Nella foto di ieri porta San Paolo.
Tra le più imponenti e meglio conservate,
resa caratteristica per la vicinanza con la Piramide Cestia. Il luogo è caro
alla memoria dei romani perchè luogo di difesa della città in occasione
dell'armistizio dell'8 settembre 1943, è diventato il simbolo della Resistenza
romana.
Prima e dopo la Piramide Cestia esistevano
due porte vista l'intensità di traffico che intercorreva tra Roma e Ostia. La
porta a Ovest della Piramide venne presto chiusa perchè da qui si accedeva ai
Granai che si trovavano alla Marmorata (Testaccio) ed erano meglio
raggiungibili da porta Portese.
Ovviamente il nome primitivo era porta
Ostiense per la via Ostiense[1]
che ne usciva. E' altrettanto ovvio che prese il nuovo nome perchè da questa
porta si usciva per andare sulla tomba dell'apostolo Paolo, ovvero alla
basilica di San Paolo fuori le Mura. Con Onorio (401-403) le due porte furono
ridotte ad una, per meglio difendere la posizione, mentre nella controporta
rimasero due porte. Come per le altre porte fu creata una fila di finestre per
dare luce alla camera di manovra. La nuova porta fu più alta di un metro sul
livello stradale che nel frattempo di era alzato. Contemporaneamente le due
torri laterali vennero rialzate, munite di finestre e merli. La lapide
commemorativa che Onorio era solito collocare sopra il passaggio rimase sul
posto almeno fino al 1430, ora è dispersa.
Nel 549 gli Ostrogoti di Totila riuscirono
a penetrare da qui per il tradimento della guarnigione.
All'interno della porta si trova il Museo della via Ostiense con le
ricostruzioni dei porti di Ostia e dei monumenti ritrovati lungo la via.
Il luogo fu teatro dei combattimenti (10 settembre
1943) tra militari italiani (Granatieri di Sardegna) e cittadini romani contro
i tedeschi che volevano occupare Roma dopo l'armistizio e la fuga del re a
Brindisi nella parte liberata d'Italia. L'avvenimento segnò l'inizio della
Resistenza romana. Più lapidi ricordano i combattimenti che rivestirono più un
valore simbolico. In occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia (2012) sul
piazzale a sinistra della Piramide è stato ricollocato un piccolo monumento che
ricorda l'8 settembre.
Il 6 luglio 1960 si tenne una
manifestazione dei partiti di sinistra per protestare contro i fatti di Genova
dove le proteste contro il governo Tambroni, sostenuto dal MSI, si erano unite
alle proteste per il congresso che il MSI voleva tenere nella città di Genova medaglia
d'oro durante la Resistenza. Tali manifestazioni erano state fortemente
represse. La manifestazione di Roma non era autorizzata, il corteo appena
giunto da viale Aventino venne attaccato dai reparti celere e da un reparto di
polizia a cavallo guidata da Raimondo d'Inzeo. In seguito alle percosse
riportate morirà la guardia Antonio Sarappa, due mesi dopo all'ospedale
militare del Celio.
Ogni anno in occasione del 25 aprile si
tengono cerimonie pubbliche e manifestazioni in ricordo della Liberazione.
L'aspetto della porta è caratterizzato
dalle due torri a base semicircolare o di ferro di cavallo e dall'uso del
travertino. All'interno si trova la controporta che fu edificata da Massenzio,
è l'unica esistente insieme a quella di porta Asinaria. Sorgeva così una
piccola fortificazione in cui alloggiava la guarnigione militare e la stazione
dei gabellieri per la riscossione del pedaggio sulle merci. E' un edificio nel
complesso asimmetrico e irregolare con il fornice esterno non in linea con i
due interni, le due torri sono poco più alte della facciata.
Sulla torre Est è presente un'iscrizione a
memoria dei lavori che Benedetto XIV effettuò dal 1749 per il restauro di tutto
il perimetro. Intorno al 1920 la porta fu isolata dalle mura Aureliane per
agevolare il traffico cittadino che aumentava sempre di più in una zona dalle
caratteristiche popolari con forti insediamenti industriali (Mattatoio, Mercati
Generali, Porto Fluviale, Centrale Montemartini, Gazometro ed altri). Il tratto
di mura che collegava la porta alla Piramide Cestia andò distrutto a causa di
un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale, al suo posto venne
costruita una strada che oggi porta il nome di Raffaele Persichetti, uno dei
caduti negli scontri con i tedeschi del 10 settembre 1943.
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