Nella foto di ieri porta San Sebastiano.
La più
imponente e tra le meglio conservate delle porte di Roma. Il nome originario
era ovviamente porta Appia perchè da lì passava la regina viarum che iniziava da Porta Capena delle mura Serviane.
Ebbe vari nomi porta Accia dal fiume Almone o Accia, poi porta Domine Quo
Vadis, solo dopo la metà del XV secolo prese il nome attuale perchè conduceva
alla basilica e alle catacombe di quel santo.
Inizialmente aveva due porte tra due torri semicilindriche con copertura
in travertino. In seguito le due torri furono ampliate e collegate all'arco di
Druso in modo da formare un cortile interno e controporta. Ma fu con Onorio che
prese l'aspetto attuale, ebbe un solo fornice, fu dotata di un attico rialzato
nel quale si aprono due file di sei finestre ad arco e venne fornita di un
camminamento di ronda scoperto e merlato. Le due torri ebbero una base quadrata
rivestita di marmo. Stranamente mancano lapidi commemorative.
Nelle
vicinanze della porta esisteva un parcheggio per i mezzi di trasporto privati,
una specie di parcheggio di scambio, ovviamente per chi poteva permetterselo.
Sullo stipite sinistro della porta è incisa la figura dell'Arcangelo Michele
mentre uccide un drago, a fianco si trova un'iscrizione in latino medioevale in
caratteri gotici in cui viene ricordata la battaglia combattuta il 29 settembre
1327 (giorno di San Michele) dai romani ghibelli contro i guelfi del re di
Napoli Roberto d'Angiò.
Vi sono
inoltre molte scritte incese dai pellegrini almeno fino al 1622, sono in parte
leggibili, di fronte all'angelo c'è il monogramma di Cristo JHS con la croce
sopra l'H, un certo Giuseppe Albani ha scritto tre volte il suo nome, fuori
dalla porta a sinistra c'è anche una indicazione stradale: "DI QUA SI VA A
S.GIO..." qualcuno o qualcosa l'ha interrotto.
In
occasione dell'ingresso in Roma dell'imperatore Carlo V Antonio da Sangallo
addobbò la porta e tutto il percorso fino al Campidoglio con statue, colonne
fregi. L'avvenimento è ricordato dalla scritta sopra l'arco: "CARLO V ROM.
IMP. AUG. III. AFRICANO". Un altro corteo trionfale fu quello del 4
dicembre 1571 in onore di Marcantonio Colonna il vincitore della battaglia
navale di Lepanto, in tale corteo sfilarono 170 prigionieri turchi in catena.
Sulla sinistra
ci sono i segni di una posterula (porta secondaria), gli stipiti non presentano
segni di usura come se fosse stata usata pochissimo e poi richiusa.
Nei primi
anni Quaranta gli ambienti interni furono trasformati in casa di piacere dal
gerarca fascista Ettore Muti, allora segretario del partito, di quella
sistemazione rimangono i mosaici in bianco e nero.
Oggi gli
spazi interni ospitano il Museo delle
Mura che documenta con modelli e materiale ritrovato nei lavori di restauro
la storia millenaria delle mura. Il museo fu aperto al pubblico in via
definitiva nel 1984 (gli ambienti era aperti al pubblico in maniera non
continuativa), con l'attuale allestimento nel 1990. In occasone dei lavori di
restauro compiuti in vista dell'Anno Santo è stata resa accessibile al pubblico
la terrazza della torre Ovest tramite una scala a chiocciola. Vi si sono tenute
anche mostre di artisti contemporanei. Purtroppo il camminamento coperto di
circa 400 metri che congiunge con la via Cristoforo Colombo è chiuso per
problemi di stabilità delle mura stesse dal 3 maggio 2011. E' aperto tutti i
giorni dalle ore 9 alle 14, chiuso il lunedì.
Dall'Anno Santo
del 2000 la domenica e i giorni festivi la via è stata pedonalizzata e
rappresenta un percorso di circa 15 Km riservato ai pedoni e ai ciclisti.
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