Da alcuni giorni, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, si trova
un'opera di Enzo Mari dal titolo "L'allegoria della morte"
che è formata da tre semplici lapidi uguali accostate a tre sepolture.
Con esse l'autore ha voluto rappresentare le tre religioni
oggi esistenti (siamo nel 1987): una croce che allude a tutte le religioni
monoteiste, una falce e martello che allude alla religione laica,
una svastica che allude alla religione della merce, suggerita da una
dozzina di modelli mini di macchine. Questo secondo quanto detto dall'artista.
Per lui, mentre le prime due religioni le ha immediatamente individuate
con la croce e la falce e martello, più difficile è stato individuare il
terzo simbolo che ha richiesto una riflessione di circa un anno. La religione
della merce è individuata dalla svastica perchè, come il nazismo ha eliminato
prima migliaia e poi milioni di persone (oppositori politici prima, ebrei poi),
così la religione della merce attuale prelude all'inizio di un altro genocidio
che viene ignorato da speranze di miracoli tecnologici dimenticandosi che
la tecnologia è prima di tutto merce. Il genocidio di cui tutti sanno è
quello del pianeta stesso, la distruzione dell'ecosistema, nonostante ciò
tutti continuano a sognare il Dio della merce. L'artista spera di suscitare
con quest'opera "modelli comportamentali utili a decondizionare la gente...
oggi unico progetto possibile".
Io non sono d'accordo con l'autore su questa schematizzazione. L'umanità
a grandi problemi e corre grandi rischi, ma ha in se le possibilità per
risolvere tali problemi. Lo sviluppo tecnologico a cui assistiamo non è
certo possibile fermarlo, non si blocca la scienza (come dimostra la vicenda
di Galileo), il punto sta in come tutti noi riusciamo ad orientarla, per il
progresso e il benessere di tutto il popolo.
Le foto sono dell'autore di questo blog, il loro uso è libero.
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