Nella foto di ieri:
GIORGIO MORANDI[1], Natura morta, 1932.
Morandi è l'artista delle bottiglie e dei
bicchieri, per tutta la vita è vissuto a Bologna e nel paese di Grizzana
sull'Appennino nel periodo estivo. Ha lavorato in condizioni di isolamento
eppure, la sua pittura è ritenuta da tutti tra le poche di livello europeo in Italia
in quegli anni. Si può tentare un confronto con la poesia di Montale. Una
grande retrospettiva dell'artista si è tenuta nel 1973 alla Gnam.
Acquistato alla Quadriennale romana del
1932. E' un soggetto particolarmente caro all'artista, nelle opere di quegli
anni si risontra "l'attacco dissolvente all'oggetto" (Brandi), una
dualità tra oggetto e ombra al punto che gli oggetti assumono una presenza
quasi incorporea. La pittura di Cezanne ha un ruolo determinante nella sua
formazione.
[1] Giorgio Morandi (Bologna 1890 - 1964) Gli studi all'Accademia di
Bologna, una breve esperienza militare, la nomina a direttore delle scuole
Primarie, le estati trascorse a Grizzana dal 1927 furono gli avvenimenti più
importanti della sua vita. Non ha aderito che sporadicamente ai movimenti
artistici italiani del suo tempo: dal futurismo, al movimento strapaesano
Selvaggio, al periodo metafisico (1918-20), al fuggitivo contatto con Valori
Plastici e Novecento. Nei paesaggi di Grizzana si sente l'eco di Cezanne e le
trasparenze di Corot. Sentì il fascino di Giotto e dei maestri del primo
Quattrocento. Dopo il 1930 giunse alle forme consuete della figurazione:
bottiglie, caraffe, fruttiere, vasi di fiori, lucerne), con un colore spesso e
sobrio, di tanto in tanto ravvivato da alcuni toni squillanti. Il suo proverbiale
isolamento ha contribuito ad una insufficiente conoscenza della sua opera e ad
una sottovalutazione che la critica recente ha giustamente rivalutato. Nel palazzo Comunale di Bologna si trova il
suo museo, il paese di Grizzana a preso il suo nome, molte sue opere sono alla
Gnam.
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