martedì 31 gennaio 2017

Due novità dalla Caffarella. Una buona l'altra meno.

   Due importanti novità dal meraviglioso parco della Caffarella. Tali notizie ci giungono dal sempre attivo e ammirevole comitato per il parco della Caffarella. Il 31 gennaio, oggi, è stata approvata all'unanimità dal consiglio del VII Municipio la delibera sulle aree della Caffarella espropriate e lasciate dal 2004 gratuitamente agli ex proprietari. Ora la palla passa all'assessorato al Patrimonio del Comune di Roma. Il testo della risoluzione si può leggere sul sito caffarella.it.
Sepolcro di Annia Regilla in Caffarella.

   Ancora vergognosi ritardi nella realizzazione del collettore fognario del Quarto Miglio e di Statuario: da cinque mesi manca sempre e solo l'istallazione del quadro elettrico e il suo allaccio alla rete! Così 27.000 cittadini di Quarto Miglio e Statuario continuano a sversare i loro liquami nel fiume Almone. Anche qui consultare il sito caffarella.it per maggiori informazioni.
Il fiume Almone in Caffarella.

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il teatro che vedi sotto.
Nella foto di ieri il teatro Sistina, nella via omonima.
     Costruito su progetto di Marcello Piacentini, inaugurato il 28 dicembre 1949, è costituito di una sala lunga 28 metri e profonda 30 priva di colonne o pilastri tale da permettere una visione ottimale da qualunque punto del teatro stesso. In platea ci sono1.015 posti, in galleria 566.
     Ad inaugurare il teatro furono Totò e Isa Barzizza con "Bada che ti mangio", il Principe della risata fu entusiasta del nuovo teatro per l'eleganza e l'acustica innovativa. Contemporaneamente vi era anche una programmazione cinematografica.
     A fine estate del 1950 la Società che gestiva il Sistina e l'Adriano decise che il teatro Adriano diventasse definitivamente sala cinematografica mentre il Sistina venne consacrato agli spettacoli teatrali.
     Nell'ottobre del 1950 la Bisarca di Pietro Garinei e Sandro Giovannini avviarono il nuovo corso del teatro, era uno spettacolo nuovo basato essenzialmente sui temi dell'attualità che ebbe grande successo.. Negli anni successivi il teatro ospitò le principali riviste dell'epoca.
     Nel 1952 Garinei e Giovannini danno l'avvio alla commedia musicale imperniata sulla figura di Renato Rascel: "Attanasio cavallo vanesio", "Alvaro piuttosto corsaro" e "Tobia, la candida spia". Precedentemente Carlo Dapporto e Delia Scala avevano presentato "Giove in doppiopetto". Dopo questi trionfi si tornò al cinema, venne chiamato Cinerama, vennero allestite tre cabine di proiezione che rovinaro l'interno del tearo. L'esperimento fu fallimentare e si tornò al teatro. Fu ancora la volta di Garinei e Giovannini con "La granduchessa e i camerieri" con Riccardo Billi, Mario Riva e la divina Wanda Osiris, "Carlo non farlo" con Carlo Dapporto, Lauretta Masiero e il Quartetto Cetra, "Buonanotte Bettina" con Walter Chiari, Delia Scala e Paolo Panelli, "L'adorabile Giulio" con Carlo Dapporto, Teddy Reno e Delia Scala, "Un trapezio per Lisistrata" con Delia Scala, Mario Carotenuto, Nino Manfredi e Paolo Panelli. Trionfale successo ebbe Totò con "A prescindere".
     Il 1960 è un anno importante nella storia del teatro Sistina, la gestione viene affidata a Garinei e Giovannini, tale ruolo venne ricoperto fino al 2006 anno della scomparsa di Pietro Garinei (Giovannini era morto nel 1977). In questi 46 anni il Sistina è diventato il più importante teatro italiano privato, famoso in tutta Europa. Fra i tanti capolavori dovuti alla geniale coppia è impossibile dimenticare: "Aggiungi un posto a tavola", "Rugantino", "Il giorno della tartaruga", "Un paio d'ali", "Alleluja brava gente". Spettacoli che sono stati tradotti in sedici lingue diverse.
     Tra i nomi consacrati alla fama dal Sistina vanno ricordati - oltre ai già citati - Marcello Mastroianni, Aldo Fabrizi, Gino Bramieri, Johnny Dorelli, Paolo Panelli e Bice Valori, Enrico Montesano, Gigi Proietti, Enrico Maria Salerno, Gloria Guida, Mariangela Melato, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Massimo Ghini e Serena Autieri.
     Nel 2003 il teatro Sistina è stato ufficialmente riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come "Teatro Stabile della Commedia Musicale Italiana". Nel 2008 è stato premiato dall'AGIS come teatro con il maggior numero di incassi. Dal 2007 il direttore artistico del Teatro Sistina è Gianmario Longoni.

lunedì 30 gennaio 2017

Salviamo il Museo della Civiltà Romana all'EUR.

   Un importante museo di storia e cultura romana, con un criterio espositivo didattico, è chiuso dal 2014. Stiamo parlando del Museo della Civiltà Romana all'Eur. Nei giorni scorsi c'è stata una protesta di archeologi che hanno denunciato anche la situazione di grave degrado dell'area circostante il museo.

Il Comune a risposto che i lavori di restauro partiranno a marzo. Speriamo bene! E' un museo troppo importante per tenerlo chiuso.

   Il palazzo è un dono della Fiat alla città di Roma. Il museo è stato adottato dall’Istituto Comprensivo Matteo Ricci di via delle Costellazioni 369 (Torrino), il plastico è stato adottato dall’ITCG Federico Caffè di via di Villa Pamphili 86 (da: La scuola adotta un monumento 2005/07, ed. Palombi). Salendo la scalinata del portico si può vedere – in corrispondenza di un cancello bianco - la sagoma dell’originale cupola conica che l’architetto Giulio Sterbini ha ideato per la cappella dell’ISTITUTO DELLE SUORE DI NEVERS, struttura dei primi anni Settanta.

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sai come si chiama e dove si trova il teatro che vedi sotto.

Nella foto di ieri il teatro Salone Margherita
che si trova in via Due Macelli, vicino a piazza di Spagna.

domenica 29 gennaio 2017

Pedalata della memoria

Oggi alcune associazioni cicloamatoriali romane hanno partecipato alla "Pedalata della memoria" che vuole ricordare il sacrificio di tanti ebrei (e non solo) nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Partenza dalla stazione Tiburtina. Da qui partivano i treni diretti ai campi di concentramento.

Omaggio alla lapide che ricorda i deportati.


Il corteo dei ciclisti transita per via Cavour.

Siamo alla Madonna dei Monti.

Il presidente dell'Opera Nomadi Massimo Converso,
ricorda i nomadi caduti nei campi di concentramento.

Anche un tandem alla pedalata.

Via di San Giovanni in Laterano, si ricordano i gay
mandati a morte nei campi di concentramento.


Portico d'Ottavia. Questo luogo ricorda la deportazione degli ebrei
romani avvenuta il 16 ottobre 1943.

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Nella foto di ieri il teatro Quirino di via delle Vergini
(presso fontana di Trevi).

     Al nome storico del teatro Quirino è stato aggiunto quello di Gassman come riconoscimento ad uno dei più grandi attori teatrali e cinematografici di Roma. Attalmente è a forma di ferro di cavallo con due balconate e una galleria, complessivamente può accogliere 930 posti.    
     Venne costruito nel 1871 per volere del principe Sciarra che decise di affidare il progetto all'architetto Giulio De Angelis[1]. Il luogo era all'interno delle proprietà del principe. Il momento di creare un teatro era propizio vista la caduta del potere temporale dei papi, non vi erano più le limitazione di censura del precedente regime.
Costruito interamente in legno venne eretto in una sola giornata. Vi si rappresentavano operette indirizzate ad un pubblico di ceto medio. Il nome del teatro fu da subito Quirino in onore del colle Quirinale che a sua volta ricorda i quiriti (dal nome della tribù di sabini stanziati sul quirinale da cui provenne il secondo re di Roma Numa Pompilio, i romani chiamavano se stessi quiriti secondo quanto affermano gli storici Tito Livio e Plutarco).
     In occasione della creazione di una strada più ampia per collegare il Corso con fontana di Trevi, nel 1882, il teatro venne demolito e ricostruito in muratura a pochi metri di distanza sempre ad opera di De Angelis. Allora il teatro venne dotato di una sala a ferro di cavallo e due orini di palchi, la struttura era metallica, ornata di colonnine di ghisa in stile neoclassico. Nel 1898 i lavori furono conclusi e gli interni ornati con drappi, velluti e stucchi dorati, la programmazione del teatro cambiò, entrarono l'opera lirica e il balletto.
     Nel 1914 il teatro cambiò volto, assumendo l'aspetto di un edificio di stile razionalista, venne aggiunto un terzo ordine di palchi e costruito un tetto apribile. Queste innovazioni si devono a Marcello Piacentini. Lo stesso architetto portò altri cambiamenti nel 1954 creando uffici per l'ETI che nel frattempo aveva preso in gestione diretta il teatro. I palchi vennero quasi tutti eliminati, si costruì una pensilina. Dal 2009 il direttore artistico del teatro è Geppy Gleijeses.
     Dopo la scomparsa di Vittorio Gassman (1922-2000) il teatro gli è stato intitolato per ricordare il grande attore, regista, sceneggiatore e scrittore romano di adozione. E' stato attivo in campo teatrale, cinematografico e televisivo. Con Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi e Ugo Tognazzi è considerato uno dei mostri sacri della commedia all'italiana. Tutti ricordano: "Riso amaro" del 1949, "I soliti ignoti" del 1958, "La grande guerra" del 1959, "Il sorpasso" del 1962.


[1] Giulio De Angelis (1850 - 1906) autore del palazzo e galleria Sciarra nel 1883, del palazzo dei grandi magazzini Bocconi poi Rinascente ora Zara in via del Corso nel 1886, palazzina Borghese su via Ripetta Tomacelli.

sabato 28 gennaio 2017

Terminato il restauro della fontana degli artisti a via Margutta

   Uno dei punti più romantici di Roma. Lo conoscono gli intellettuali e gli amanti della città eterna. Questo è via Margutta, sede di studi di artisti dal Settecento, alle falde del Pincio, vicinissima alla sempre romantica piazza di Spagna e alla via degli antiquari: via del Babuino. Finalmente una buona notizia: è terminato il restauro iniziato il 4 dicembre della fontana degli artisti, tali lavori sono stati resi possibili da una donazione di 10.000 euro del Lions Club Roma.  Sono state tolte le incrostazioni calcaree, impermeabilizzate le vaschette.

     Nel 1926 l’architetto romano Pietro Lombardi[1] ebbe l’incarico dal primo governatore di Roma Filippo Cremonesi[2] di realizzare dieci fontanelle con i simboli dei rioni di Roma o le particolarità degli stessi. Le fontane dovevano sorgere nei rioni: Monti, Sant’Eustachio, Campo Marzio, Ripa, Trastevere e quartiere San Lorenzo. Inoltre tre dovevano sorgere nel rione Borgo (a porta Angelica, porta Castello e piazza Scossacavalli).
     Lombardi ne progettò molte di più, non tutte vennero realizzate, due andarono distrutte: quella al Verano per il bombardamento del 1943 e quella in piazza Scossacavalli (un abbeveratoio che adattava una vasca del Maderno) per la realizzazione di via della Conciliazione. Alcune sono addossate a costruzioni, altre sono libere nello spazio, tutte sono in travertino.
     Attualmente sono in funzione otto fontane:
-          fontana della Pigna, in piazza San Marco;
-          fontana dei Libri, in via degli Staderari;
-          fontana delle Palle di Cannone, in via di Porta Castello;
-          fontana delle Tiare, al passetto di Borgo;
-          fontana della Botte, in via della Cisterna;
-          fontana del Timone, in lungotevere di Ripa Grande;
-          fontana dei Monti, a via San Vito; la forma allude ai tre colli del rione Monti: Esquilino, Viminale e Celio. Vicino si trova l’Arco di Gallieno (262).
-          fontana delle Arti o degli Artisti, a via Margutta con secchio, pennelli e cavalletto allude alle abitazioni e studi per artisti presenti nella strada dalla fine del Cinquecento. I due mascheroni da cui fuoriesce l’acqua, uno sorridente l’altro triste alludono all’alterna vicenda della vita di qualunque artista.
     L’architetto Pietro Lombardi, in precedenza, aveva realizzato la fontana delle Anfore (1926) in piazza di Testaccio nell’omonimo rione, tale fontana faceva riferimento al monte dei Cocci, il luogo nel quale venivano gettate le anfore rotte sbarcate dal porto tiberino.


[1] Pietro Lombardi. (Roma 1894-1984) Da guida rossa del Tci, pag. 889. Collaboratore di Armando Brasini e Marcello Piacentini. Coautore con Vittorio Cafiero della caserma di viale Romania (comando generale dell’Armadei Carabinieri), ha costruito diverse palazzine ai Parioli e cappelle al Verano. Da: Claudio Rendina (a cura di) Enciclopedia di Roma, Newton, 2005, vol. II, pag. 648. Diplomato architetto all’Accademia di Belle Arti di Roma, fu architetto capo dell’isola di Rodi quindi professore all’Accademia di Belle Arti di Roma per 11 anni. Ottenne premi e riconoscimenti in numerosi concorsi ai quali partecipò. Realizzò scenografie per i film come Quo Vadis? Da: www.casadellarchitettura.it.
[2] Filippo Cremonesi. (Roma 1872-1942) banchiere e senatore del regno, sindaco di Roma dal giugno 1922 al marzo 1923, commissario straordinario di Roma quindi primo governatore dall’ottobre 1925 al dicembre 1926, dal 1927 presidente dell’Istituto Nazionale Luce, presidente della Croce Rossa dal 1928 al 1940.

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Nella foto di ieri il teatro Quirinetta in via Marco Minghetti.

venerdì 27 gennaio 2017

Nuovi ponti sul Tevere aperti solo per noi ciclisti

   Tutti gli amanti dei percorsi in bici nella natura sanno che ci sono dei ponti sul Tevere all'altezza della Magliana gestiti dall'ACEA, sarebbero praticabili a piedi o in bici. Se fossero aperti al pubblico, permetterebbero a chi abita a Corviale, Trullo Casetta Mattei e Bravetta di raggiungere facilmente la pista ciclabile Dorsale Tevere Sud. I ponti in questione sono vicini alle fermate della FS1 (per intenderci, la linea che raggiunge l'aeroporto di Fiumicino) Magliana e Muratella. Un sopralluogo di Acea, Comune di Roma e di alcuni membri del Coordinamento Roma Ciclabile con la Federazione Ciclistica Italiana Lazio, sembra avere aperto la strada alla messa a disposizione di tutta la cittadinanza dei ponti in questione.
   Speriamo che presto si realizzi tale disponibilità, sarebbe un bel passo in avanti per la ciclabilità romana.

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Nella foto di ieri il teatro Nazionale in via Depretis al Viminale.

giovedì 26 gennaio 2017

Harry Potter book night

Il 2 febbraio le librerie di tutto il mondo celebrano la Harry Potter Book Night e non mancheranno gli appuntamenti.
   Fra le tante iniziative ci piace segnalare quella di una piccola libreria rimona in un quartiere semi periferico. Si tratta della libreria First Laugh, in via Gino Capponi 146 (fermata metro A Furio Camillo).  Una grande festa a tema potteriano, dove potrete rivivere la cerimonia di smistamento e assaggiare magici dolcetti. Tutti gli amanti di Harry Potter, dai 6 ai 99 anni, potranno partecipare alla Caccia al tesore per scoprire i segreti di Hogwarts nascosti tra gli scaffali della libreria. Per i più piccoli laboratorio creativo "Crea la tua bacchetta" dai 2 anni in su.
     Ingresso a 5 euro, prenotarsi al numero 06 78.10.278.
Panoramica del mercato dell'Alberone
in via Gino Capponi.

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Nella foto di ieri il teatro Jovinelli che si trova 
in via Guglielmo Pepe, a due passi da piazza Vittorio.
     E' un teatro destinato alle rappresentazioni comiche, dovuto all'impresario Giuseppe Jovinelli che volle un teatro di varietà degno di essere parogonato a quelli di prosa. L'inaugurazione avvenne il 3 marzo 1909.
     Negli anni precedenti alla prima guerra mondiale si esibirono cantanti (anche in duetti), attori comici, danzatrici, acrobati e trasformisti. Tra i nomi più famosi abbiamo Raffaele Viviani ed Ettore Petrolini che qui ebbe la sua prima scrittura importante nel 1910.
     Negli anni del primo dopoguerra si esibì su questo palco il grande Totò, ebbe un grande pubblico e vi rimase fino al 1921. L'attore raccontò il suo incontro con l'impresario in "Siamo uomini o caporali". Subendo la concorrenza del cinema si trasformò in avanspettacolo e iniziò il declino.
     Nel dopoguerra fu anche sede di incontri di pugilato, negli anni Cinquanta assunse il nome di Ambra Jovinelli e fu sede di avanspettacolo. Con la concorrenza della televisione divenne sede di spettacoli di spogliarello seguiti da film erotici, negli anni Settanta era un cinema a luci rosse.
     Il 29 aprile 1982 un incendio, dovuto a cause tecniche, bruciò l'intero teatro, subì un lungo periodo di abbandono finchè nel 1990 la famiglia Jovinelli mise in vendita la struttura che fu acquistata da una società milanese. Un gruppo di artisti e intellettuali si mobilitarono per salvarlo. Nel 1997 la Sovrintendenza mise un vincolo sullo stabile finchè il 25 gennaio 2001 venne riaperto al pubblico dopo un accurato restauro. La direzione artistica venne affidata a Serena Dandini.
     Fra gli artisti di questa nuova gestione si ricordano: Ascanio Celestini, Lillo e Greg, Francesc Reggiani, Neri Marcorè, Valerio Mastandrea, Vincenzo Salemme, Giorgio Panariello, Lella Costa, Daniele Luttazzi, Angela Finocchiaro, Claudia Gerini, Silvio Orlando, Massimo Wertmuller.

mercoledì 25 gennaio 2017

Nuova vita per via Veneto


   Via Veneto è, nell'immaginario collettivo, la via della "Dolce vita". Ci ricorda il celebre film di Federico Fellini, gli anni fantastici del grande successo di Cinecittà, con i divi del cinema americano presenti a Roma. Ma sono stati anche gli anni del boom economico, di un grande sviluppo economico dell'Italia, di un grande miglioramento nel tenore di vita degli italiani.

   In queste ore c'è un progetto all’esame della commissione antiabusivismo del I Municipio per il rilancio della strada. E' previsto il restyling completo dell’area, nuovi marciapiedi, abbattimento di quattro dehors, nuovi attraversamenti pedonali, meno tavolini, misure anti traffico (con lo spostamento della Ztl in piazza Barberini) e più decoro.
   Se il progetto andrà in porto via Veneto rinascerà a nuova vita.




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Nella foto di ieri il teatro Eliseo in via Nazionale.
     Il teatro Eliseo è il più giovane dei grandi teatri romani sorto nella primavera del 1900 come teatro all'aperto dotato del solo palcoscenico in legno, era situato praticamente sulla terrazza del palazzo Rospigliosi. Il nome era praticamente obbligato Arena Nazionale. Solo sei anni dopo si decise di erigere un vero e proprio teatro in muratura e fu il primo teatro interamente in cemento armato, cambiò il proprio nome in teatro Apollo.
     Nel 1912 il ridotto (spazio separato per eventi minori) venne reso indipendente. Il teatro si chiamò Cines, mentre il ridotto Sala Apollo divenne un locale notturno. Nel 1914 la facciata assume lo stile liberty attuale e il Cines divenne sala cinematografica ma saltuariamente vi si tennero spettacoli teatrali. Durante la prima guerra mondiale cambiò ancora nome in Gran Cinema.
     Con la fine della "grande guerra" il teatro assunse finalmente il nome di teatro Eliseo. Vi si tennero operette, opere liriche e ancora prosa. Nel 1938 avvenne un ulteriore rifacimento ad opera di Luigi Piccinato[1] che diede al teatro una forma più elegante e simile all'attuale. Venne aumentata la capienza del teatro, si passò da 600 a 1300 spettatori, venne ampliato lo spazio scenico per l'introduzione di nuovi macchinari e allargato il boccascena.
     Nel 1979 si entrò in possesso del Piccolo Eliseo dove si tennero regolari stagioni di prosa in uno spazio per 300 spettatori. Nel 1982 Giancarlo Capolei ristrutturò l'Eliseo riducendo i posti a 956, per una maggiore comodità e visibilità, ammodernando gli impianti.
     Attualmente il teatro Eliseo e il Piccolo Eliseo Patroni Griffi[2] hanno un cartellone regolare che spazia dalla prosa classica alla contemporane, è tra i teatri più frequentati della capitale.  


[1] Luigi Piccinato (Legnago, Verona 1899 - Roma 1983) architetto e urbanista, teorico della storia dell'architettura. Nel 1959 vinse il concorso per la stazione di Napoli, nel 1953 ha redatto il PRG di Matera, nel 1961 quello per lo stadio Adriatico di Pescara. Nel 1945 ha fondato con Zevi, Ridolfi e Nervi l'APAO l'Associazione per l'Architettura Organica che voleva portare in Italia le idee di Wright. Ha insegnato nelle Università di Napoli, Venezia e Roma. E' stato consigliere comunale a Roma per il PSI. Case in piazza Santa Maria Liberatrice - via Branca - via Vanvitelli, villini in via Monte Parioli.
[2] Giuseppe Patroni Griffi (Napoli 1921 - Roma 2005) regista teatrale, drammaturgo e sceneggiatore, è stato direttore artistico del teatro Eliseo, allievo di Luchino Visconti.

martedì 24 gennaio 2017

Quelli che pedalano

   Quello che vogliamo segnalare questa sera è un bel libro scritto da un ciclista intelligente, un uomo squadra, che dopo l'attività professionistica è diventato commentatore di gare sportive e scrittore di grande sensibilità. Stiamo parlando di Davide Cassani, un ciclista, un uomo, stimato da tutti nel suo ambiente sportivo.
La foto di copertina del libro è presa da amazon
che si ringrazia.

   Qual è la bicicletta giusta per cominciare? Come si fa a trovare la motivazione per alzarsi la domenica mattina e affrontare sessanta chilometri sui pedali? Come coprirsi nella brutta stagione? Come alimentarsi in una gran fondo? A queste e alle molte domande dei cicloamatori risponde Davide Cassani. Ne è venuto fuori un manuale in cui svela ragioni, accorgimenti, strategie e tabelle di preparazione di uno sport bellissimo praticato da circa 3 milioni di italiani.
   Un libro che appassionerà anche i non atleti, anche i semplici praticanti della domenica.

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Nella foto di ieri il teatro di Marcello che si trova nella via omonima.
Costruito a più riprese tra il 46 e il 13 a.C.  per volere di Cesare prima e di Augusto poi, che lo dedicò al nipote, figlio della sorella Ottavia, scomparso in giovane età, a lui pensava di trasmettere il potere (una statua in bronzo dorato venne posta sulla scena). Funzionò come teatro fino al IV secolo (anche se nel 370 alcuni blocchi di travertino furono utilizzati per il restauro di ponte Cestio).
     La sua costruzione fatta con il patrimonio personale di Augusto, esproprio del terreno compreso, comportò l'abbattimento di parte del circo Flaminio - che da allora divenne una semplice piazza - e lo spostamento di alcuni edifici sacri come il tempio di Apollo Sosiano[1] e il tempio di Bellona. Vari i restauri nel corso dei secoli.
     Nel medioevo si trasformò in castello fortificato, fu proprietà dei Pierleoni, poi dei Faffo e dal XIII secolo dei Savelli che diedero incarico a Baldassarre Peruzzi di erigere il palazzo tutt'ora esistente sopra le arcate della facciata. Nel Settecento passò agli Orsini a cui ancora appartiene nonostante gli espropri degli anni Trenta nei quali furono eliminate le botteghe e abitazioni che occupavano le arcate e lo spazio circostante. I fornici interrati per circa 4 metri furono riportati alla luce.

     La cavea a pianta semicircolare è sorretta da sostruzioni, muri a raggiera, collegati da volta a botte inclinate sotto i gradini della cavea, vengono interrotti da due ambulacri concentrici, uno esterno, che si apre con arcate e uno più interno. Gli ambienti più esterni furono utilizzati fin dalla costruzione come botteghe. Un ambiente centrale presenta sulla volta decorazioni in stucco bianco articolata in tondi e ottagoni con figure di repertorio. Il teatro poteva ospitare 15.000 persone, in casi particolari si poteva arrivare a 20.000.

     La facciata in travertino presentava tre ordini, i due inferiori con le arcate inquadrate da un ordine di semicolonne doriche (prive di base) al piano terreno e ioniche superiormente. Originariamente le arcate erano 41. I due ordini sono separati da una fascia con risalti in corrispondenza delle semicolonne, che funge da marcapiano. Dell'attico restano poche tracce. Le chiavi d'arco erano decorate da grandi mascheroni teatrali in marmo bianco, alcuni sono stati recuperati. L'altezza originaria doveva così raggiungere i 32,60 metri circa (oggi misura 20 metri).
     A causa della natura paludosa del terreno, vicino al fiume, le fondazioni furono rafforzate con pali di rovere, sopra i quali venne gettata una piattaforma di calcestruzzo. La cavea del diametro di 129,80 metri, era divisa in una parte inferiore accessibile dall'ambulacro, una intermedia accessibile dal secondo piano e una parte superiore accessibile dall'ultimo livello. Presso l'orchestra sono venuti alla luce i  posti in marmo con seggi riservati alle autorità.
     La scena - celebrata per la sua sontuosità - è completamente perduta ma ci rimane in un frammento della Forma Urbis Severiana[2], la pianta di Roma del III secolo. Aveva un portico di sei colonne rivolto all'esterno, ai lati due aule con volte a crociera, dietro la scena due tempietti.


[1] Tempio di Apollo Sosiano importantissimi resti del frontone sono conservati alla Centrale Montemartini.
[2] Forma Urbis Severiano o Romae, è una pianta della città di Roma incisa su lastre di marmo dell'epoca di Settimio Severo (203-211), era collocata nel tempio della Pace oggi chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Era di m 13 x 18. Se ne conservano 1.186 frammenti nei musei Capitolini. il 10/15% del totale, ma abbiamo disegni rinascimentali di altri pezzi andati perduti.

lunedì 23 gennaio 2017

Portici di piazza Vittorio liberi da bancarelle

   Nei giorni scorsi i giornali hanno dato conto di una sentenza del Tar secondo la quale dovranno andare via da sotto i porti della piazza più Umbertina di Roma le bancarelle che più o meno legalmente stazionano in quel sito. Il Tar ha dato ragione ai residenti e agli stessi negozianti della piazza che erano infastiditi dalla presenza delle bancarelle e soprattutto denunciavano una situazione di degrado igienico.





   Io penso che questo provvedimento sia giusto, c'è bisogno di maggiore decoro nel rione Esquilino e in tutta la città, c'è bisogno di legalità.
   Gli anziani ricordano quando i banchi del mercato di piazza Vittorio si estendevano fin sotto i portici. Era una città che usciva dalla guerra, la città degli anni Cinquanta, la cui immagine ci viene tramandata dai film del neorealismo. Eppure quella generazione ha saputo crescere, migliorare la propria situazione economica e soprattutto quella dei propri figli.

Sei romano de Roma se...

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Nella foto di ieri il teatro dell'Opera 
che si trova in piazza Beniamino Gigli
a due passi dalla stazione Termini.
     E' il massimo teatro di Roma e uno dei più importanti al mondo per l'opera lirica. Costruito nel 1878-80 da Achille Sfondrini[1] per conto dell'albergatore Domenico Costanzi (proprietario dell'albergo Quirinale confinante con il teatro dell'Opera) per cui venne chiamato teatro Costanzi per vari decenni (a quella data il teatro della lirica era il teatro Apollo - di epoca seicentesca come il Valle e l'Argentina - ma demolito per la costruzione degli argini del Tevere). L'inaugurazione avvenne il 27 novembre del 1880 con Semiramide di Rossini alla presenza dei sovrani Margherita e Umberto, dell'aristocrazia, del mondo politico e imprenditoriale romano (la data è ricordata con l'apertura della stagione). Acquistato dal Comune di Roma e restaurato radicalmente nel 1926-28 da Marcello Piacentini[2] cui si deve la facciata a portico, un ulteriore restauro venne compiuto nel 1960. La facciata a semplici linee  e con una finestrata di nove balconi, porta sull'attico le figure a rilievo delle cinque Muse[3], opera di Giuseppe Scirocchi del 1960, ed è preceduta da un portico a terrazza. La sala conserva ancora la struttura ottocentesca a quattro ordini di palchi e due gallerie con volta vivacemente affrescata da Annibale Brugnoli[4] che si è ispirato a celebri opere liriche (1880). A questa si è sovrapposta la decorazione a stucchi decò-classicista. Magnifico lampadario di cristallo di Boemia. Il palcoscenico è dotato di modernissimi impianti. La sala dispone di 1.600 posti, precedentemente erano 2.200 ma lavori di adeguamento alle morme di sicurezza hanno imposto nuove dimensioni.
     Nel teatro si sono esibiti i massimi artisti lirici e direttori d'orchestra di ogni epoca. L'elenco sarebbe troppo lungo. Fra le tante citazioni possibili ricordiamo la regia di Luchino Visconti per Le nozze di Figaro di Mozart del 1964 con la direzione di Carlo Maria Giulini.
     Il teatro dell'Opera dispone di un orchestra, un coro e del corpo di ballo con la scuola di danza. Quest'ultima a sede in via Ozieri 8, presso piazza Lodi. I depositi si trovano in via dell'Ara Massima di Ercole presso il Circo Massimo.
     Dal 1937 il Teatro dell'Opera ha una stagione estiva all'aperto alle Terme di Caracalla, questa ha sempre riscosso un grande successo di pubblico soprattutto tra i turisti. Solo durante l'ultima guerra mondiale la stagione estiva fu interrotta e di nuovo dal 1993 al 2003 per importanti lavori di restauro alle terme. In alcuni casi è stato utilizzato lo stadio Olimpico.
     Con ingresso da via Firenze 60 si trova l'Archivio Storico Audiovisivo  che conserva bozzetti delle scenografie, libretti di sala, manifesti e locandine, registrazioni audio e video, fotografie di scena, partiture e spartiti autografi, cimeli di artisti e l'emeroteca.


[1] Achille Sfrondini architetto milanese, specializzato in teatri, progettò il Lirico di Milano nel 1894, il casinò di Lugano nel 1897.
[2] Marcello Piacentini architetto ufficiale del regime fascista, a lui si deve il piano generale dell'Eur, la città universitaria e l'apertura di via della Conciliazione. Ristrutturazione urbanistica di Bergamo e Brescia.
[3] Muse divinità della religione greca, figlie di Zeus e Mnemosine (= la memoria), rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, avevano una guida Apollo. Ad esempio Calliope era la poesia epica. Erano nove.
[4] Annibale Brugnoli pittore nativo di Perugia dove morì nel 1915. Studiò pittura all'Accademia di Perugia poi a Napoli nello studio di Domenico Morelli, realizzò pitture al Lirico di Milano nella sala d'aspetto reale della Stazione Termini.

domenica 22 gennaio 2017

Pedalata sui luoghi della benedizione degli animali

   In occasione di Sant'Antonio avviene la benedizione degli animali. Messa solenne, al termine, benedizione degli animali. E' accaduto nella chiesa di Sant'Eusebio a piazza Vittorio e in Caffarella, nella valle sotto largo Tacchi Venturi dove si è tenuta una messa all'aperto, al termine della funzione religiosa c'è stata la benedizione degli animali. Molti i cavalli presenti, la maggior parte era composta di cani e gatti, ma non mancavano animali esotici.
   Vediromainbici ha fatto una passeggiata in bici che ha toccato i due punti interessati dalla singolare manifestazione.
Banda dei vigili urbani al gran completo sul sagrato
della chiesa di Sant'Eusebio.

Eccoci in Caffarella, messa all'aperto.

Banchetti e aria di festa.

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il teatro che vedi sotto.
Nella foto di ieri il teatro dei Satiri
che si trova in via  di Grotta Pinta,
presso Campo de' Fiori.

sabato 21 gennaio 2017

Vandali in azione al Colosseo


   I giornali in queste ore diffondono la notizia di alcuni vandali che hanno scavalcato la recinzione del Colosseo. E' accaduto di notte, la bravata ad opera di due ragazzi ubriachi provenienti dal Brasile. Inoltre ignoti hanno fatto due scritte su un pilastro esterno dell'Anfiteatro Flavio. Gli esperti di tali graffiti dicono che non si tratta di italiani. Non lo sappiamo. Sembra poi che le telecamere esterne del monumento non siano funzionanti. Insomma polemiche su come è tenuto il patrimonio culturale italiano.
   Io penso che bisogna tutelare il più possibile i monumenti della nostra città e del Paese. Tutte le misure necessarie devono essere prese. Io ricordo che fino agli anni Novanta, era possibile entrare da un qualunque fornice del Colosseo, giorno e notte. Il monumento apparteneva veramente a tutti, era sempre aperto. Io ho un po' nostalgia di quegli anni... certo tutto cambia, ed è giusto tutelare il più possibile il Colosseo.

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il teatro che vedi sotto.
Nella foto di ieri il teatro de Servi in via del Mortaro (piazza Colonna).
Questo antico teatro di Roma è gestito dal 2002 dalla società cooperativa "La Bilancia", questa ha prodotto dal 1979 a oggi oltre 150 spettacoli di prosa dedicando particolare attenzione alla nuova drammaturgia italiana. Cura la rassegna degli autori italiani under 35.
   La sala è climatizzata e può ospitare 209 posti in platea, 157 in galleria, dispone di un foyer di 100 mq. Il palcoscenico misura m 8,50 x 8,30 con boccascena di m 6,50.

venerdì 20 gennaio 2017

Pedalando nella memoria



Pedalando nella Memoria giunge alla XII edizione. La manifestazione nasce dall'esigenza di rendere le nuove generazioni più partecipi e coscienti dei fatti che sono avvenuti a Roma durante il Secondo Conflitto Mondiale. La "pedalata", attraversando alcuni dei luoghi simbolo delle drammatiche vicende di quegli anni, si propone di conservarne il ricordo e di riannodare i fili della memoria attraverso le esperienze ed i racconti di chi li ha vissuti per poter conoscere, riconoscere e combattere vecchie e nuove discriminazioni, oltre ad essere monito ed impegno per le odierne e per le future generazioni, affinché ciò che è stato non debba mai più avvenire. 

Programma della mattina:
Ore 9:00 - Appuntamento per la pedalata piazzale pedonale antistante la Stazione Tiburtina e visita a piedi della lapide commemorativa al binario1: “Binario della Memoria” da dove partirono i treni, carichi di deportati, in direzione dei campi di concentramento.
Ore 9:45 - Partenza della Pedalata.

Ore 10:30 - 1° tappa. Piazza Madonna Dei Monti con visita a piedi in via degli Zingari per rendere omaggio alla lapide commemorativa alla presenza di una rappresentanza dell'Opera Nomadi in ricordo delle vittime - ancora oggi minoranze - della Comunità Rom, Sinti e Camminanti.

Ore 11:15 - 2° tappa. Via S. Giovanni in Laterano (Gay Street) per ricordare, con Andrea Maccarrone, gli omosessuali vittime dimenticate del regime nazifascista.

Ore 12:00 - 3° tappa. Largo 16 Ottobre 1943 in ricordo delle 1023 persone - uomini, donne e bambini - appartenenti alla Comunità Ebraica, rastrellate dalle loro case e deportate nei campi di concentramento e sterminio. Solo 16 persone, tra cui una sola donna, ne ritornarono.

Ore 13:00 - 4° ed ultima tappa. Casa Internazionale delle Donne dove si concluderà la pedalata e, per chi vorrà, si potrà mangiare a prezzi modici nel ristorante sito all'interno della struttura

Programma del pomeriggio:
ore 14:30 - Francesca Koch, presidente della Casa Internazionale delle Donne accoglierà gli intervenuti e ci introdurrà alla seconda parte della giornata.
Ore 15:00 - Il Roma Rainbow Choir appartenente al Movimento LGBT canterà alcuni brani del proprio repertorio.
Ore 15:30 - Israel Cesare Moscati introdurrà e presenterà il suo film: "I Figli delle Shoah", che mette a confronto le seconde generazioni degli aguzzini con le seconde generazioni dei carnefici.
Dopo la proiezione del film, Giulia Mafai Raphael - figlia degli artisti Mario Mafai e Antonietta Raphael - e Silvia Cutrera dell'Associazione Vita Indipendente, ci racconteranno della sopravvivenza in quel momento storico e di tutte quelle vittime appartenenti a delle minoranze ancor oggi dimenticate come le persone con disabilità.
A seguire ci sarà un intervento, riguardante i dissidenti politici, di Annamaria Cesaretti, figlia di un deportato per motivi politici.
Questo evento, oltre ad essere un momento di riflessione, sarà una occasione per unire tante associazioni, gruppi e singole persone, che condividendo la passione per la bicicletta, rendono omaggio alle vittime della follia omicida nazifascista.

Informazioni:
L'evento è gratuito, non occorre: iscrizione, prenotazione o tessera. Per partecipare è sufficiente recarsi sul luogo dell'appuntamento o in una delle tappe, all'orario stabilito e pedalare.
Chi partecipa alla pedalata, ovviamente, può lasciare il gruppo in qualsiasi momento. Per chi la mattina non può esserci, se vorrà, potrà recarsi all'evento pomeridiano per assistere alle altre iniziative e/o alla proiezione del film.

Organizzato da: UISP Comitato di Roma, FIAB Ruotalibera, BikeByBus, VediRomaInBici, Casa Internazionale Delle Donne, Salvaiciclisti, Arcigay.

In collaborazione con: ANPI, Bike4City, Ciclofficine Popolari, FIAB NaturAmici, Opera Nomadi, Roma Rainbow Choir, Associazione Vita Indipendente.

Contatti:
Uisp Comitato di Roma - Viale Giotto, 16 - roma@uisp.it - 065781929 -http://www.uisp.it/roma/
BikeByBus +39 333 65.45.301 - www.bikebybus.com

Non hai la bici? Affitane una!
Se sei interessato all'evento e non hai la bici per partecipare, puoi prenotarla su www.bikebybus.com e inserendo il Codice Promozionale “MEMORIA17” ti verrà applicato subito uno sconto concordato per la pedalata. BikeByBus porterà le bici prenotate direttamente sul luogo di partenza per poi ritirarle una volta arrivati alla fine del percorso.

Gli organizzatori sono in attesa della definitiva autorizzazione del percorso da parte del Comune di Roma Capitale. Potrebbero, pertanto, rendersi necessarie alcune variazioni nel programma della mattina.


Il testo di questo post e la foto stessa sono tratte dalla pagina facebook: Pedalando nella memoria che si ringrazia! 

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il teatro che vedi sotto.
Nella foto di ieri il teatro Brancaccio di via Merulana.
     Il teatro ha oggi una sala rettangolare con galleria, la fossa è assente, i posti disponibili sono 1.400. Venne inaugurato il 16 gennaio 1916 con il nome di Teatro Morgana, il progetto è dell'ingegnere Carlo Sacconi. Presto prese il nome attuale in omaggio al palazzo e alla famiglia Brancaccio che aveva dato il terreno per il teatro. Il vicino palazzo Brancaccio, che ospita il museo Nazionale d'Arte Orientale Giuseppe Tucci (1958), è l'ultimo palazzo nobiliare in Roma, venne costruito tra il 1886 e il 1912 su progetto di Luca Carimini[1], per volere della moglie del principe napoletano Salvatore Brancaccio: Mary Elisabeth Field.
     A subito nel corso degli anni diversi rifacimenti e ampliamenti, è stato creato un secondo piano utilizzato come Ridotto, oggi detto Brancaccino. Dal 2001 al 2007 il direttore artistico è stato Gigi Proietti per poi passare a Maurizio Costanzo. Nel febbraio del 1991 dopo lo scioglimento del Partito Comunista Italiano, con il congresso di Rimini, in questa sala si sono riuniti coloro che erano contrari a tale decisione per dare vita al Partito della Rifondazione Comunista. Recentemente ha ospitato i musical "La bella e la bestia" e il musical "Mamma mia" dedicato agli Abba.



[1] Luca Carimini (Roma 1830-1890) architetto autore della chiesa di Sant'Antonio a via Merulana, sant'Ivo dei Bretoni presso via della Scrofa. Si è ispirato all'arte quattrocentesca.

giovedì 19 gennaio 2017

Evviva! Via libera alla pista ciclabile lungo la Nomentana

   La soprintendenza ha datoil via libera alla pista ciclabile sulla via Nomentana. A febbraio sarà consegnato il progetto esecutivo, entro settembre via ai lavori, i fondi sono del Ministero dell’Ambiente, costo 1,8 milioni di euro.
Un'immagine di come sarà la pista ciclabile
sulla Nomentana all'altezza di villa Torlonia.
Foto tratta da facebook.

   Si tratta di una pista ciclabile fortemente voluta dai ciclisti romani, lo spazio per realizzarla c'è, i soldi necessari alla sua realizzazione sono pochi e comunque ci sono.
   La bella notizia ci viene da Linda Meleo assessora della città in movimento. Andrà da Porta Pia a via Valdarno. Ma non finisce qui, si prevede che continui verso il centro fino a piazza Venezia e in direzione fuori città fino a piazza Sempione che è il cuore del quartiere di Montesacro. 
   Ma le belle notizie non finiscono qui, sono previste bike line su via Tuscolana, da Porta Furba a viale Palmiro Togliatti, e via Tiburtina, da Portonaccio in poi.

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del copyright, in modo che io provveda subito all'eliminazione dell'immagine
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Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il teatro che vedi sotto.
Nella foto di ieri il teatro Argentina.
     E' uno dei più antichi teatri delle città, venne inaugurato il 31 gennaio del 1732 con la rappresentazione Berenice composta da Domenico Sarro. Lo si deve all'arch. Girolamo Theodoli[1] che lo eresse per conto della famiglia Cesarini che aveva un palazzetto e una torre di loro proprietà nel sito in cui venne costruito il teatro, una parte dell'edificio venne demolita, un'altra parte venne adibita a servizi con i camerini.
     Il teatro era costruito tutto in legno ad esclusione delle mura e delle scale che erano in muratura, la sala era a ferro di cavallo, la platea era in legno con 40 file di posti a sedere, i palchi erano disposti in sei ordini, in tutto erano 186. Dalle testimonianze dei viaggiatori a Roma questo teatro era considerato il maggiore di Roma. Nel 1830 venne ricostruito - tutto in muratura - da Pietro Camporese il Giovane[2], mentre la facciata, l'atrio e il foyer sono dell'arch. Pietro Holl. Ancora operarono nel teatro Gioacchino Ersoch[3] nel 1887-88 e nel 1926 Marcello Piacentini[4].
     Sulla facciata una grande scritta ricorda che il teatro è consacrato alle muse Tersicore (protettrice della danza e musica corale), Euterpe (musica) e Melpomene (tragedia). Nella mitologia greca le nove muse erano figlie di Zeus e Mnemosine, la memoria.
     Il teatro è celebre per aver ospitato la prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini il 20 febbraio 1816. Fu un fiasco, mentre le repliche diedero il via ad un successo intramontabile. Per la prima volta vennero rappresentate due opere di Verdi: I due Foscari nel 1844, La battaglia di Legnano nel 1849.
    
     Oggi il teatro Argentina ospita rappresentazioni di prosa e musicali (operistiche e sinfoniche). La sua gestione è affidata alla Fondazione Teatro di Roma che dipende dal comune di Roma. Fanno parte della stessa gestione il teatro di Tor Bella Monaca, il Teatro del Quarticciolo, il Teatro di Ostia, il Centro Culturale Elsa Morante a Laurentino 38. La stagione estiva del teatro si tiene al teatro romano di Ostia Antica.
     Al piano terra è allestito il Centro Studi del Teatro di Roma. Si compone di una biblioteca teatrale con 5.000 volumi, 230 cataloghi, 570 copioni, un archivio fotografico con 13.000 foto di scena e 1.000 manifesti o locandine, una mediateca con 650 video di teatro in diversi formati.


[1] Girolamo Theodoli (1677 - 1766) architetto e nobile romano. Questa è la sua opera più importante, gli si attribuiscono la chiesa di Santa Maria dei Miracoli in piazza del Popolo, gemella di Santa Maria di Montesanto, quella posta tra il Corso e via Ripetta, è suo il progetto anche per la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro al Laterano (tra via Merulana e via Labicana), da: wikipedia in inglese. Palazzo Theodoli è in piazza del Parlamento (Basile).
[2] Pietro Camporese il Giovane (1792-1873) è autore della ricostruzione della basilica di San Paolo fuori le Mura con il Poletti, di palazzo Wedekind in piazza Colonna come sede delle poste pontificie, dell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dell'istituto di Belle Arti in via Ripetta. Fu patriota, subì l'esilio, dopo il 1870 consigliere comunale a Roma. Il nonno - detto il Vecchio - è autore di Santa Maria in Aquiro, di Santa Brigida a piazza Farnese, della facciata del Collegio Germanico Ungarico in via della Scrofa e del duomo di Subiaco.
[3] Gioacchino Ersoch (Roma 1815 - 1902) architetto, funzionario del Comune di Roma durante il dominio pontificio e dopo. Il padre era funzionario pontificio di origini svizzere. Collaboratore di Poletti nel restauro di alcune porte di Roma e nell'erezione della colonna dell'Immacolata Concezione in piazza di Spagna (1855). Ristrutturò palazzo Fiano al Corso, durante questi lavori emersero importanti resti dell'Ara Pacis. Il suo nome resta legato al Mattatoio di Testaccio costruito tra il 1888 e il 1894. Suo il mercato del pesce in via di San Teodoro poi autoparco comunale oggi Mercato a Km zero. Eresse l'idrocronometro del Pincio, l'orologio si deve al padre domenicano Embriaco.
[4] Marcello Piacentini (Roma 1881 - 1960) l'architetto ufficiale del regime fascista, a lui si deve la Città Universitaria e il piano generale del quartiere E42 divenuto poi EUR. Sua l'apertura di via della Conciliazione, la sistemazione del centro di Bergamo.