Il grande artista americano, del quale abbiamo le opere alla Gnam, disse che Roma negli anni del dopoguerra era una città incantata, la città gli sembrava come una foresta di oggetti architettonici che seguiva le volute del barocco senza essere coperte dal traffico. Più tardi definì quel periodo "Quando Roma era un paradiso". Partendo da questa frase Stefano Malatesta ha scritto un bellissimo libro che rievoca gli anni Sessanta. Io li ho vissuti da bambino, ricordo il traffico che non c'era, una vita più serena che si snodava nei cortili dei palazzi dove noi bambini giocavamo numerosi.
Ma come la racconta Malatesta sembra di essere in quegli anni, sembra di percepire tutto il fascino intellettuale ed esistenziale di un tempo svanito. C'erano gli americani che venivano da Hollywood, il mondo del cinema che si mischiava a quello degli artisti di via Margutta, il mondo del teatro, della musica e della danza, una città che era uscita dal dopoguerra e puntava decisa al boom economico, una città nella quale la realtà si mescolava ai sogni.
Per rivivere quegli anni bisogna leggere: Stefano Malatesta, Quando Roma era un paradiso, Skira editore, € 15. La foto della copertina del libro è tratta da ibs.it che ringrazio.
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