Resti di una caserma del II secolo nei lavori per la stazione Amba Aradam. Ai lati di un corridoio lungo oltre 100 metri si
aprivano 39 stanze, alloggiamenti militari e ambienti di servizio. Il
ritrovamento si inserisce in un contesto di caserme già note nella zona del Celio, alle quattro già
note se ne aggiunge una quinta. Si sapeva che tutte le pendici meridionali del Celio fossero
una zona dedicata all’acquartieramento militare. Mosaici bianchi e neri, a
disegni geometrici, marmi colorati, affreschi con il cinabro e l’ocra, le
anfore, le monete, le teste di statue e perfino una fossa comune con dodici
scheletri, i bolli di fabbrica indicano l’anno, il 123. Il soprintendente ha chiesto di lasciare sul posto i resti, portati a livello di stazione e per la
stazione un progetto di un archistar. Edificio a due piani, 1753 mq, abbattuto
dai romani alla fine del III secolo per costruire le Mura Aureliane, accanto
aveva un fiume oggi prosciugato. Altre due caserme erano verso San Giovanni:
Castra Priora Equitum Singularium di età traianea e i Castra Nova Equitum Singularium
di età severiana, rispettivamente in via Tasso e sotto la basilica di San
Giovanni; due verso la Navicella, una era la Castra Peregrina destinata alle
milizie provinciali presso la chiesa di Santo Stefano Rotondo, proprio a piazza
San Giovanni era il Campus Martialis dove si tenevano le feste in onore di
Marte e si allenavano i cavalieri. In via Labicana alloggiavano i marinai della
flotta di Miseno che stendevano il velo per proteggere dal sole gli spettatori
del Colosseo.
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