lunedì 22 gennaio 2018

Nuova luce su Santa Maria Maggiore


     Una nuova illuminazione, realizzata da Enel X per conto della Fondazione Endesa, avvolge dall'19 gennaio 2018 la basilica visitata dal papa già 57 volte. Alla inaugurazione Juan Carlos e la consorte Sofia. “Io sono un vero romano de' Roma”, ha detto il monarca spagnolo nato a Roma nel 1938.

   La chiesa sorge nel punto più alto dell’Esquilino, fu costruita in seguito ad una visione del papa Liberio (352-66) nel punto in cui cadde la neve ad agosto (per questo detta liberiana), nelle forme attuali fu voluta da papa Sisto III nel 432-440, la prima costruita da un Papa e non da un imperatore. Di quel tempo si conservano i mosaici dell’arco di trionfo e della navata maggiore. Al tempo di Niccolò IV risale il mosaico dell’abside che fu realizzato da Jacopo Torriti tra il 1291 e il 1296. I mosaici della facciata esterna sono del XIII-XIV secolo, opera di Filippo Rasuti.
   Davanti alla facciata della chiesa si erge l’unica colonna superstite della basilica di Massenzio (qui rialzata nel 1614 per opera di Carlo Maderno), ai suoi piedi la fontana anch’essa di Carlo Maderno (1615).
   La facciata si deve a Ferdinando Fuga (1743), la tribuna a Rainaldi nel Seicento. Il campanile romanico è il più alto di Roma (m 38), la campana più alta è chiamata “la Sperduta” perché  i suoi rintocchi al tramonto servivano ad orientare i pellegrini prima della chiusura delle porte. Nell’abside affreschi di profeti opera di Pietro Cavallini, Cimabue o Giotto giovane. Nella confessione reliquia della culla di Betlemme. Nei sotterranei si trova una scritta di cinque parole, ognuna di cinque lettere a formare un quadrato magico: Sator arepo tenet opera rotas, si legge uguale da sinistra a destra o viceversa, da sopra a sotto o viceversa. Il suo significato non è chiaro: “Il seminatore sul carro tiene con cura le ruote”, oppure “Il Creatore con il carro tiene in moto le orbite”, a indicare una costante attività divina che regge e guida il mondo. Resta il dubbio sulla parola Arepo che non è latina ma celtica (popoli indoeuropei come i galli e i britanni).
     Nella navata destra si trova la cappella Sistina voluta da Sisto V opera di Fontana.
     L’ambulacro dietro l’altare della Cappella Sistina ha sempre conservato il primo presepio. E’ in marmo, realizzato da Arnolfo di Cambio nel 1291, costituito da solo sei figure originali: i tre Magi, san Giuseppe, il bue e l’asino, e dalla Madonna con il Bambino in braccio, opera di artista del Cinquecento. Oggi si trova nel piccolo museo, realizzato in occasione dell’anno santo del 2000.

     Nella navata di sinistra la cappella Paolina o Borghese ordinata da Paolo V a Flaminio Ponzio

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