sabato 31 gennaio 2015

L'umanità dei mercati rionali. Una città tanti paesoni.


   Il mercato dell'Alberone, lungo la via Appia, tra i quartieri Appio Latino e Tuscolano è uno di quei vecchi mercati rionali di frutta, verdura e generi alimentari, che sopravvivono in luogo improprio, cioè sulla sede stradale. Una volta erano tutti così. Questo ancora resiste, prima o poi sarà trasferito nell'ex deposito Stefer di via Appia Nuova, dove sarà unito a negozi, palestre, uffici e forse un supermercato.
   Intanto però, il mercato sopravvive, ma l'aspetto più bello è constatare che vive in esso una umanità di rapporti che si crede perduta in una grande città come Roma. A metà del mercato c'è un banco di pane, pizza e dolci da forno, a servire ci sono due belle ragazze, molto giovani. Una di queste, con degli occhi azzurri bellissimi, e stupendi capelli biondi, si è sposata poco tempo fa a Venezia. Uno striscione annuncia l'evento con un sonetto romanesco che se non leggete nella foto sopra, potete leggere qui sotto. Questo a dimostrazione che esiste una solidarietà umana, una vicinanza di affetti che non si è perduta nella nostra amata città.

Venezia prepara st'evento
che c'emoziona dentro!

La città brinderà
a sti du sposi...
come l'attori più famosi!

Certo er fascino
de Venezia...
è come assaporà
na primavera!

Ma noi a Roma
l'aspettamo...
pe primi l'amici der mercato
pe stringneie la mano!

A Peppe che ie dico?...
Cerca de nun fa troppo er fico!

Katia è na bambola che te devi tenè stretta...
mica un prociutto che s'affetta!

La devi accudì come un gioiello...
e sarà er matrimonio più bello!



Foto del mercato dell'Alberone scattate dall'autore del post.
Il loro uso è libero.

Sei un vero romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova questo palazzo.


La foto di ieri riproduceva la scalinata del Borromini che si trova all'interno di palazzo Barberini.

venerdì 30 gennaio 2015

Evviva! E' iniziato lo smontaggio di fontana di Trevi!


   Una bella notizia per tutti gli amanti della nostra città, è iniziato lo smontaggio di fontana di Trevi, ancora pochi giorni per vedere da vicino la fontana e le statue che la compongono. Lo smontaggio riguarda il ponteggio centrale dopo il restauro delle superfici lapidee, delle opere scultoree e delle iscrizioni metalliche in piombo e in rame dorato iniziato lo scorso 4 giugno.

   "I romani e i turisti potranno vedere la fontana più celebre in tutta la sua bellezza a 23 anni dall'ultimo restauro- ha detto l'assessore alla cultura Giovanna Marinelli - oltre un milione e 600 mila persone hanno visitato la fontana di Trevi da vicino, uno spettacolo mai visto. Inoltre sono 18.000 gli accessi al sito restaurofontanaditrevi.it che racconta i lavori e la storia della fontana.

La fontana più monumentale di Roma, resa più imponente e fragorosa dalle limitate dimensioni della piazza.

     Nel 19 a.C. Agrippa fece costruire per le sue terme un canale di 20 Km che condusse a Roma l’Acqua Vergine, cosiddetta perché vuole la tradizione che una fanciulla (Virgo) ne mostrasse la sorgente ai soldati assetati. Niccolò V[1] fece riparare i danni che avevano ostruito per otto secoli le condutture e fece costruire da Leon Battista Alberti la vasca terminale (1453), la fontana fu quindi restaurata da Urbano VIII[2] (con le entrate della tassa sul vino, per cui Pasquino disse: “Urban poi che di tasse aggravò il vino, ricreò con l’acqua il popol di Quirino”). Infine Clemente XII[3] bandito un concorso per un monumentale “mostra”, ne affidò l’esecuzione a Nicolò Salvi[4], che ne fece il suo capolavoro (1732-62). Ebbe tre inaugurazioni, nel 1735 da parte di Clemente XII, poi con Benedetto XIV, infine con Clemente XIII nel 1762. E’ antica usanza dei forestieri buttare una monetina nella vasca per assicurarsi il ritorno a Roma.

     Famosa in tutto il mondo, l’opera del Salvi si concretizza nella felice fusione dell’architettura e della plastica con elementi naturali, le rocce e l’acqua. Il prospetto largo 20 metri, alto 26 corrispondente al lato minore del palazzo dei duchi di Poli, aggetta nel mezzo con l’imponenza di un arco di trionfo costituito da un ordine di quattro colonne corinzie addossate a lesène, sormontato da un grandioso attico ornato da statue e coronato da balaustrata con ricco fastigio; le sue ali laterali hanno due piani di finestre tra lesène, e attico.

     Dal nicchione centrale si stacca la colossale figura dell’Oceano, trascinato sul cocchio a conchiglia da due cavalli marini, il cavallo sfrenato e il cavallo placido, guidati da tritoni. La scogliera si estende a coprire la base del palazzo, mentre l’acqua scroscia rimbalzando  sui bacini e nella gran vasca (80.000 metricubi di acqua al giorno, che alimentano le fontane delle piazze Farnese, Navona, di Spagna e il ninfeo di villa Giulia). Nella nicchia sinistra l’Abbondanza di Filippo Valle[5], sopra Agrippa approva il disegno dell’acquedotto, rilievo di Andrea Bergondi; nella nicchia a destra la Salubrità di Filippo Valle, sopra La vergine indica la sorgente ai soldati, rilievo di Giovan Battista Grossi; contro l’attico statue delle stagioni. Sul fastigio lo stemma Corsini sorretto da geni alati di P. Benaglia. Davanti alla fontana si incurva una gradinata con sedili, formante una specie di cavea.

   Nel cinema è stata protagonista più volte, la più celebre è in una scena de “La dolce vita” di Federico Fellini, del 1960 con Anita Ekberg e Marcello Mastroianni; anche in Tototruffa del 1961 il famoso comico cerca di vendere la fontana ad un ignaro turista.
   Nell’ottobre 2007 è stata oggetto di una performace-protesta dell’artista Graziano Cecchini che si definisce “futurista”, ha colorato l’acqua di rosso () come protesta contro il mercato globale.
   Nel 2013, Fendi ha messo a disposizione 2,5 milioni di euro per il suo restauro e per le Quattro Fontane.



Tutte le foto sono state scattate dall'autore del blog
nell'agosto 2014.


[1] Niccolò V, Tommaso Parentucelli (Sarzana 1397 – Roma 1455) papa dal 1447. Nello stemma due chiavi incrociate. Insigne umanista dovette subire la caduta di Costantinopoli nel 1453.
[2] Urbano VIII, Maffeo Barberini (Firenze 1568 – Roma 1644). Nello stemma tre api in campo blu. Inaugurò il baldacchino berniniano di San Pietro, fece costruire palazzo Barberini, la fontana del Tritone, il palazzo della Propaganda Fide utilizzando il Pantheon e il Colosseo come cave.
[3] Clemente XII, Lorenzo Corsini 1652 – 1740) papa dal 1730. Stemma a strisce diagonali con banda orizzontale. Per risanare le finanze ripristinò il gioco del lotto. Fece costruire la facciata di San Giovanni in Laterano, il palazzo della Consulta sul Quirinale, pavimentò strade, acquistò la collezione Albani per il museo Capitolino, condannò la Massoneria. La sua tomba è in San Giovanni in Laterano.
[4] Nicolò Salvi, (Roma 1697 – 1751) architetto italiano allievo di Antonio Canevari. Arrivò tardi a questo lavoro dopo gli studi di matematica e filosofia. Anche a causa delle sue malferme condizioni di salute eseguì solo quest’opera, la chiesa di Santa Maria in Gradi a Viterbo e una cappella a San Giovanni Battista con il Vanvitelli, allestita a Sant’Antonio dei Portoghesi, benedetta dal papa e inviata in Portogallo via mare.
[5] Filippo Valle (Firenze 1698 – Roma 1768) scultore, lavorò alla cappella Corsini in Laterano, al palazzo della Consulta sul Quirinale e ha Sant’Ignazio.

Sei un vero romano de Roma se...

sai dove si trova questa particolare scalinata.


La foto di ieri era del Monumento alla Costituzione della Repubblica Romana del 1849, si trova sul Gianicolo, tra i giardini e un punto panoramico sulla città. La parete riproduce gli articoli della costituzione della Repubblica Romana promulgata alcuni giorni prima della sua capitolazione. Si tratta di un atto che voleva testimoniare la volontà del popolo di darsi libere istituzioni. Uno dei momenti più alti del nostro Risorgimento nazionale.

giovedì 29 gennaio 2015

La splendida casina Vallati sarà aperta a tutti i cittadini.

   Uno dei luoghi più carichi di storia di Roma è via del Portico d'Ottavia, in uno scenario che si compone di resti archeologici dell'antica Roma e edifici medioevali che in parte riutilizzano strutture preesistenti si trova la casina Vallati. Tale casina è stata assegnata alla Fondazione Museo della Shoah per tenervi mostre e attività didattiche in attesa che siano conclusi i lavori per il vero e proprio museo della Shoa nel perimetro di villa Torlonia ma con ingresso da via Alessandro Torlonia. Il 26 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria e del 70° anniversario della liberazione dai campi di concentramento nazista, il sindaco Ignazio Marino ha consegnato simbolicamente a Leone Paserman, presidente della Fondazione le chiavi dell'edificio medioevale posto in via del Portico d'Ottavia n. 29.

   Si tratta di un luogo molto importante per la comunità ebraica e per i cittadini democratici di Roma. Qui avvenne il rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre 1943.
La foto sopra è di Tucci Piero,
la foto sotto è presa dal sito internet comune.roma.it
che ringrazio.


Sei romano de Roma se...

sai dove si trova e come si chiama questo recente e originale monumento di Roma.

La foto di ieri era relativa alla chiesa di Santa Maria in Tempulo, oggi luogo per i matrimoni civili del Comune di Roma, dagli anni del sindaco Rutelli. Si trova in via di Valle delle Camene (viale delle Terme di Caracalla). Questo edificio è strettamente collegato ad un piccolo monastero ricordato per la prima volta nell'806 (menzionato per il saccheggio dei Saraceni), mentre la chiesa stessa è del VI secolo. Il nome deriverebbe dal fatto che la chiesa è stata edificata su un tempio romano. Fino al XII risulta abitato da monache benedettine. Il campanile, oggi inglobato nella muratura esterna risale al 1155. Nel 1222 le monache di Santa Maria in Tempulo si trasferirono nel vicino monastero di San Sisto Vecchio e portarono con loro l'immagine della Madonna che oggi è nella chiesa di Santa Maria del Rosario in Prati (via degli Scipioni). Divenne abitazione civile, saccheggiato nel XIV secolo, trasformato in ninfeo di villa Mattei (oggi villa Celimontana), poi casale agricolo, fienile fino ai primi del Novecento. Con la sistemazione della passeggiata Archeologica divenne studio degli scultori Ugo Quaglieri e Francesco Sansone fino agli anni Novanta quando vennero compiuti importati lavori di restauro per destinare il luogo a sede sussidiaria (resta la saletta rossa sul Campidoglio nel palazzo dei Conservatori) dei matrimoni civili.
 

mercoledì 28 gennaio 2015

Sampietrini di Roma venduti come souvenir


   Incredibile ma vero, quello che abbiamo letto sui giornali in cronaca di Roma, sembra che i sampietrini siano venduti tra i souvenir della città eterna, tra libri fotografici, guide, portachiavi con il Colosseo o la cupola di San Pietro, monete false dell'antica Roma, monumenti sotto una semisfera di vetro con la neve e via dicendo.

   Italia Nostra denuncia che nella libreria Arion di viale Eritrea sono in vendita sampietrini col marchio del comune. L’azienda Aeterna design dal 2013 realizza lampade, salvadanai e altri oggetti d’arredamento con i sampietrini in vendita in 27 punti della città tra hotel di lusso, gallerie di design e librerie. Il certificato di autenticità parla chiaro ogni pietra è un pezzo unico numerato, sono in totale 998 per le lampade e 4.998 per i complementi d’arredo. I prezzi vanno da 40 a 300 euro (tutte queste informazioni dalla cronaca di Roma de la Repubblica del 15.01.15).
   Se questo è vero è proprio una notizia incredibile. Su di Roma ne abbiamo scritte tante, non pensavamo di arrivare a questa!
Sampietrini in piazza del Fico, vicino piazza Navona.
Nella foto sopra sampietrini sulla via Appia Antica.
Foto di Piero Tucci, il loro uso è libero.

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova questa chiesetta sconsacrata.



La foto di ieri era all'Arco de' Banchi, che si trova presso via del Banco di Santo Spirito, nel cuore della città antica, tra ponte Vittorio e ponte Sant'Angelo. La lapide ricorda una piena del Tevere avvenuta il 7 novembre 1277, è la più antica lapide tra le tante che ricordano un simile avvenimento, porta la data e livello raggiunto dalle acque. Era murata sulla facciata della chiesa dei Santi Celso e Giuliano.

martedì 27 gennaio 2015

La basilica di Santa Maria Maggiore è ancora più bella che mai!


   La basilica di Santa Maria Maggiore è uno dei luoghi di culto più conosciuti e più venerati dai romani. Anche il papa Giovanni Paolo II, vi andava spesso, e il Papa attuale ha voluto visitarla non appena assunto il sacro incarico.


   E' un vero e proprio museo a cielo aperto, tante sono le opere d'arte che contiene. Basta parlare dei mosaici della facciata, di quelli dell'abside e dell'arco di trionfo. Le cappelle Sistina e Paolina, sono stupende opere dell'arte barocca. Pochi sanno che nella chiesa è custodita una reliquia della culla di Gesù e vi si trova il primo presepe realizzato nel mondo, è scolpito in pietra a tutto tondo, opera di Arnolfo di Cambio, risale al 1291.


   Dalla metà del mese di gennaio è ancora più bella. Con 132 led la basilica si illumina di nuovo, anche il campanile, le cupole Sistina e Paolina, le finestre, la loggia dei mosaici. I prodotti sono stati donati dalla DiSano Illuminazioni.

 Tutte le foto sono state scattate da Piero Tucci, il loro uso è libero.

Sei romano de Roma se...

sai dove si trova questa lapide.

Le foto di ieri erano al Giardino Caffarelli che si trova sul Campidoglio all'interno dei musei Vaticani. Le foto sono state scattate dalla terrazza del caffè Caffarelli interno ai musei. Tali giardini si vedono anche dalle sale dei musei Capitolini nelle quali sono i resti del tempio di Giove Ottimo Massimo.

lunedì 26 gennaio 2015

"Er catechismo" di Giuseppe Gioacchino Belli


   Giuseppe Gioacchino Belli è il più grande poeta di Roma, nei suoi sonetti c'è un grande affresco del popolo di Roma. Molti di questi sonetti hanno al centro la religione, o meglio, come il popolo romano, ignorante, traduceva in parole semplici i grandi concetti religiosi, i dogmi, la lista dei peccati e delle virtù. Nello stesso tempo il popolo osserva la vita del Papa e dei cardinali, con occhio disincantato, spesso sono persone che predicano bene ma nella vita di ogni giorno fanno tutt'altro.
   Adesso tutti i sonetti del Belli attorno alla fede e alla Chiesa sono raccolti in un bellissimo volume curato da Marcello Teodonio chiamato appunto: Er catechismo.
   E' una antologia che si può leggere per capire meglio lo spirito del Belli, il tempo storico nel quale è vissuto, ma che si può aprire anche a caso. Il piacere della lettura e della scoperta rimane intatto.

Giuseppe Gioacchino Belli, Er catachismo, a cura di Marcello Teododio, ed. Elliot, € 47.
L'immagine di copertina del libro è tratta dal sito internet della Hoepli, che ringrazio.

Sei romano de Roma se...

sai dove si trova questo giardino.


La foto di ieri è relativa alla fontana dell'Anfora che si trova dietro l'ufficio postale di via Marmorata presso porta San Paolo. Pochi la conoscono perché è visibile solo se si entra nei giardini che hanno il nome ufficiale di "Parco della Resistenza dell'8 settembre".


domenica 25 gennaio 2015

In 108 alla "Pedalata della Memoria"

   Anche quest'anno si è tenuta a Roma la "Pedalata della Memoria" che vuole ricordare tutti i morti nei campi di sterminio nazisti, in particolare è rivolta alla memoria di Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta alla deportazione dal ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. La pedalata si svolge sempre in una data vicina a quella del 27 gennaio, "Giornata della Memoria", perchè il 27 gennaio 1945 vennero aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.
   108 ciclisti romani hanno partecipato ad un itinerario in bici che ha toccato alcuni dei luoghi più significativi della Resistenza Romana. La mattinata, fredda ma asciutta, ha avuto momenti commoventi, come la visita alle Fosse Ardeatine e al carcere delle SS di via Tasso, oggi Museo della Liberazione.
Eccoci alla consueta partenza: largo Corrado Ricci,
siamo una decina, ma altri si aggiungeranno lungo il percorso.
E' presto, sono le ore 8, noi siamo abituati a vederci
in questo luogo alle ore 9,30.

Siamo a piazzale della Montagnola,
questo è il punto di partenza ufficiale del percorso,
in questo luogo, nei giorni 9-10 settembre 1943 esercito e popolo
cercarono di fermare l'avanzata tedesca verso Roma.

Ci siamo spostati alle Fosse Ardeatine,
al microfono un professore del Pirelli che ha ideato questa pedalata
per gli studenti della sua scuola, poi per tutti gli studenti di Roma.


Eccoci al cavalcaferrovia Settimia Spizzichino,
ci fermiamo per un minuto di silenzio.
Parte spontaneo il canto "Bella ciao".

Siamo a porta San Paolo,
questo è il simbolo della Resistenza romana,
qui è iniziata la Resistenza italiana.


Una sosta d'obbligo è a via Tasso,
dove era il carcere delle SS oggi è il museo della Liberazione.
Emozionante vedere le celle dei detenuti.

Una sosta alla gay street
per ricordare i caduti gay nei campi di concentramento,
allora considerati "asociali".

Ultima tappa al Portico d'Ottavia,
cuore del ghetto ebraico di Roma,
qui parlano le autorità.

Al microfono il presidente della Uisp di Roma.

Porta il saluto del sindaco, la presidente del consiglio comunale,
on. Valeria Baglio.

Sei romano de Roma se...

sai dove si trova questa fontana.


Nella foto di ieri la Fontana del Facchino, in una stradina ad angolo con via del Corso. Secondo la tradizione era una delle "statue parlanti" di Roma.

sabato 24 gennaio 2015

E' tornata a splendere la fontana delle Anfore nel cuore popolare di Roma.

   Questo pomeriggio è tornata a splendere la fontana della Anfore in piazza Testaccio.
     Questa fontana è conosciuta anche con il nome di fontana di Testaccio per essere stata collocata originariamente in piazza di Testaccio (già piazza Mastro Giorgio), le sopravvenute esigenze del mercato giornaliero hanno consigliato di spostarla sul lungotevere, in piazza dell'Emporio (1935) dove aveva la funzione, purtroppo, di spartitraffico. L'inaugurazione del nuovo mercato di Testaccio (2 luglio 2012), in una sede coperta, ha permesso la riqualificazione della piazza e il ritorno della fontana nel luogo originario.
     Fu realizzata dall'architetto Pietro Lombardi[1] nel 1927 che ideò un'opera totalmente incentrata sul motivo dell'anfora che è simbolo del rione in quanto fin dal II secolo a.C. in quest'area lungo il Tevere si trovavano magazzini di deposito e le anfore di terracotta per l'olio o il vino non potevano essere riutilizzati, dovevano essere distrutte, ecco sorgere il monte dei Cocci. Nel medioevo i cocci (testae) diedero il nome alla zona: Testaccio.
     La fontana venne realizzata in travertino, presenta vari punti dove attingere l'acqua. Al centro di una piattaforma circolare posta in cima a sette gradini, si trova un elemento vagamente conico composto da un ammasso di anfore addossate le une alle altre. Alla base della struttura l'acqua si riversa in quattro vasche rettangolari poste a croce rispetto al nucleo centrale, contro il quale appoggiano uno dei lati corti che si unisce all'elemento di centro con una voluta ornata da una testa di montone e dallo stemma cittadino. Lo spazio della piattaforma tra i bracci della croce è lasciato libero, tranne che agli angoli tra i bracci stessi, occupati da quattro piccole vaschette. L'intera fontana è circondata da dodici colonnine in pietra, poste su diversi livelli, due in corrispondenza della parte esterna di ciascuna vasca rettangolare e una per ogni vaschetta interna angolare.
     

Ecco la fontana restaurata e ricollocata nella posizione originaria.


Notare gli arredi di pregio.

Un gruppo di cittadini chiede la riapertura al pubblico
e il restauro del glorioso campo di Testaccio.

Ecco il sindaco all'inaugurazione, senza fascia tricolore,
ma con la stampella. E' caduto dalla bici a Detroit,
dove era in vacanza con la famiglia.

Il momento solenne della riapertura. Prima si illumina,
poi sgorga l'acqua. La fontana è viva.

Una panoramica della piazza.
Tutte le foto sono di Piero Tucci, il loro uso è libero.




[1] Pietro Lombardi (Roma 1894-1984)  Collaboratore di Armando Brasini e Marcello Piacentini. Coautore con Vittorio Cafiero della caserma di viale Romania, ha costruito diverse palazzine ai Parioli e cappelle al Verano. Diplomato architetto all’Accademia di Belle Arti di Roma, fu architetto capo dell’isola di Rodi quindi professore all’Accademia di Belle Arti di Roma per 11 anni. Ottenne premi e riconoscimenti in numerosi concorsi ai quali partecipò. Realizzò scenografie per i film come Quo Vadis?