultore Angelo Zanelli. Ai piedi della statua di Roma si trova, dal
1921, la TOMBA DEL MILITE IGNOTO, la salma di un soldato sconosciuto morto
nella prima guerra mondiale, costantemente guardata da due sentinelle armate.
Le scale salgono ai due portali del Museo
del Risorgimento, quindi proseguono fino alla STATUA EQUESTRE DI VITTORIO
EMANUELE II di Enrico Chiaradia, alta e lunga 12 metri , in bronzo già
dorato. Poggia su un basamento con le statue delle città italiane di
Eugenio Maccagnani.
Segue un altro grande ripiano con otto are
con i simboli araldici delle città italiane liberate nella guerra 1915-18 e in
mezzo un masso del monte Grappa.
Sovrasta il grandioso PORTICO in curva,
composto di 16 colonne alte 15
metri ; nell’attico le statue delle regioni d’Italia,
alte cinque metri. Dal portico meraviglioso panorama di Roma.
Sopra i propilei spiccano due colossali
quadrighe di bronzo con Vittorie alate, opera di Carlo Fontana e di Paolo
Bartolini (1908).
Alla fine della Grande Guerra venne deciso
di onorare tutti i soldati morti in guerra per la patria tumulando in questo
luogo uno dei tanti caduti italiani di cui non si conosceva l’identità. Venne
scelta la madre di un volontario delle terre irredente, che aveva disertato
l’esercito austriaco, caduto in combattimanto senza che il corpo fosse stato
ritrovato: Maria Bergamas. Alla donna venne dato l’incarico di scegliere una
salma tra undici tutte non identificate. La cerimonia avvenne ad Aquileia il 26
ottobre 1921, la donna passò davanti alle salme, giunta davanti ad una non
riuscì più a proseguire, si accasciò al suolo pronunciando il nome del figlio:
Antonio. Tale feretro fu collocato su un affusto di cannone e, accompagnato da
reduci decorati di medaglia d’oro, fu deposto su un carro ferroviario.
Le altre dieci salme furono tumulate nel
cimitero di guerra collocato nel prato dietro la basilica di Aquileia. Il
viaggio venne effettuato a velocità ridotta, il convoglio si fermò in molte
stazioni dove la gente ebbe modo di onorarlo. Una folla strabocchevole lo
attese anche per ore. A Roma venne accolta dal Re, dai rappresentanti dei
combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, inoltre erano presenti le
bandiere di tutti i reggimenti, si fermò nella chiesa di Santa Maria degli
Angeli, finalmente il 4 novembre 1921 venne tumulata nel Vittoriano.
Negli anni Trenta il feretro venne
traslato nella cripta interna al Vittoriano costruita con rocce provenienti
dalle montagne in cui si combattè la prima guerra mondiale: il Grappa, il Carso
e altre.
All’interno del Vittoriano si trovano
l’ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO, con ingresso dal lato
destro, e il MUSEO DEL RISORGIMENTO, recentemente riordinato, con ingresso dal
lato sinistro, in via di San Pietro in Carcere. E’ anche sede di mostre
temporanee.
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