domenica 3 luglio 2022

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il palazzo che vedi sotto.



Nella foto di ieri il palazzone o stecca di Corviale.

     Il grande complesso residenziale lineare Gescal Iacp si trova in via Portuense dopo Casetta Mattei (Km 9 dal Colosseo, 2 Km dal Gra), nel XV Municipio, tra via Marino Mazzacurati e via Ettore Ferrari. I lavori sono iniziati nel 1974 e proseguiti fino al 1982[1]. Si tratta del Piano di Zona n.61. Coordinatore generale del progetto è l’architetto Mario Fiorentino[2]. Il quartiere è detto anche Nuova Corviale o Serpentone. Chiarissimi sono i riferimenti,  alle teorie dell'Unità di abitazione di Le Corbusier, purtroppo senza una corretta attuazione,   l'esempio principale è a Marsiglia.

     Rientra tra le realizzazione della legge 167 del 1962 per l'acquisizione da parte del Comune di aree destinate ad edilizia economica e popolare. Era considerato uno strumento per calmierare il mercato delle aree e per indirizzare lo sviluppo edilizio nei comuni superiori a 50.000 ab. Nasce così il PEEP, cioè il Piano per l'Edilizia Economica e Popolare. Il primo PEEP fu adottato il 26 febbraio 1964, comprendeva 70 Piani di Zona per complessivi 674.000 ab. A partire dal 1977 furono aggiunte altre 37 aree per circa 44.000 ab. In vent'anni di attività furono realizzati 70 quartieri per complessivi 380.000 abitanti (una città come Bologna). La realizzazione di tali quartieri 167 dimostrò difficoltà nel garantire regolari flussi finanziari e nel costruire insieme residenze e servizi. La Gescal (Gestione Case dei Lavoratori) - che aveva sostituito dal 1963 l'Ina Casa - varò un programma di finanziamenti per interventi di edilizia residenziale. Con tali finanziamenti il Comune decise tre Piani di Zona in tre quadranti diversi della città: Vigne Nuove, Laurentino (il più grande) e questo di Corviale. Cioè si vollero creare quartieri di grandi dimensioni per unire abitazioni e servizi. Se Laurentino 38 è basato sulle Insule e i Ponti, questo è il quartiere costituito da un solo maestoso edificio.

     Il blocco lineare lungo un chilometro, largo 250 metri, e alto nove piani è un complesso integrato di alloggi e servizi per 8.500 abitanti, domina la valle e si contrappone alle casette spontanee della periferia. La superficie totale è di mq 605.000 (60 ha), cubature residenziali 680.900 mc, cubature non residenziali 79.250 mc. L'edificio lineare di un chilometro è composto di tre elementi tra loro paralleli: l'edificio residenziale di dimensioni più modeste, il corpo principale di 11 piani che ospita 6.000 ab., la fascia delle attrezzature civiche, commerciali, culturali, sportive e religiose[3], una serie di passerelle pedonali collega i vari corpi. L'edificio lineare è circondato da un anello stradale composto da via Marino Mazzacurati e via Ettore Ferrari. Dall'edificio lineare di un chilometro si dirama un edificio - ponte inclinato di 45°, questo supera la strada e una depressione del terreno e termina con un Centro Commerciale, elemento di connessione con la città. Il corpo lineare di un chilometro è suddiviso in cinque unità dai corpi scala cilindrici, ad essi corrispondono cinque piazze di ingresso (da Nord a Sud: Pio Fedi, Tabacchi, Trentacoste, Quadrelli, Reduzzi), i piani di alloggi, distribuiti da un ballatoio interno, sono interrotti da un piano libero con botteghe e studi professionali[4]. Questo sistema distributivo degli ambienti è segnalato da una serie di strisce guida di 4 colori che contribuiscono a creare un effetto di città. Il ricorso a tecniche industriali di costruzione e sistemi di prefabbricazione si traducono in scelte linguistiche. Affermò Mario Fiorentino: “La forte concentrazione del costruito che si materializza nell’idea del grande edificio, nel sistema distributivo lineare, nel rapporto netto e grandioso con il paesaggio, nell’alta densità insediativa è frutto di una scelta a priori”, Corviale nasceva nel momento in cui dominava il principio che il grande era anche il bello.



[1] Data realizzazione Corviale da: de Guttry, cit. e Appunti dalla mostra "Le città di Roma", Ara Pacis, aprile 2011. Per Gaia Remiddi e altri, cit. il quartiere fu realizzato tra il 1972 e il 1982. Per Piero Ostilio Rossi il quartiere fu progettato nel 1972-74, costruito nel 1975-82. Posa della prima pietra il 12 maggio 1975, le prime case sono state assegnate nell'ottobre 1982, da it.wikipedia.org.

[2] Mario Fiorentino. (Roma 1918-1981) Impegnato soprattutto nella progettazione dell'abitazione, le sue opere romane sono rappresentative dell'Apad (Associazione per l'architettura organica) e delle successive sperimentazioni fino a quella macchina dell'abitare di cui si parla in questo testo. 1948-51 Mausoleo delle Fosse Ardeatine, 1949 - 54 Quartiere Ina Casa Tiburtino, 1949 - 55 Quartiere Unrra Casas San Basilio, 1958 - 60 Edifici a torre di viale Etiopia, 1962 Edificio a torre di piazza Addis Abeba, 1957-62 Complesso Soccavo Canzanella a Napoli,  1963-69 tre gurppi di case a torre in via dei Monti di Pietralata, 1969 palazzina a villa Balestra.

[3] Il centro lineare dei servizi di quartiere occupa un'area di m 800 x 60, vi è il mercato e il centro sanitario che ha una copertura a gradoni utilizzabile come spazio di riunione all'aperto. A  settentrione si trova la Chiesa e un piccolo parco, quella meridionale da aree di verde pubblico attrezzato. Da: Piero Ostilio Rossi, cit. pag. 323.

[4] Il corpo principale  si sviluppa su 11 livelli, il più basso è per i garage, il secondo per le cantine, i quattro superiori per le abitazioni, segue un piano libero per sale riunioni, botteghe e piccoli uffici. Gli ultimi 4 piani ancora abitazioni. Da: Piero Ostilio Rossi, cit. Nel corpo principale ci sono 73 ascensori.


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