Come ogni domenica mattina VediROMAinBici ha organizzato per oggi una
passeggiata in bici per le strade della città. Oggi siamo andati sulla pista
ciclabile Monte Ciocci – Monte Mario, si è trattato di un itinerario più lungo
del solito ma in completa sicurezza, nel verde e con una bellissima giornata di
sole (a tratti velato) rara da trovare in questo periodo dell’anno. Il tutto
condito dalla simpatia degli amici di VediROMAinBici.
La pista ciclabile monte Mario –
monte Ciocci, venne inaugurata nel giugno del 2014 – dopo sette anni di
cantieri - dal sindaco Ignazio Marino in sella alla sua bici elettrica. La
pista è stata possibile grazie ai lavori delle Ferrovie dello Stato che hanno
ricoperto la linea ferroviaria per Vetralla e Viterbo. Non è solo una pista
ciclabile, ai lati vi è un percorso pedonale, panchine aree giochi per bambini,
insomma un parco lineare. Nel suo percorso incontra ben cinque stazioni della
linea ferroviaria, rappresenta quindi un modo integrato di spostarsi in città
attraverso la bici + un mezzo pubblico di trasporto. La pista è lunga ben 5 Km
ed è tutta in leggera salita in direzione monte Mario, ma appena percettibile.
Nei progetti la pista ciclabile dovrebbe proseguire da monte Ciocci per via
Anastasio II – via Leone XIII – piazza Pio XI fino alla circonvallazione
Gianicolense. Verso Nord, invece, da monte Mario dovrebbe proseguire da piazza
Santa Maria della Pietà sino al San Filippo Neri, su terreni di proprietà della
Città Metropolitana (ex provincia di Roma), sempre parallela alla linea
ferroviaria su via Eugenio Di Mattei. Permane il problema del forte dislivello
che dal parco di monte Ciocci scende a via Anastasio II. Nel 2019 ampi tratti
della pista sono stati rifatti dal comune di Roma.
Per raggiungere monte Ciocci
abbiamo dovuto salire alcune rampe impegnative, ma una volta raggiunta la
sommità abbiamo avuto la vista panoramica sulla cupola di San Pietro (il retro
ovviamente). Fino alla fine degli anni Settanta tutta l’altura oggi parco
pubblico era occupata da baracche che – per ironia del destino – avevano una
bellissima vista sulla cupola di San Pietro. Erano immigrati dalle campagne del
Lazio, Abruzzo o dall’Italia meridionale. Qui venne girato il film “Brutti,
sporchi e cattivi”, di Ettore Scola (1976) con Nino Manfredi. Vinse il premio
per la miglior regia al 29° festival di Cannes.
Dalla parte opposta si ha la visione della cosiddetta valle dell’Inferno, cosiddetta per la
presenza di numerose fornaci per la produzione di mattoni. Notte e giorno le
ciminiere erano attive e l’aria era sempre nebbiosa. Qui vi lavoravano operai
poverissimi. L’ultima fornace ha chiuso nei primi anni Sessanta. Resta una sola
ciminiera dove oggi è il centro commerciale Aura.
Imboccata la pista ciclabile abbiamo pedalato tra il quartiere della
Balduina a destra e Primavalle a sinistra; dopo due km circa abbiamo incontrato
il Policlinico Gemelli, con
l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il complesso venne costruito tra il
1962 e il 1964 su progetto di Gaetano Minucci, lo stesso architetto a cui si
deve il palazzo dell’Ente Eur nell’omonimo quartiere.
Giunti alla fine della pista ciclabile abbiamo superato la stazione di
Monte Mario, e siamo giunti all’ingresso del Santa Maria della Pietà che una volta era il manicomio di Roma. Deriva
da una confraternita del 1548 che in piazza Colonna, organizzò il primo
ospedale per la cura dei “pazzarelli”. Nel 1904 la Provincia di Roma acquistò
terreni per un impianto all’altezza dei tempi, dopo tre concorsi il progetto
venne affidato agli architetti Negri e Chiesa. La prima pietra venne posta l’8
giugno 1909 presenti il re e il ministro Tommaso Tittoni, l’inaugurazione
avverrà quattro anni dopo. L’ospedale si estende su un’area di 130 ettari, 32
dei quali coperti da 43 edifici a formare una sorta di villaggio.
Qui abbiamo fatto una sosta, quindi abbiamo raggiunto l’agriturismo
Cobracor presso lospedale San Filippo Neri. Di fronte a noi la Riserva Naturale dell’Insugherata che
si estende tra Trionfale, Cassia, la via Cortina d’Ampezzo a Sud, fin oltre il
Gra e La Giustiniana a Nord. Questa è
stata istituita con legge regionale nel 1997 ed è gestita dall’ente regionale
Roma Natura. Viene così protetto un territorio di 740 ettari (villa Borghese è
80 ettari), di enorme valore naturalistico. Nei giorni più limpidi si può
vedere dai monti Sabatini con il lago di Bracciano ai Castelli Romani al monte
Soratte al Terminillo. In essa sono state censite più di 630 specie vegetali;
l’istrice è un abitante fisso insieme al nibbio bruno e tante altre specie
animali.
Abbiamo preso la strada del ritorno “stanchi ma contenti” come si
scriveva nei diari personali di tanti anni fa.
Veramente una bellissima pista ciclabile!
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