giovedì 3 dicembre 2020

Qual è il terzo fiume di Roma?

 

     Tutti sappiamo che Roma è attraversata dal fiume Tevere, il terzo fiume italiano per lunghezza, il secondo per portata d’acqua. Così sappiamo anche che il secondo fiume di Roma è l’Aniene, anche se lo vediamo poco, solo se lo attraversiamo sulla via Nomentana, sotto Monte Sacro, sul ponte Tito Tazio. Pochi conoscono il punto in cui l’Aniene si getta nel Tevere. Per vedere la confluenza dei due fiumi bisogna andare sulla pista ciclabile Tevere Nord. Ad un centro punto la pista ciclabile si interrompe (via del Baiardo) per sottopassare la linea ferroviaria per Viterbo. Subito dopo, vi sono campi sportivi con un bar / ristorante / pizzeria, si chiama “Mirage” questo ha una bella terrazza sul fiume Tevere. Ecco, se arrivate qui potete vedere la confluenza dei due fiumi.

     Ma Roma ha un terzo fiume che è completamente dimenticato, nessuno lo conosce, tranne gli amanti della Caffarella. Questo è il fiume Almone che nasce sui colli Albani da infiltrazioni del Lago di Castel Gandolfo. Per gli antichi romani il fiume Almone veniva identificato con una divinità, il dio Almone, che dava l'acqua o la siccità come egli desiderava. Aveva un culto importante, il suo rito si svolgeva ogni anno il 27 marzo proprio dove le sue acque sfociavano nel Tevere. Dal Palatino, dove c'era il tempio della Magna Mater (la dea Cibele), si portava il simulacro della dea con una solenne processione fino alla via Ostiense, l'immagine veniva immersa nell'acqua del fiume insieme agli arnesi del culto. Invece nel fondovalle, alle idi di luglio, arrivavano i cavalieri romani ed eseguivano una cavalcata in onore di Marte Gradivo in ricordo della battaglia del lago Regillo (493 a.C.). Il nome Almone deriva - secondo l'Eneide - dall'eroe troiano, figlio di Tirro, custode degli armenti dell'esercito di Enea, morto nella guerra con i latini. Il fiume Almone – per noi romani semplicemente marana della Caffarella - segna il confine tra il VII e l'VIII municipio.

     Qui nel fondovalle della Caffarella, tra canne, pioppi, salici, giunchi ed equiseti volano i baccaccini e le ballerine, saltano rane e rospi, strisciano bisce e salamandre.

     In questo corso d’acqua sono state girate alcune scene del film “Sotto il sole di Roma” di Renato Castellani, del 1948, in cui un giovane Alberto Sordi fa il bagno nel fiume e gli rubano i vestiti.




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