Nella foto di ieri:
la CHIESA
DI SANT’ANDREA[1], tra la via Flaminia e viale Tiziano, capolavoro del Vignola[2],
costruita nel 1556 per volontà di Giulio III, in memoria di
quando, essendo stato fatto prigioniero durante il sacco di Roma del 1527,
riuscì ad evadere proprio nel giorno del santo che è fratello di San Pietro. “Nella
sua fine ed elegantissima struttura è difficile riscontrare elementi che non
siano rinascimentali”[3]. L’edificio
– chiamato generalmente Tempietto - ha una forma cubica, in laterizio, facciata
in peperino a timpano e lesene. La cupola ellittica è impostata su basso
tamburo. Un muro di cinta delimita un piccolissimo giardinetto, in questo, alle
spalle dell’entrata si trova il campaniletto – con tre campane - che è più
basso della cupola. L’interno è semplice e pieno di armonia.
[1] Chiesa di Sant’Andrea. Anche
Marco Lodoli ha dedicato a questa chiesa un articolo su la cronaca di Roma de
“la Repubblica” del 27.1.02, dal titolo “Sant’Andrea e i nuovi Lanzichenecchi”.
Un cartello sulla porta recita: “Messa ogni domenica alle 9” .
[2] Vignola. Iacopo
Barozzi detto (Vignola 1507 – Roma 1573) architetto, pittore e trattatista.
Lavorò per i Farnese al Casino di Villa
Giulia, al Palazzo di Caprarola e realizzò a Roma la chiesa del Gesù a navata
unica, tale chiesa fissò la tipologia delle chiese della controriforma.
[3] Tempietto del Vignola. La
frase è presa da: Zeppegno – Mattonelli, Le chiese di Roma, ed. Newton, 1993.
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