Nella foto di ieri palazzo Farnese che si trova nella piazza omonima di Roma.
In fondo alla piazza il superbo e
grandioso palazzo Farnese, il
più bello dei palazzi cinquecenteschi, che conclude trionfalmente in Roma
l’architettura del Rinascimento, avviata dal palazzo Venezia.
Venne iniziato nel 1514, per il cardinale
Alessandro Farnese (poi papa Paolo III[1])
da Antonio da Sangallo il Giovane[2],
continuato dopo la morte di questi (1546) da Michelangelo e terminato da
Giacomo Della Porta[3]. Del Sangallo sono le
facciate sulla piazza e sulle vie laterali, fino al coronamento, esclusi il
cornicione e la balconata centrale, opera di Michelangolo, che costruì parte
del secondo e tutto il terzo ordine del cortile. Giacomo Della Porta aggiunse
la facciata posteriore su via Giulia. Il palazzo, passato dai Farnese ai
Borbone di Napoli, è oggi sede (dal 1874) della Ambasciata di Francia presso il
Quirinale. E' visitabile su richiesta e il 14 luglio di ogni anno.
LA FACCIATA. Maestosa e di mirabili
proporzioni, serrata agli angoli da robusta bugnatura, è divisa in tre livelli
da vigorose cornici rettilinee decorate con i gigli farnesiani: al pianterreno,
12 finestre architravate e il grande portale a raggiera di bugne; al primo
piano 12 finestre con semicolonne reggenti alternativamente timpani triangolari
e arcuati, nel mezzo, la loggia architravata tra due coppie di colonne,
coronata da grandioso stemma farnesiano; al secondo piano tredici finestre
tutte a timpano triangolare; corona l’edificio lo splendido cornicione,
anch’esso decorato con i gigli farnesiani, che prende slancio e spicco da vasto
spazio libero sopra le finestre dell’ultimo piano e che viene considerato, con
quello di palazzo Strozzi a Firenze, il più bello del genere (palazzo di fine
400 di Giuliano da Sangallo e Benedetto da Maiano).
[1] Paolo III
Alessandro Farnese (Canino 1468 – Roma 1549), papa dal 1534. Lo stemma della
sua famiglia è composto dai gigli 3-2-1. Convocò il Concilio di Trento nel
1545, approvò la costituzione della Compagnia di Gesù nel 1540. Rimase neutrale
davanti ai conflitti franco asburgici. Prodigo di favore verso i familiari
invesì il figlio Pier Luigi del ducato di Parma e Piacenza nel 1545. Celebre il
suo ritratto opera di Tiziano oggi a Capodimonte. Grande mecenate, commissione a
Michelangelo il Giudizio Universale nella Cappella Sistina. La sua tomba è in
San Pietro, nella Tribuna, opera di Guglielmo della Porta.
[2] Antonio da Sangallo il
Giovane, Antonio Cordini, (Firenze 1484 – Terni 1546); Giuliano da Sangallo
e Antonio da Sangallo il Vecchio erano suoi zii. Architetto allievo di Bramante
ha realizzato la chiesa di Santa Maria di Loreto alla colonna Traiana, San
Giovanni dei Fiorentini iniziata dal Sansovino, la cappella Paolina e la scala
Regia in Vaticano, il bastione Ardeatino nelle mura Aureliane, il palazzo
Sacchetti per se stesso in via Giulia e il pozzo di San Patrizio a Orvieto.
[3] Giacomo Della Porta (Porlezza
Como 1532 – Roma 1602) architetto e scultore, di una famiglia di scultori
ticinesi, fu allievo del Vignola. Realizzò per la chiesa del Gesù di Roma la
cupola, due cappelle e soprattutto la
facciata, il palazzo della Sapienza, Santa Maria ai Monti, la fontana delle
Tartarughe, la villa Aldobrandini a Frascati. Completò la cupola di
Michelangelo con Domenico Fontana.
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