Nella foto di ieri porta Pinciana. Si trova in cima a via Veneto.
Il suo nome deriva dalla gens Pincia che
possedeva il colle omonimo. Anticamente era chiamata porta Salaria Vetus perchè da qui usciva la via Salaria[1],
nel medioevo si chiamò porta Belisaria perchè secondo una leggenda il generale
bizantino Belisario, ormai vecchio e cieco, mendicava nei pressi della porta,
si tratta di una leggenda infondata perchè il generale morì ricco, unico dato
certo, nei pressi della porta aveva il quartier generale.
La porta fu aperta dall'imperatore Onorio
nel 403 ingrandendo una posterula e realizzando le due torri laterali a base
semicircolare. L'unico arco in laterizio venne ampliato e rinforzato. Questa
porta e tutto il tratto di mura fino a Castro Pretorio videro i combattimenti
tra Belisario e Vitige il re dei Goti. Il generale bizantino riuscì vittorioso
con poche migliaia di uomini contro l'esercito dei goti forte di 150.000
soldati. Di quel periodo è la croce greca incisa sul lato esterno dell'arco
della porta. Nel 1808 risulta murata, venne riaperta nel 1887 con
l'urbanizzazione dei rioni Ludovisi e Sallustiano e la distruzione della
splendida villa Ludovisi. A quella data sono da attribuire i due fornici
laterali.
Negli anni Sessanta la porta è stata
impacchettata dall'artista Christo per alcuni mesi, alla Gnam si conservano
ancora i disegni del progetto. Questa forma di arte contemporanea si chiama
land-art, l'artista bulgaro voleva impacchettare il Colosseo ma non gli venne
dato il permesso.
[1] Via Salaria. Strada consolare romana che collegava con il mar
Adriatico (passando per Rieti e Ascoli Piceno), giungeva presso l'attuale San
Benedetto del Tronto. Oggi è la SS4.
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