1. Serve un delegato del sindaco che si occupi di tutta la questione della ciclabilità a Roma, che ne sia referente di ogni aspetto e del suo lavoro risponda direttamente al sindaco.
2. Esiste il Piano Quadro della Ciclabilità, una sorta di Piano Regolatore Generale delle piste ciclabili, ebbene, tutte le risorse che si possono investire si devono spendere sulle linee di quel quadro, bisogna dare la priorità a mettere in sicurezza le grandi strade in uscita da Roma, le più pericolose. Bellissimo il Grab, ma ci sono priorità.
3. Manutenzione urgente delle piste ciclabili esistenti. Prima di costruire nuove piste ciclabili, bisogna mantenere quelle che abbiamo, che non è poco!
La pista ciclabile di Mezzocammino.
Tutti i nuovi quartieri dovrebbero essere dotati di piste ciclabili.
4. Se le piste ciclabili sono costose da realizzare, possiamo fare ad un costo bassissimo le bike line, una semplice linea di vernice separa la carreggiata dal percorso per i ciclisti in modo che gli automobilisti siano avvertiti che lì passano o possono passare ciclisti. Alcune di queste si possono realizzare su marciapidi che sono sufficientemente larghi, ad esempio via Marco Polo, via Cilicia; via Appia Nuova da bivio Acqua Santa alle Capannelle e oltre (c'è un marciapiede sulla sinistra, in uscita da Roma, che può diventare una pista ciclabile), e tante altre che i ciclisti romani possono individuare facilmente e consigliare alle autorità preposte.
5.Andare al mare in bici è il sogno di ogni romano. La pista ciclabile che esiste lungo il Tevere dovrebbe arrivare al mare, è stata finanziata due volte dalla Regione con 1.700.000 euro, ma non è stata realizzata. Se i soldi ci sono, le cose si devono fare.
Capisco che i problemi di una città come Roma sono tanti, ma se vogliamo una città meno inquinata, con meno traffico, queste sono cose che si possono fare con poco. Serve la volontà per farle.
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