Nella foto di ieri il palazzo Doria Pamphili.
Il palazzo volge la facciata
principale su via del Corso, mentre l’ingresso è in piazza del Collegio Romano
2, è ancora un palazzo privato, appartiene ai discendenti della famiglia Doria
Pamphili ed è sede di una delle più prestigiose raccolte d’arte private (aperto
al pubblico) con quadri di: Caravaggio “Riposo nella fuga in Egitto” e la
“Maddalena”; di Filippo Lippi “L'Annunciazione”, di Raffaello il “Doppio
ritratto” (Andrea Navagero e Agostino Beazzano), di Tiziano “La Spagna soccorre
la Religione”, di Diego Velasquez “Ritratto di Innocenzo X” (1650), di Mattia
Preti “Il Concerto”, il “Paradiso terrestre” di Jan Brueghel il Vecchio, il
busto di Olimpia Maidalchini Pamphili marmo di Alessandro Algardi e sculture
del Bernini (busto di Innocenzo X). La famiglia possedeva anche la villa
omonima, oggi aperta al pubblico, iniziata nel 1630, all’interno si trova il
Casino del Bel Respiro di Alessandro Algardi (1644 – 52).
Giovanni Battista Pamphili, Papa
nel 1644, col nome di Innocenzo X[1],
aveva realizzato per la sua famiglia lo splendido palazzo in piazza Navona in
continuità con la chiesa di Sant’Agnese in Agone. Come da tradizione il nipote
Camillo fu nominato cardinal “nepote”, in pratica il vero governatore dello
Stato della Chiesa. Camillo però si innamorò di Olimpia Aldobrandini, per lei
abbandonò la porpora cardinalizia suscitando l’indignazione dello zio papa,
sposò l’amata fuori Roma e andò a vivere lontano dalla corte pontificia. Quando
le acque si furono calmate, la giovane coppia tornò a vivere a Roma risiedendo in questo palazzo che
provvide ad abbellire iniziando così la collezione d’arte che noi oggi abbiamo
la fortuna di vedere.
Il palazzo suscitò lo stupore
e l’imbarazzo del kaiser di Germania Guglielmo II che, intervenuto ad un
ricevimento, si scusò di non essere in grado di ricambiare tale ospitalità.
Il palazzo si è venuto
costituendo nell’arco di quattro secoli. Il primo nucleo si formò a metà del
Quattrocento, accanto alla chiesa di Santa Maria in via Lata. Fu portato in
dote nel 1647 da Olimpia a Camillo Pamphili che lo fece ingrandire da Antonio
Del Grande[2],
al quale si devono i prospetti sulla piazza e su via della Gatta. La facciata
sul Corso venne rifatta nelle forme attuali da Gabriele Valvassori[3]
(1731-34). Gli ultimi grandi lavori, diretti da Andrea Busiri Vici[4],
iniziarono nel 1846 e si protrassero fino alla fine del secolo.
La facciata sul Corso è una
delle architetture più originali e innovative della prima metà del Settecento
romano, ha un accentuato andamento orizzontale, le finestre del mezzanino e del
piano terra sono fantasiose e agganciate alle fasce orizzontali, quelle
del primo e secondo piano hanno timpani
diversi sul balcone centrale e sulle testate, i capitelli delle colonne dei
portali hanno lo stemma araldico in sostituzione delle foglie d’acanto. Il
cortile d’onore, a pianta quasi quadrata con portico ad arcate su colonne,
risalente ai primi del Cinquecento, all’origine aveva un piano superiore che fu
tamponato dal Valvassori che creò così la galleria sui quattro lati raccordanti
i vari nuclei del palazzo.
[1]
Innocenzo X Giovanni Battista
Pamphili. Nunzio in Francia e Spagna, cardinale dal 1629, cercò di rafforzare
lo Stato della Chiesa mantenendone l'autonomia. Protesse gli artisti, tra
questi Bernini e Borromini. Lottò contro i Barberini del predecessore Urbano VIII.
Condannò Giansenio, fu attivo nella Controriforma. La cognata donna Olimpia
Maidalchini detta la Pimpaccia curò i suoi interessi e venne odiata dal popolo
come testimonia Pasquino. Incaricò il Bernini di progettare la chiesa di
Sant'Andrea al Quirinale, la fontana dei Quattro Fiumi e il palazzo Pamphili in
piazza Navona.
[2]
Antonio del Grande (Roma 1625-1671)
autore di San Barnaba a Marino, per Innocenzo X eresse le Carceri Nuove in via
Giulia, considerate le prime carceri moderne .
[3]
Gabriele Valvassori architetto
romano del Settecento, ha lavorato a villa Doria Pamphili, all'altare maggiore
di Sant'Agnese in Agone, chiesa di Santa Maria dell'Orto a Trastevere e Santi
Quirico e Giulitta in via Tor de Conti (rione Monti), piccoli interventi in
villa Aldobrandini a Frascati.
[4]
Andrea Busiri Vici (1818-1911)
Capostipite di una famiglia di architetti, fu architetto della fabbrica di San
Pietro e della famiglia Pamphili. Progettò il quartiere e la fontana di piazza
Mastai nel 1863-65, la facciata, l'ampliamento e il cortile di palazzo Doria in
via della Gatta, l'ampliamento di palazzo Colonna in piazza Santi Apostoli nel
1876.
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