Nella immagine di ieri porta San Pancrazio.
Si trova alla sommità del Gianicolo ed è
fortemente legata al ricordo della repubblica Romana con gli eroici
combattimenti dei garibaldini per difenderne la libertà dai francesi. Le mura
di Aureliano compivano - al di là del Tevere - una sorta di triangolo - qui ci
troviamo alla punta di quel triangolo.
La via Aurelia[1]
vetus usciva dalla città proprio da questa porta che prese il nome di Aurelia.
La via Aurelia iniziava da ponte Emilio poi detto ponte Rotto, seguiva la costa
tirrenica fino alla Liguria e oltre per finire ad Arles. Il vicino sepolcro del
martire cristiano Pancrazio, della chiesa e delle catacombe fece assume alla
porta il nome attuale (testimoniata fin dal V secolo). Dell'aspetto originario
non si conosce nulla, doveva essere simile alle altre restaurate e ampliate da
Onorio. Nel Seicento Mattia De Rossi, discepolo di Bernini, ne progettò la
ricostruzione in occasione della costruzione delle mura Gianicolensi volute da
Urbano VIII. In occasione dei combattimenti in difesa della Repubblica Romana
la porta venne distrutta dai bombardamenti francesi. Venne ricostruita da
Virginio Vespignani nel 1854, una lapide sull'attico ricorda l'avvenimento. Nel
1870 da qui entrarono le truppe del generale Nino Bixio già luogotenente di
Garibaldi nell'impresa dei Mille. La struttura ospitava sia il presidio
militare che gli uffici del dazio.
Nell'interno si trova il Museo della Repubblica Romana e della
Memoria Garibaldina costituito
in occasione dei 150 anni dell'Unità (2012), che permette di ripercorrere
l'evoluzione degli avvenimenti europei e italiani del 1848 - 49, si avvale di
materiale multimediale, sono esposti cimeli garibaldini, busti, dipinti oltre a
plastici delle aree di combattimenti. Il museo si pone come punto di raccordo
delle testimonianze del Risorgimento presenti sul Gianicolo ma anche a Roma con
il Museo del Risorgimento, il Museo di Roma a Palazzo Braschi e il Museo
Napoleonico.
[1] Via Aurelia. Oggi strada statale n 1. Fu costruita nel III sec.
a.C.dal Console Aurelio Cotta per unire Roma con Cerveteri, poi proseguita in
tempi differenti.
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