Nella foto di ieri porta Maggiore.
E' l'unica porta di Roma a due fornici,
serviva per permettere il passaggio della via Prenestina[1] e
Labicana (poi Casilina[2]).
In questo punto di Roma convergono ben 8 acquedotti degli 11 che portavano
l'acqua alla città antica. Si trova in un'area ricca di reperti archeologici.
Fu costruita sotto l'imperatore Claudio
nel 52 per consentire all'acquedotto Claudio di scavalcare le due strade
consolari. E' realizzata in opera quadrata di travertino con i blocchi in
bugnato rustico secondo lo stile dell'epoca inserite in edicole con timpano e
semicolonne corinzie. L'attico è diviso da marcapiani in tre fasce. Le due
superiori corrispondono ai canali degli acquedotti Anio Novus (il più alto) e
Aqua Claudia.
Da Aureliano fu inserita nel percorso delle
mura, la porta prese il nome anche di Praenestina o Labicana. Fu fortificata ai
tempi di Onorio che fece costruire un bastione cilindrico tra le due porte e da
torri quadrate ai lati, le due porte erano sormontate da finestrelle ad arco,
oggi ricollocate nei giardinetti.
Durante l'assedio dei Goti di Vitige le
porte furono murate per limitare il numero di porte da difendere, così la porta
Labicana risulta quasi sempre chiusa.
Nel 1838 papa Gregorio XVI fece restaurare
la porta demolendo la struttura onoriana, forse anche perchè asimmetrica,
ripristinando l'assetto di Aureliano come dice una scritta all'estrema
sinistra. Ma gli archi erano così grandi: sei metri di larghezza per 14 di
altezza che l'eventuale difesa risultava problematica. Si provvide quindi a
restringere le due aperture. Nel corso di questi lavori venne alla luce il
SEPOLCRO DEL FORNAIO EURISACE, probabilmente un liberto arricchito, e di sua
moglie Atistia, databile al 30 a.C.
Nel 1915 il Comune effettuò altri lavori
per la sistemazione del piazzale demolendo la struttura ottocentesca. Il 4
giugno 1944 da questa porta entrarono le truppe liberatrici anglo americane che
avevano sfondato il fronte a Cassino (anche da porta San Giovanni e porta San
Sebastiano).
Nel 1956 altri lavori di restauro
portarono alla luce il basolato romano delle due strade, su di essi è possibile
vedere i solchi lasciati dal passaggio dei carri.
[1] Via Prenestina. Strada consolare romana così detta perchè conduceva
e conduce a Palestrina, fu anche chiamata Gabi perchè inizialmente arrivava a
Gabi (Osteria dell'Osa). Oggi è una strada provinciale.
[2] Via Casilina. Strada consolare che univa a Casilinum oggi Capua
passando nella valle del Sacco. Inizialmente arrivava a Labicum (per questo
detta via Labicana) oggi Montecompatri qui confluiva nella via Latina. Oggi è
la SS6 giunge a Pastorano in prov. di Caserta dove si congiunge con l'Appia.
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