sabato 16 luglio 2022

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova questo monumento - laghetto.


Nella foto di ieri il nuovo Santuario del Divino Amore.

Progettato dal frate francescano Costantino Ruggeri[1] di Pavia insieme all’arch. Luigi Leoni, venne consacrato – dopo dieci anni di lavori - dal papa Giovanni Paolo II il 4 luglio 1999 in vista dell’anno santo del 2000. Ha per tetto un prato verde, per meglio inserirlo nel contesto della Campagna Romana, le pareti sono costituite da grandi vetrate colorate (1.300 mq) che diffondono una luce particolare all’interno. Sulle vetrate è raffigurato un sole rosso, rappresenta il Signore immenso Sole della vita; nelle fiammate rivive il calore della fede, nella stella bianca Maria avvolta dal vento dello Spirito, l’unica scritta presente è “Ave Maria”.  

     L’unico possente pilastro – vero prodigio strutturale – è proteso verso il presbiterio, quasi ad indicare il centro e il cuore del santuario: la cascata di luce da un grande lucernario sovrasta l’immagine della Madonna opera dell’artista Roberta Boesso[2]. E’ stata collocata nel Santuario Nuovo il 3 gennaio 2004, nella corona vi sono 20 gemme, quanti sono i misteri del Rosario, è frutto di un dono di Giovanni Paolo II per il suo 25° di pontificato.

     L’altare in marmo bianco di Carrara, presenta una sorta di fiocco, è scolpito con morbidezza in modo da acquistare vita e calore.

     Le panche in legno sono state create appositamente per questo Santuario, sono caratterizzati da un alto schienale e da un largo posto di seduta.

     L’organo monumentale è stato creato dalla ditta Karl Schuke di Berlino, è costituito da 3.424 canne (di cui 214 in legno), 50 registri reali, 4 corpi sonori, 3 tastiere.

     Il pulpito ligneo a destra dell’ingresso, proviene dalla chiesa di Sant’Ignazio a Roma, da esso venne pronunciato il voto dei romani per la salvezza della città il 4 giugno 1944, la sera le truppe tedesche abbandonarono Roma senza colpo ferire e gli alleati entrarono in città.

     Ha una capienza di 2.000 posti.

     La cappella del Santissimo è il luogo più intimo del Santuario, le vetrate creano sfumature di verde riposante. Il cuore del luogo è il tabernacolo in marmo di Carrara, la porticina dorata presenta un grande pane con il segno della croce, recentemente, al di sopra è stato posto un reliquiario.

     Il battistero, posto vicino all’ingresso a monte, è scolpito nel marmo di Carrara, ha forme morbide curve, presenta una vasca più grande e una più piccola, l’acqua passa da una all’altra. Nelle vasche sono incisi dei pesci, uno dei simboli paleocristiani.


[1] Costantino Ruggeri. “Sarà una grande grotta azzurra, dove finisce il prato e inizia la scarpata ho pensato di continuarla creando una zolla che si rialza, sopra ci sarà un bel prato verde con i fiori di campo” Intervista a Costantino Ruggeri sul momento dell’ispirazione, dal sito internet del santuario stesso. Costantino Ruggeri è un frate francescano di Canepanova (Pavia), è pittore, scultore e progettista. Ha studiato all’Accademia di Brera e si è diplomato in scultura con Minguzzi. La sua prima personale del 1951 ha avuto la presentazione dello scultore Mario Sironi. E’ stato amico di Lucio Fontana. Nel 1952 ha progettato con Figini e Pollini la chiesa della Madonna dei Poveri a Milano, nel 1960 con Gio Ponti la cappella dell’Ospedale San Carlo. Dagli anni Settanta collabora con Luigi Leoni alla progettazione ed esecuzione di varie chiese (Santa Maria della Gioia a Varese, San Paolo a Rho, San Francesco Saverio a Yamaguchi in Giappone). E’ morto nel 2007. Da: Chiara Gatti, Architetto divino, Costantino Ruggeri guru dell’arte cristana, da “la Repubblica” del 27.12.05 pag. 10.

[2] Roberta Boesso. Nata a Roma nel 1960, dopo gli studi classici studia all’Istituto Centrale di Restauro dove consegue l’idoneità nell’87 per i restauro di dipinti. Ha lavorato al restauro di dipinti di Giotto, Mantegna, Signorelli, Giulio Romano e altri. Dipinge opere su tavole lignee, pergamene e muro. Le sue opere sono presenti in molte chiese italiane ed europee. Da: artcrel.it.


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