Aprirà in via sperimentale un
nuovo ingresso al Colosseo fino al 31 ottobre, di fronte a via
Labicana, entrata riservata a gruppi prenotati con guida accreditata e
porterà direttamente al centro dell’arena. Previsto un punto ristoro sul
Palatino.
Il vero nome del Colosseo è anfiteatro Flavio, venne così chiamato per la vicinanza con la
statua colossale di Nerone [1], che
si ispirava al colosso di Rodi, posta all’ingresso della Domus Aurea. Il nome
Colosseo compare dall’anno 1000. E’ il monumento più visitato in Italia, nel
2014 ha avuto sei milioni di visitatori (dati Mibac). E’ il più grande edificio
per spettacoli dell’antichità.
Fu iniziato da Vespasiano[2]
nel 72 e terminato dal figlio Tito[3] della famiglia Flavia nell’80, inaugurato con feste
che si dice durassero 100 giorni con l’uccisione di belve[4] e la
morte di molti gladiatori. Vi si diedero combattimenti di gladiatori[5], venationes o cacce di bestie feroci[6] e
naumachie o combattimenti navali (queste ultime solo nel primo periodo di vita
del Colosseo); Domiziano lo completò con l’ultimo ordine di gradinate. Fu
restaurato sotto Alessandro Severo, per essere stato danneggiato da fulmini nel
217. I combattimenti di gladiatori vi durarono fino al 404 quando furono
soppressi da Onorio[7] forse dopo il sacrificio
del monaco Telemaco che, cacciatosi arditamente nell’arena per impedirli fu
ucciso dalla folla, quelli tra le belve fin verso la metà del VI secolo.
Danneggiato più volte nel corso della
storia da terremoti, fu trasformato in parte in fortezza dai Frangipani e passò
poi agli Annibaldi. Nel 1312 l’imperatore Enrico VII[8] lo
diede al Senato e al popolo di Roma.
Dal XV secolo l’anfiteatro divenne una vera cava di travertino da cui si trasse il
materiale per costruire palazzo Venezia, quello della Cancelleria, il porto di
Ripetta e san Pietro in Vaticano. Finalmente Benedetto XIV[9]
(1740-58) lo consacrò alla passione di Cristo e lo dichiarò sacro per il sangue
che vi avrebbero versato i martiri; da quel momento le devastazioni cessarono e
per iniziativa di San Leonardo da Porto
Maurizio furono costruite 14 edicole per la via
Crucis. Pio VII[10], Leone XII, Gregorio XVI
e Pio IX[11] vi fecero notevoli lavori
di riparazione.
Con l’unità d’Italia, sotto il ministro
Guido Baccelli[12] (1893-96) importanti
lavori furono intrapresi per l’isolamento esterno e lo scavo all’interno delle
strutture sotterranee. In tale occasione furono demolite le edicole della via
Crucis mentre la croce di legno è stato ripristinata recentemente. “Un
intervento conservativo è stato condotto nel 1983-88, un altro è iniziato nel 1992” [13]. Il
2 novembre del 2010 Diego Della Valle ha annunciato che finanzierà il restauro
con 25 milioni di euro[14].
Nell’ottobre del 2010 hanno aperto al pubblico il terzo anello e i sotterranei,
la visita avviene per appuntamento ed è accompagnata[15]. Il
Venerdì Santo vi si tiene la via Crucis con la partecipazione del Papa.
[1] Un basamento piantato a cipressi, a destra dello sbocco di via dei
Fori Imperiali, indica il luogo dove sorgeva il colosso. Da Guida di Roma del
Tci, 1993. La statua di bronzo dorato, alta trenta metri, rappresentava Nerone
in sembianza di Sole, con la testa circondata dai raggi. Originariamente era
all’ingresso della Domus Aurea. Da: Guida ai misteri e segreti di Roma, ed.
Sugarco, 1992. Si ispirava al Colosso di
Rodi, una delle sette meraviglie del mondo, si trovava all’imboccatura del
porto della città greca, era stata costruita nel III secolo a.C. Crollò per un
terremoto.
[2] Vespasiano (69-79) fu eletto dalle legioni che si trovavano in
Oriente. Fu saggio amministratore, riordinò lo Stato. Estese la cittadinanza
latina agli spagnoli. Esperto generale rinforzò ovunque i confini dell’Impero.
Riformò il Senato. Alla città diede straordinario impulso edilizio: fece
costruire il tempio della Pace nel Foro omonimo. Da Raffaello Morghen, Storia
del Mondo Antico, Palumbo, 1969.
[3] Tito (79-81) successe al padre pacificamente, fu detto “delizia del
genere umano”, anche un arco è intitolato a suo nome, durante il suo governo
Pompei fu distrutta da un’eruzione del Vesuvio. A lui Vespasiano aveva fatto
condurre a termine la difficile repressione della rivolta giudaica conclusasi
con la distruzione di Gerusalemme, e del tempio di Salomone, dopo un’eroica
tenacissima resistenza (70). Inizia la diasporà. Da Morghen.
[4] Si dice 5.000 fiere. Da
Roma, libri per viaggiare, Gallimard – Tci, 1994. Per Dione Cassio furono 9.000
le belve rimaste uccise. Da Il colore di Roma, ed. Lozzi, 1990.
[5] Combattimenti di gladiatori. I gladiatori erano schiavi o persone prestanti
fisicamente che non avevano altro reddito e così tentavano fortuna e fama.
Quando entravano nell’arena salutavano l’imperatore “Ave Caesar, morituri te
salutant”, alla fine del combattimento non sempre il gladiatore moriva, se
immobilizzato la folla chiedeva di risparmiarlo nel caso in cui avesse
combattuto validamente gridando “Mitte!” = risparmialo! In caso contrario il
pollice verso indicava di giustiziarlo.
[6] Venationes erano cacce di uomini ad animali o combattimenti di
animali tra loro. In questo caso era molto curata la scenografia, si
costruivano collinette, boschetti, piccoli deserti e corsi d’acqua. Il tutto
spuntava dal sottosuolo con speciali ascensori.
[7] Onorio (imperatore dal 395 al 423), alla morte del padre Teodosio
(395) l’impero venne definitivamente diviso tra lui, che ebbe l’occidente e
Arcadio che ebbe l’oriente. Grazie al valido generale di origine vandala
Stilicone riuscì a difendere l’impero da invasioni barbariche e da ribellioni
interne. Ma quando Stilicone cadde in disgrazia e fu ucciso (408), Onorio
dovette subire il SACCO DI ROMA del 410 ad opera dei Visigoti di Alarico.
[8] Enrico VII di Lussemburgo, chiamato a Dante Arrigo (1275-1313) dal
1308 imperatore del Sacro Romano Impero, scese in Italia per essere investito
dal papa del titolo imperiale vacante da Federico II. Morì a Buonconvento
presso Siena, è sepolto nel duomo di Pisa.
[9] Benedetto XIV, Prospero Lambertini di Bologna, condannò lo
schiavismo in America e l’usanza di ammettere le usanze locali nei riti
cattolici. La commedia “Il cardinal Lambertini” di Alfredo Testoni,
interpretata da Gino Cervi, fa leva sul suo carattere scherzoso.
[10] Pio VII, Barnaba Chiaramonti di Cesena (1742 – 1823), papa dal
1800, è il papa che ha incoronato Napoleone imperatore dei francesi a Parigi
nel 1804, fu arrestato nel 1809, è il papa del “non possumus”. Il suo monumento
funebre in san Pietro è opera del luterano Thorvaldsen. A lui si debbono le due
muraglie che sorreggono la facciata esterna del Colosseo, di cui rimane in
piedi i 2/5. Da Roma, libri per viaggiare, Gallimard – Tci, 1994.
[11] Pio IX, Giovanni Mastai Ferretti di Senigallia (1792-1878), il papa
del risorgimento, all’inizio sembro favorevole, poi fu contrario.
[12] Guido Baccelli (San Vito Romano 1832 – Roma 1916), medico e
politico, fu più volte ministro della Pubblica Istruzione. Contribuì alla
costruzione del Policlinico, all’isolamento del Pantheon, agli scavi nel foro
Romano e alla realizzazione della Passeggiata Archeologica. Istituì la Galleria
d’arte Moderna. A Roma gli è intitolata una via e un monumento in piazza
Salerno.
[13] Da Guida di Roma del Tci,
1993.
[14] Diego Della Valle, annuncio del restauro da: cronaca di Roma de “la
Repubblica” del 3.11.10.
[15] Apertura terzo anello e sotterranei da “la Repubblica” del
15.10.10.
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