giovedì 4 settembre 2025

E' tornato il tram dei Castelli

 


E' stata riqualificata la stazione della metro A Anagnina. In tali lavori è stato restaurato il tram dei Castelli che si trova nell'atrio scoperto della stazione stessa. Si tratta di una memoria storica importante per la nostra città, in particolare per i quartieri Appio Latino, Tuscolano, Quadraro e Cinecittà.

     In piazzale Appio si attestava la tramvia per i Castelli realizzata dalla Stfer e inaugurata l’8 novembre 1903 fino a via delle Cave (1906-62 prosegue per Grottaferrata lungo l’Anagnina – 1912-1965 prosegue per Albano). Nel 1905 il capolinea fu spostato in piazza di porta San Giovanni aprendo un nuovo fornice nelle mura Aureliane, in seguito fu portato in via Principe Umberto oggi Giovanni Amendola, (presso la stazione Termini). Nel 1906 la linea fu prolungata fino Grottaferrata con diramazione per Frascati. Nello stesso anno aprì la linea Grottaferrata – Genzano con diramazione per Valle Oscura, da qui una funicolare conduceva a Rocca di Papa (La funicolare fu aperta nel 1907, venne dismessa il 15 gennaio 1963). Visto il successo del collegamento nel 1912 fu realizzata la linea tramviaria che seguiva l’Appia fino ad Albano (4 marzo 1912), prolungandola poi per Genzano e Velletri (12 settembre 1913). Nel 1916 fu realizzata una diramazione per Lanuvio. Nel 1928 la Stfer diventò una società a capitale pubblico passando sotto il controllo del Governatorato di Roma e cambiando la sua denominazione in Stefer. Negli anni Trenta venne raddoppiato il binario tra Roma e Capannelle visto l’incremento demografico della zona. Dal 1935 al 1980 fu attiva la linea di tram Termini – Cinecittà. Dal 1935 al 1978 la linea Termini – Capannelle. Grazie al raddoppio dei binari. Fra il 1943 e il 1944 il traffico fu sospeso su tutta la linea. Nel 1953 viene raddoppiato il binario tra via delle Cave e Cinecittà. Nel 1954 chiude la linea nel tratto tra Velletri e Genzano. Il 15 dicembre 1963 chiude la Cinecittà Grottaferrata. Il 3 gennaio 1965 si effettua l’ultima corsa tra Roma e Genzano. Nello stesso anno le linee Stefer conoscono una deviazione a causa della costruzione della metro A. Viene abbandonato il binario tra San Giovanni e piazza Re di Roma, sostituito da via di Santa Croce in Gerusalemme e via Monza. Nel 1970 la linea tramviaria viene spostata dalla Tuscolana a viale dei Consoli sempre per i lavori della metro A. Nel 1976 la Stefer viene assorbita dall’Acotral (Azienda Consortile Trasporti Laziali). Il 30 giugno 1978 viene chiusa la linea per Capannelle e il 15 febbraio 1980 si effettua l’ultima corsa per Cinecittà, perché apre la pubblico la metro A. A ricordo di questa rete tramviaria, nella stazione Anagnina si trova una motrice extraurbana Stefer n. 82.

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il resto archeologico che vedi sotto.


Nella foto di ieri il monumento a Lorenzo Cuneo.

 Il ragazzo a cui è intitolato il monumento è morto nel 1998 a soli 28 anni, sull’autostrada A1, travolto da un camion sulla corsia di emergenza, si era fermato per prestare soccorso ad un’auto in panne. In occasione della data della sua morte si tiene un concerto in Caffarella. Il monumento (2001) era sovrastato da una scultura in ferro opera dell’artista armeno Henrig Bedrossian[1], purtroppo dopo pochi anni la scultura verrà rubato per rivendere il ferro, ma ancora si legge la frase di Khalil Gibrain:

Date poca cosa se date le vostre ricchezze,

è quando date voi stessi che date veramente.

Vi sono quelli che danno con gioia,

e questa è la loro ricompensa,

attraverso le loro mani parla Dio,

attraverso i loro occhi sorride alla Terra.

     Il giorno 10 marzo 2024 è stato inaugurato un’opera dello scultore Andrea D’Aurizio. Nella base si trova una poesia dedicata al giovane scritta dal padre, si intitola “Una melanzana in paradiso”, dove melanzana era il soprannome del giovane tra gli scout. Lorenzo Cuneo fu tra i fondatori del Comitato per il Parco della Caffarella, consigliere della IX Circoscrizione, volontario Caritas a via Giolitti. La statua è stata finanziata dal municipio con una spesa di 20.000 euro. Anni fa esisteva un premio alla sua memoria per gratificare i giovani del territorio che si distinguono nel sociale. A via Cerveteri esiste una scuola dell’Infanzia a lui dedicata, un largo si trova davanti al Centro Polifunzionale dell’Arco di Travertino. E’ in corso una causa di beatificazione e canonizzazione della persona considerata dal Vicariato di Roma “Servo di Dio”.


[1] Monumento a Lorenzo Cuneo. Il nome dell’autore del monumento da pagina facebook intitolata a Lorenzo Cuneo (giugno 2016).


mercoledì 3 settembre 2025

Una regina polacca a Roma

 


Imperdibile la mostra ai musei Capitolini sulla regina Maria Casimira Sobieska, giunta a Roma per celebrare il Giubileo del 1700 e poi rimasta nella città per quasi 15 anni. Oggi, dopo oltre 300 anni, ancora una volta in occasione di un Giubileo, torna a Roma come protagonista della mostra che racconta la famiglia reale polacca dei Sobieski e il loro rapporto con la città. La mostra è aperta al pubblico fino al 21 settembre presso palazzo Caffarelli tutti i giorni dalle ore 9,30 alle ore 19,30.


Ritratto di Maria Casimira di autore ignoto.


Ritratto di re Giovanni III Sobieski di autore ignoto.

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il monumento che vedi sotto.


Nella foto di ieri il fiume Almone che attraversa la Caffarella.

     E’ il terzo fiume di Roma (Km 21), nasce sui colli Albani da infiltrazioni del Lago di Castel Gandolfo (a circa 400 metri slm). Nell’ultimo tratto prendeva il nome di Acquataccio, la via Ostiense lo superava con un ponte detto “della Travicella” quindi si gettava nel Tevere nei pressi del gazometro. Oggi le sue acque vengono intubate subito dopo l’Appia Antica (ex Cartiera Latina) e finiscono nel depuratore di Roma Sud (Torrino Sud). Per gli antichi romani il fiume Almone veniva identificato con una divinità, il dio Almone, che dava l'acqua o la siccità come egli desiderava. Aveva un culto importante, il suo rito si svolgeva ogni anno il 27 marzo proprio dove le sue acque sfociavano nel Tevere. Dal Palatino, dove c'era il tempio della Magna Mater (la dea Cibele), si portava il simulacro della dea con una solenne processione fino alla via Ostiense, l'immagine aniconica (una pietra nera, forse un meteorite) veniva immersa nell'acqua del fiume insieme agli arnesi del culto. “La pietra venne portata a Roma da Pessinunte in Asia Minore, dove era il santuario della dea, durante le guerre puniche, perché un oracolo lo rendeva condizione necessaria per vincere la guerra. L’immagine era giunta a Roma via mare, ma alla confluenza del Tevere con l’Almone proseguì il suo viaggio via terra seguendo la via Ostiense” da: Sara Fabrizi, La storia di Appio San Giovanni, ed. Typimedia, anno 2020, pag. 35.

     La processione aveva questa meta, perché la leggenda recita che la nave proveniente da Pessinunte si incagliò alla confluenza dell’Almone, solo dopo una cerimonia di purificazione riprese il viaggio. L’importante cerimonia del 27 marzo durò fino al 389 d.C. quando fu abolita per incompatibilità con il Cristianesimo (da: Spiccioli di natura, pag. 68). Vedi più avanti “

     Invece nel fondovalle, alle idi di luglio, arrivavano i cavalieri romani ed eseguivano una cavalcata in onore di Marte Gradivo in ricordo della battaglia del lago Regillo (493 a.C.). Bisogna tener presente che un tempio dedicato a Marte era nei pressi dell’attuale chiesetta del Quo Vadis.

     Il nome Almone deriva - secondo l'Eneide, libro VII, vv. 531-534 - figlio di Tirro, custode degli armenti del re Latino, morto nella guerra con i troiani.

     Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 2011, nel quartiere Statuario, alcuni ladri rubano un’autocisterna piena di gasolio (15.000 litri) e la svuotano nei tombini del quartiere, così il gasolio raggiunge il fiume Almone, per giorni l’aria della Caffarella è irrespirabile

     Il fiume Almone segna il confine tra il VII e l'VIII municipio.

     Qui nel fondovalle tra canne, pioppi, salici, giunchi ed equiseti volano i beccaccini e le ballerine, saltano rane e rospi, strisciano bisce e salamandre.

     In questo corso d’acqua sono state girate alcune scene del film “Sotto il sole di Roma” di Renato Castellani, del 1948, in cui un giovane Alberto Sordi fa il bagno nel fiume e gli rubano i vestiti.


martedì 2 settembre 2025

Tanti lavori nelle scuole romane

 


Proseguono i lavori di efficientamento energetico e riqualificazione in 16 istituti scolastici comunali, si tratta di un investimento di 26 milioni. I lavori partono il primo settembre e si concluderanno il 31 dicembre, in tutto saranno coinvolti 50 plessi scolastici. Dai quotidiani romani del 29 agosto 2025. Nella foto la scuola Cagliero nel quartiere Tuscolano, una delle scuole romane (non è tra quelle interessate dai lavori).


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il corso d'acqua che vedi sotto e che scorre in Caffarella.


Nella foto di ieri la chiesa di Sant'Urbano in Caffarella. 

Fu Erode Attico a far erigere questo tempio a Cerere, la dea delle messi corrispondente a Demetra dei greci[1], in seguito fu intitolata anche a Faustina Maggiore moglie divinizzata dell'imperatore Antonino Pio, ma molto più probabilmente il nome è riferito a Faustina Minore, figlia di Antonino Pio e Faustina Maggiore, moglie di Marco Aurelio. Faceva parte del Triopio, villa e tenuta agricola del II secolo d.C. costruita da Erode Attico, aveva questo nome in ricordo del re Triopas di Tessaglia[2] che aveva osato tagliare la legna del bosco sacro a Demetra e per questo punito con una fame insaziabile. Il nome era un avvertimento verso possibili ladri. Del tempio pagano si conservano addirittura le tegole del sottotetto. In origine era sollevato su un podio con sette gradini al centro di un grande terrazzamento rettangolare che oggi si individua a fatica. La platea era cinta da portici. In laterizio non è solo il corpo dell'edificio (cioè il muro perimetrale, il timpano e la costruzione interna) ma anche la decorazione della parte alta della facciata (mensole, cornici, dentelli e ovuli), secondo l'uso tipico del II secolo d.C. Il tempio ha quattro colonne sulla facciata, le colonne, i capitelli corinzi e l'architrave sono in marmo pentelico[3], un marmo bianco proveniente dalla Grecia e le cui miniere appartenevano ad Erode Attico. Il muro tra le colonne è dovuto al restauro del 1634 quando nella facciata si era aperta una crepa visibile ancora oggi.

     Superati pochi gradini si entra in un atrio utilizzato fino a pochi anni fa come abitazione del guardiano. Qui vi era la statua di Cerere rubata agli inizi degli anni Ottanta. Si entra in una grande stanza che era la cella del tempio, stranamente grande e luminosa. Qui vi erano le statue delle due dee a cui era dedicata e forse quella di Annia Regilla. Era un luogo sacro riservato al sacerdote. All'interno è conservato un piccolo altare rotondo di marmo rinvenuto nel giardino nel 1616 nel quale si legge una iscrizione in greco dedicata a Dioniso che fece supporre che il tempio fosse a lui dedicato.

     Nel VI secolo fu convertito in chiesa cristiana e dedicato a Sant'Urbano vescovo il cui corpo era sepolto al quarto miglio della via Appia. Il restauro più importante fu compiuto dal cardinale Francesco Barberini nel 1634. Gli affreschi che ornano i riquadri risalgono all'XI secolo, ma furono rimaneggiati nel Seicento da papa Urbano VIII Barberini. Attraverso una piccola scala si scende alla cripta, le dimensioni ridotte e la sua posizione sotto l'altare provano che essa fu costruita per essere una "Confessione", cioè luogo per conservare le reliquie. Il tetto con la volta a botte era decorato da una serie di stucchi ottagonali e quadrati contemporanei a quelli delle tombe dei Valeri e dei Pancrazi nelle tombe della via Latina. Di tutti gli stucchi ottagonali è rimasto proprio quello centrale  che raffigura due persone in rilievo una delle quali interamente conservata: è una donna nobilmente vestita. Forse l'apoteosi di Annia Regilla. “La donna porta ai piedi delle calzature con la punta rialzata, tipici della cultura etrusca. Un dettaglio che sembra rimandare alle origini etrusche della famiglia di Anni Regilla[4]. L'affresco della Crocifissione reca la firma frater Bonizzo e la data 1011. Gli affreschi appartengono allo schema tipico del periodo medioevale. Le 34 scene distribuite lungo le pareti rappresentano episodi tratti dal Vangelo, dal martirio di San Lorenzo e di altri santi non ancora ben identificati.



[1] Cerere, da lei il termine cereali: frumento, mais, riso, orzo, miglio, avena, segale, grano saraceno e altri.

[2] Tessaglia regione della Grecia che ha come capitale Larissa, è a Nord di Atene sul mar Egeo.

[3] Marmo pentelico marmo bianco a grana fine, può assumere tonalità di giallo oro, talvolta con brillanti venature verdastre. La cava da cui si estrae si trova a circa 5 Km a nord est di Atene, nel versante del monte Pentelico. E' stato usato per il Partenone, i propilei e l'Eretteo, dai romani per il tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio.

[4] Annia Regilla. Questo particolare delle scarpe è tratto dal libro di Sara Fabrizi, La storia di Appio San Giovanni, ed. Typimedia, anno 2020, pag. 58.


lunedì 1 settembre 2025

Un nuovo sito artistico a Roma

 


Se passate per piazza di Spagna fate caso alla nuova installazione artistica che si trova in piazza Mignanelli, si intitola Sky mirror ed è opera di uno dei maggiori artisti contemporanei Anish Kapoor, si deve alla Fondazione Valentino che ha la propria sede in quella piazza.

Nasce in India nel 1954 da padre indiano e madre ebrea irachena, a diciannove anni si trasferisce in Inghilterra dove compie studi artistici. Tiene la sua prima personale nel 1980 a Parigi. Dal 1982 al 1990 rappresenta la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia. Nel 1991 vince il Turner Prize, dal 1999 è eletto membro della Royal Accademy di Londra". Celebre "Senza titolo" dalla serie Volterra, 1997, coll.priv. Un blocco di alabastro levigato su un lato e grezzo sull'altro, scavato e riempito di luce.

Per Kapoor, artista anglo indiano, la sua azione consiste nell’agire sullo spazio manipolandolo e dandogli forma. Lo spazio contenuto in un oggetto deve essere più  grande dello spazio che lo contiene, in questo modo vengono generati diversi punti di vista che ridisegnano lo spazio, aprendo una relazione tra opera e spettatore. 


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova la chiesa che vedi sotto.


Nella foto di ieri la cisterna monumentale che si trova in Caffarella lato via Appia Pignatelli.