Nella foto di ieri il quadro di
ENRICO PRAMPOLINI[1], Marinaio nello
spazio, ...
Fin dalla sua adesione al Futurismo, svolse
sempre un ruolo di protagonista in tutte le avanguardie italiane, mantenne i
contatti con le più vivaci avanguardie europee, per primo nelle sue tele fece
uso del polimaterismo, giunse presto all'arte astratta per la quale si battè
nel secondo dopoguerra. Il suo cammino artistico è ben documentato alla Gnam.
Assembla elementi realistici e fantastici,
forse è il suo autoritratto, ironicamente il centro della composizione è
l'ombelico. Più che a un corpo umano, l'opera rimanda a immagini
antropomorfiche (che ha sembianze umane).
[1] Enrico Prampolini (Modena 1894-Roma 1956) pittore. scultore,
scenografo, teorico dell'arte. Fin dalla prima mostra futurista nella capitale,
svolse un ruolo di protagonista in tutte le avanguardie italiane: pur occupando
una posizione preminente nel secondo futurismo, la sua atività assunse i
caratteri dei movimenti che fiancheggiava: dada nel 1917, November Gruppe nel
1919, Section d'Or, Bauhaus, De Stijl,
Cercle et Carrè, Asbstraction Creation.
Cercò sempre di mantener vivo lo spirto dell'avanguardi opponendosi al
Ritorno all'ordine e allacciandosi ai movimenti europei più avanzati. Nelle sue
tele usa più materiale: legno, ritagli di giornali, bottoni, sono le opere
polimateriche. Dopo il 1945 si impegnò per la diffusione dell'arte astratta. E'
stato titolare della cattedra di scenografia all'Accademia di Roma. Molte sue
opere alla Gnam.
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