Nella foto di sabato la
CHIESA
DI S. CROCE AL FLAMINIO. Questa chiesa fu voluta dal papa Pio X[1] per
ricordare i 1600 anni dell’Editto di Milano (313-1913) con il quale
l’imperatore Costantino diede ai cristiani libertà di culto. La chiesa sorse in
questo punto ancora periferico della città perché si riteneva che dopo la
vittoria nella battaglia di ponte Milvio, l’esercito di Costantino, mentre
procedevano verso Roma, in questo punto suonò le trombe per annunciare la fine
delle ostilità. Progettista della chiesa fu l’architetto romano Aristide
Leonori[2], la prima pietra
venne posta il 17 ottobre 1912, l’edificio fu consacrato il 29 dicembre 1913.
Nell’altare maggiore furono poste le reliquie dei Ss.Andrea apostolo, Valentino
prete, Giacinto e San Silvestro papa. Successivamente venne inaugurato il
pulpito (1938), le vetrate (1940) e nel 1946 i 14 pannelli a mosaico della Via
Crucis di Biagetti[3]. Durante la guerra la
chiesa diede rifugio a ebrei e perseguitati, furono alloggiati nel ballatoio
sopra l’organo, si sistemò una vera e propria camerata con i letti
nell’intercapedine tra il tetto e le capriate. In totale ospitò 200 persone.
Nel dopoguerra in parrocchia funzionavano le cucine per gli sfollati ospitati
nella vicina scuola elementare Alessi. Nel 1953 ebbe nuove campane. Nel 1960 ebbe
la funzione di luogo di culto per gli atleti giunti a Roma per le Olimpiadi. La
chiesa ospita dal 1962 la riproduzione del labaro costantiniano eseguito da monaci benedettini
sotto la guida dell’archeologo Wilpert.
La facciata della chiesa è in stile
basilicale neo paleocristiano, a cortina in mattoni con basamenti, trabeazioni
e cornici in travertino. La precede un ampio portico sostenuto da sei colonne
in granito grigio di Baveno mentre agli angoli stanno due pilastri. I capitelli
sono ionici. Il grande mosaico è stato realizzato su cartoni di Biagio
Biagetti, allievo di Ludovico Seitz. Al centro la croce gemmata, dodici stelle
simboleggiano gli apostoli, i sei angeli simboleggiano la fortezza e la pace
diffuse ovunque dalla croce. Le pecore simboleggiano i fedeli. Sulla sinistra
sta Costantino coronato dall’alloro e corazza dorata, nella destra tiene il
rotolo dell’editto. Accanto a lui sono rappresentanti del popolo cristiano, uno
schiavo con semplice veste e poveri calzari e con le catene spezzate si prostra
ai piedi dell’imperatore. Qui vediamo il vescovo che indossa una tunica bianca,
una cappa rossa e il pallio del buon pastore.
Dall’altro
lato della croce stanno i soldati delle legioni costantiniane. L’insegna è
tenuta da un draconario[4]. I
legionari portano la lancia con rami di alloro. Ai lati stanno due vittorie
sfolgoranti in vesti rosse e recanti palme di vittoria.
Al di sopra della porta maggiore è lo
stemma di Pio X dove appare il Leone di San Marco e l’ancora stellata. Sulla
destra il campanile di 47
metri con ciotole rosse e piastre rettangolari di marmo
verde. Ai piedi del campanile la madonna orante a ricordo del voto fatto nel
1943 dal parroco don Emilio Recchia.
L’interno della chiesa è a tre navate, è
lungo 55 metri ,
larga 28 e alta 32. A
metà della navata destra si accede al battistero ottagonale che è esterno
all’edificio, progettato nel 1961 dall’architetto Carlo Stopponi. Sopra l’altare maggiore è un’alta croce in
bronzo di tre metri e del peso di circa due quintali con specchiature centrali
in alabastro. Al centro è custodita una reliquia della croce. Autore della
croce come dell’altare è Aristide Leonori.
[1] Pio X. Giuseppe
Sarto, nato a Riese nel 1835, già patriarca di Venezia papa dal 1903-1914,
condannò il modernismo e acconsentì alla partecipazione dei cattolici alla vita
politica italiana. Fu canonizzato nel 1954.
[2] Aristide Leonori. E’
autore della chiesa del Sacro Cuore di Gesù a via Piave (1914-16) e della
chiesa di San Patrizio a via Boncompagni.
Una via gli è dedicata al quartiere Ardeatino (Grotta Perfetta). Da:
inforoma.it.
[3] Biagetti. Direttore
della scuola di mosaico del Vaticano.
[4] Draconario. Colui
che portava lo stendardo nella cavalleria romana. Usanza presa forse dai
Sarmati, abitanti lungo il Volga.
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