Roma a tante
chiese, molte di esse sono considerate santuari. Mentre è facile immaginare
quale sia il santuario più grande, più complessa diventa la cosa per quanto riguarda
il più piccolo.
In un vicolo strettissimo, chiamato via di
San Marcello, vicinissimo a piazza Santi Apostoli, si trova la cappella della Madonna dell’Archetto,
il più piccolo santuario mariano di Roma. Fu voluta dalla famiglia Savorelli
Papazzurri alla metà dell’Ottocento per ospitare l’immagine della Madonna molto
venerata (dipinta su pietra nel 1690 da Domenico Muratori, allievo dei
Carracci), pare che abbia mosso gli occhi almeno in un paio di occasioni. La
cappella è stata progettata da Virginio Vespignani in stile neorinascimentale,
gli affreschi sono di Costantino Brumidi, un nome che a noi non dice nulla,
invece in America sì. Visto che in Italia non aveva successo decise di emigrare
negli Usa dove ebbe l’incarico di dipingere la cupola del Campidoglio di
Washington con l’apoteosi di George Washington. Per la serie: “Nessuno è
profeta in patria”.
E’ facile rispondere a proposito del
santuario più grande. E’ il Divino Amore che si trova nelle campagne a Sud
della città, al Km 12 della via Ardeatina, tre Km dopo il Gra.
Il santuario sorse tra il 1745 e
il 1750 per custodirvi un’immagine della Madonna dipinta da ignoto del XIV
secolo su una torre del Castel di Leva, fortezza degli Orsini, poi dei Savelli
(potenti famiglie nobili medioevali). Distrutto il castello, rimase in piedi
solo una torre dove c’era l’immagine della Madonna seduta in trono con in
braccio Gesù Bambino e la colomba discendente su di lei. A questa immagine si rivolse un pellegrino assalito da cani
randagi nella primavera del
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