Leggo su "la Repubblica" di ieri (mercoledì 5 aprile 2016) una intera pagina dedicata alle biciclette e agli spostamenti in città, il titolo è "Lo stop dei sindaci - Basta strade ostaggio dei ciclisti", il sottotitolo recita: "Da Nord a Sud raffica di multe al popolo delle bici per troppa indisciplina, così sono un pericolo per tutti". In un articolo al margine Francesco Moser, campione del mondo di ciclismo, dice tra l'altro: "Ma io difendo le due ruote, i prepotenti sono gli automobilisti".
Sembra che molti sindaci d'Italia si stiano organizzando per reprimere seriamente i reati dei ciclisti: pedalano affiancati mentre il codice della strada li vuole in fila indiana; circolano contromano; passano con il rosso; vanno in bici e parlano al cellulare e via dicendo altre irregolarità.
Le leggi devono essere rispettate, questo è certo, penso anche che il problema delle nostre città non siano i ciclisti ma che loro siano la soluzione. Il vero problema sono le troppe auto, il traffico, l'inquinamento atmosferico e acustico, uno sviluppo industriale basato sull'incremento del trasporto di persone e merci con le automobili private. Qui sta il problema vero, questo deve essere affrontato.
Non dimenticherei che in Italia ogni anno muoiono quasi 300 ciclisti, altri 20.000 circa sono feriti, perché loro e i pedoni sono gli utenti deboli della strada.
C'è bisogno di più bici in città, più piste ciclabili o almeno percorsi protetti. Non ci sono altri discorsi o scorciatoie.
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