domenica 1 aprile 2018

Buona Pasqua

   Buona Pasqua a tutti gli amici che seguono questo blog. Sei romano de Roma se... sai chi è l'autore e qual è il titolo di questo quadro che si trova alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale.
Nella foto di ieri il quadro di Amedeo Bocchi, Nel parco.

AMEDEO BOCCHI[1], Nel parco, 1919.
   Artista di Parma ma, a Roma dall'età di diciannove anni, vi è morto quasi centenario. Ha abito a villa Strohl Fern con quegli artisti con i quali ha condiviso l'esperienza della Secessione. Ha lungamente dipinto la campagna romana guadagnadosi l'appellativo di pittore delle "paludi pontine". Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia.
   Esposto alla Biennale di Venezia del 1920, insieme con altre quattro tele tutte incentrate sulla figura femminile, con tale opera l'autore si affermò tra i principali artisti del tempo. La critica evidenzia in questa tela l'influenza dell'espressionismo tedesco (Nolte) per l'acceso cromatismo, nella quale va ravvisata una scelta autonoma di Bocchi rispetto alla pittura italiana del tempo.
   Il quadro è dominato dalla figura di donna - unica protagonista - morbidamente seduta sul bracciolo della  sedia. Il cappello nero a falde larghe proietta l'ombra sul viso della donna, dall'espressione ferma e serena. La figura è immersa nella luce che inonda il parco. La composizione è caratterizzata dalle vaste campiture di verde e giallo, spezzate solo dallo scuro della gonna e piccole macchie di colore dei fiori e del cuscino.


[1] Amedeo Bocchi ( Parma 1883 - Roma 1976) A Roma dal 1902 dove studia all'Accademia, nel 1910 partecipa alla Biennale di Venezia.Si avvicina alla pittura di Klimt e dei Fauves rilevando una straordinaria abitlità decorativa. Nel 1915-16 decora la Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma (di cui progetta anche l'arredamento) con un ciclo di affreschi in cui mostra un liberty del tutto personale nella semplicità delle linee, nella serenità e pacatezza nei sentimenti. Dal 1915 vive a Villa Strohl Fern, dove vivevanomolti artisti con i quali condivideva l'esperienza della Secessione. Espone alla Biennale di Venezia del 1920. Dal 1919 al 1930 si dedica allo studiodella Campagna Romana sulla scia del Gruppo dei XXV, si guadagnò l'appellativo di pittore delle paludi Pontine. Dagli anni Trenta la sua pittura muta in senso spiritualistico, quindi riprende lo stile veristico degli anni giovanili.

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