sabato 24 settembre 2022

Bellissimo in parco degli Acquedotti a fine estate!

 


      Il parco si trova nel territorio del VII Municipio (fino al 2013 era il X) fa parte del Parco Regionale dell'Appia Antica ed è compreso nei quartieri XXV Appio Claudio e XXVI Appio Pignatelli (Statuario -  Quarto Miglio). E' delimitato dalla via del Quadraro, via Lemonia, via delle Capannelle e la linea ferroviaria per Napoli (con due tracciati quasi paralleli: per Cassino e per Formia). L'estensione del parco è di 240 ettari[1]. Il parco è facilmente raggiungibile con la metro A scendendo alla fermata Giulio Agricola.

     Il nome deriva dalla presenza in elevato o sotterranea di sette acquedotti (sei romani[2] e uno rinascimentale): Anio Vetus (sotterraneo), Marcia, Tepula, Iulia e Felice (sovrapposti), Claudio e Anio Novus (sovrapposti). Di questi quattro captavano le acque dall’alta valle dell’Aniene, due (Tepula e Iulia) dai Colli Albani, tutti arrivavano a porta Maggiore.

     In passato l'area era nota come "Roma Vecchia" dal nome dell'omonimo casale. Fino agli anni Cinquanta - quando iniziò la costruzione del quartiere INA Casa Tuscolano la zona era meta delle passeggiate "fuori porta" del popolo romano, una sorta di vacanza alla portata di tutti.

     Nell'area del parco si trovano, oltre a testimonianze dell'epoca romana, manufatti di epoca rinascimentale e ottocentesca: la villa delle Vignacce, la tomba dei Cento Scalini, una cisterna con torretta, varie tombe, resti del basolato della via Latina, il casale di Roma Vecchia, il casello della ferrovia Roma Frascati di Pio IX.

     Ci hanno parlato di questo luogo e ci hanno lasciato pagine memorabili scrittori, poeti e artisti, ricordiamo: Goethe, Stendhal, Chateaubriand, Gogol, Turgenev, Flaubert, Corot, Gregorovius, D’Annunzio, Coleman.

     E’ stata proprietà dei Torlonia, fino a pochi anni fa si poteva vedere lo stemma della famiglia in vari punti. I marmi più pregiati che vennero ritrovati nel parco si trovano nel museo Torlonia di via della Lungara, nel 2020-21-22 una scelta delle opere è stata esposta a palazzo Caffarelli.

     L'area venne destinata a verde pubblico dal PRG del 1965, negli anni Settanta è stata espropriata e liberata dai borghetti popolati da poverissimi immigrati dalle regioni meridionali dell'Italia e dalle campagne. Tale baraccopoli si addossava alle arcate degli acquedotti come avveniva in via del Mandrione al quartiere Tuscolano. Grazie all'opera di sensibilizzazione di un comitato di cittadini e all'appoggio di studiosi quali Lorenzo Quilici, nel 1988 il parco degli Acquedotti fu inserito nel Parco Regionale dell'Appia Antica costituito quell'anno.

     Nel 2011 è stato realizzato il ripristino idrico e paesaggistico della Marrana o Fosso dell'Acqua Mariana.


[1] Estenzione del parco il dato è fornito da: it.wikipedia.it e confermato da: parcoacquedotti.it. Non è credibile amicidiroma che parla di soli 15 ettari.

[2] Acquedotti costruiti dai romani in tutto erano 11. I romani potevano disporre di 13 metri cubi al secondo di acqua. Come affermò il curator aquarum Frontino i romani costruivano tenendo presenti tre principi: firmitas, venustas utilitas, cioè solidità, bellezza e utilità.




1 commento:

  1. É stata una bellissima passeggiata e utile per scoprire posti e storie di questo parco a me sconosciuti!

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