La valle della Caffarella è una
caratteristica valle fluviale a V con un fiume al centro la cui vita inizia -
geologicamente parlando - tra i 360.000 e gli 80.000 anni fa. A quel tempo vari
strati di materiale vulcanico, espulso dal vulcano Laziale (gli odierni Colli
Albani o Castelli Romani) si andarono ad accumulare sopra sedimenti fluviali e
marini più antichi.
Il corso d'acqua che scorre al centro
della valle è il fiume Almone o marrana della Caffarella che dalle pendici dei
Colli Albani giunge in quest'area fino alla via Appia Antica dove è stato
intubato per finire nel Tevere all'altezza del Gazometro.
Nel periodo di Roma antica la Caffarella fu
luogo per la coltivazione di frutta e ortaggi infatti, se la città poteva
importare il grano da paesi lontani (Sicilia), doveva per forza coltivare nei
suoi dintorni i prodotti di rapido deterioramento. Nel secondo secolo d.C. qui
sorse la villa e la tenuta agricola di Erode Attico. Era un ricchissimo e
famosissimo personaggio della Roma imperiale, fu precettore degli imperatori
Lucio Vero e Marco Aurelio, greco di nascita, per le sue grandi ricchezze si
permise di erigere un teatro sull’acropoli di Atene. Sposando Annia Regilla
ebbe in dote questo fondo, il suo centro era dove in seguito venne costruita la
villa di Massenzio, al di là dell'Appia Pignatelli. Morta la moglie, il marito
fu accusato di omicidio dai parenti della moglie per una questione di eredità,
processato, ne uscì assolto. In seguito si dette a esagerate manifestazioni di lutto.
Il serve che venne condannato per l’uccisione rimase a servizio nella casa di
Erode Attico fino alla morte. In suo onore chiamò il fondo Trioprio, in ricordo
di Triopas, re di Tessaglia, che aveva dedicato a Demetra, dea delle messi, un
santuario nella città di Cnido in Asia Minore. Erode Attico dedicò un tempio a
Cerere e Faustina (l'imperatrice da poco morta), oggi chiesa di Sant'Urbano.
Fece inoltre costruire una tomba per la moglie oggi conosciuta con il nome del
tempio del Dio Redicolo.
Morto Erode Attico divenne proprietà
imperiale, quindi iniziò la decadenza comune a tutta la città aggravata dal
fatto che le vie Latina e Appia si trovavano sulla strada degli eserciti
barbarici. Le opere di irrigazione e di bonifica andarono in rovina mentre la
natura selvatica riprendeva il sopravvento.
Nel medioevo il fondavalle venne diviso in
vari fondi, vennero erette almeno cinque torri di guardia lungo l'Almone.
Intorno all'anno 1000 venne edificate le cosiddette Valche o Mole, specie di
mulini ad acqua destinati alla lavorazione e al lavaggio dei panni di lana
(valche) o per la produzione di farina (mole). Nel medioevo venne chiamata
Vallis Marmorea in quanto legata alla cospicua presenza di statue e marmi
dell’antichità. Fu teatro di accampamenti di eserciti: nel 1412 le armate di
Ladislao I re di Napoli, nel 1417 quelle della regina Giovanna II che gli
succedette al trono, nel 1536, l’ingresso trionfale a Roma di Carlo V reduce
dalla conquista di Tunisi.
Nel Cinquecento la famiglia Caffarelli
(che aveva ospitato a Roma l'imperatore Carlo V) acquistò da vari proprietari
la valle, Giovanni Pietro Caffarelli fece costruire nel 1547 la splendida
Vaccareccia, casale centrale della tenuta agricola, oggi in restauro. La valle
così riunificata prese il nome definitivo di Caffarella. Il fondovalle venne
bonificato, i vecchi canali furono riattivati e ne furono creati di nuovi.
Nel 1695 la tenuta fu venduta ai
Pallavicini e nel 1816 ai Torlonia che all'inizio dell'Ottocento curarono e
completarono l'impianto idrico. Dopo l'unità d'Italia e ancora nel Novecento la
Caffarella divenne meta delle passeggiate "fuori porta" del popolo
romano, una sorta di vacanza estiva allora l'unica possibile per la gran massa
della popolazione. Sorsero, lungo le strade consolari e in Caffarella stessa
delle osterie, la più celebre quella che si trovava nel Ninfeo di Egeria
frequentata da scrittori, poeti e pittori di tutta Europa.
Ai Torlonia sono subentrati i Gerini. Il
PRG del 1931 e il piano particolareggiato del 1953 preannunciava una
suddivisione in strade e lotti edificabili. Il PRG del 1965, a seguito delle
accese battaglie di Italia Nostra e dell'INU (Istituto Nazionale di
Urbanistica) vincolò a parco pubblico l'intero comprensorio dell'Appia Antica.
La lotta degli ambientalisti, guidati da Antonio Cederna, ha portato, negli
anni Settanta ad un primo tentativo di esproprio e di utilizzo del parco con
l'assessore Renato Nicolini (giunte Argan, Petroselli e Vetere), e nel 1988
alla creazione del parco Regionale dell'Appia Antica[1]
(che comprende i primi 16 Km della via Appia Antica) con pochi effetti pratici
per la conservazione e la valorizzazione della Caffarella. Per il 2000 grazie
ai fondi per l'anno Santo si sono svolti grandi lavori per il restauro dei monumenti
presenti nella valle, sono state bonificate molte aree che erano diventate
discariche, è stata resa praticabile la via della Caffarella che attraversa il
parco da Est a Ovest, da via Nicola Nisco (via Latina) al Quo Vadis (Appia
Antica), sono stati eliminati gli orti abusivi, è stato regolamentato lo stagno
sotto via Bitinia. Un grande merito va riconosciuto al Comitato del Parco della
Caffarella, nato nel 1984 ad opera di un gruppo di giovani guidati da Mario
Leigheb, che in questi anni si è battuto per la salvaguardia e la
valorizzazione della valle, inoltre la sua incessante attività ha fatto
conoscere questa zona ai cittadini stessi del quartiere che non vi si
avvicinavano, di grande importanza il ruolo svolto nelle scuole verso le nuove
generazioni. Il primo esproprio di 70 ettari è stato ottenuto nel 1999 (Rutelli
sindaco), altri 40 con i casali nel 2005 (Veltroni sindaco). Recentemente è
stato creato un orto didattico e un frutteto con lo stesso scopo, molto
interessante la ricostruzione di uno stazzo della campagna romana presso la
Vaccareccia, ora ricostruito presso la Cartiera Latina sede del parco. Nel
febbraio 2010 è stata restaurata la cisterna romana presso via Bitinia.
Nell'agosto 2011 sono state impiantate dall'ente parco delle telecamere
anti-incendio. Nello stesso anno un crollo ha interessato la cisterna romana
verso via Appia Pignatelli. Nel gennaio 2012 è partito il restauro della
Vaccareccia. Si sta restaurando una cisterna ninfeo sotto via Latina ang. via
Franco Bartoloni.
[1] Nascita del parco Regionale presidente della Regione Lazio era il
socialista Bruno Landi (1987-90, lo era già stato tra il 1983 e il 1984). Nato
a Capalbio nel 1939, è stato deputato del PSI all'XI legislatura tra il 1992 e
il 1994. Legge regionale n. 66.
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