giovedì 4 gennaio 2018

Rischia di chiudere lo storico Caffè Greco!

   Nooo! Non è possibile, ma dalla lettura dei giornali dei giorni scorsi c'è una notizia agghiacciante.
E' arrivato lo sfratto al gestore, per affitto basso, il nuovo sarà dieci volte maggiore. Proprietario delle mura è l’Ospedale Israelitico. Oggi i gestori pagano 18.000 euro al mese.
   Questa è una notizia che non si può sentire. Il caffè Greco non può, non deve chiudere!

     In via Condotti, al civico 86, si trova il famoso Caffè Greco, celebre ritrovo di artisti e letterati italiani e stranieri nel XIX secolo. Fondato dal greco Nicola Della Maddalena nel 1760 il locale raggiunse fama successivamente quando cominciò a proporre un caffè migliore, servito in piccole tazze. Molto apprezzato dagli stranieri fu il servizio che permetteva di ricevere la posta in una caratteristica scatola di legno collocata vicino all’ingresso. Tra i più celebri frequentatori del caffè si ricordano musicisti come Liszt, Gounod, Berlioz, Mendelssohn, Riccardo Wagner, scultori e teorici dell’arte come Thorwaldsen, romanzieri come Gogol e Mark Twain, scrittori come Stendhal, Goethe, Heinrich Heine, il filosofo Schopenauer, poeti come Leopardi e Minckievicz, Baudelaire, Anatole France, Di Giacomo, Pascarella, Trilussa, e D’annunzio, i pittori della Campagna Romana (Enrico Coleman, Onorato Carlandi Giulio Aristide Sartorio) avevano qui la loro sede, ma anche i pittori Nazareni guidati da Overbeck, il politico – pittore e scrittore Massimo d’Azeglio. Sedettero ai tavoli di questo locale anche sovrani, come Luigi di Baviera e un futuro papa Gioacchino Pecci[1]. Il caffè conseva quadri, opere d’arte e arredi d’epoca. Nel 1906 ricevette al visita di Buffalo Bill, l’evento è ricordato da una foto esposta nel locale e munita di dedica all’allora proprietario Gubinelli. Nel secondo dopoguerra frequentarono il caffè: Aldo Palazzeschi, Goffredo Petrassi, Afro e Mirko Basaldella, Carlo Levi, Pericle Fazzini, Renzo Vespignani, Orfeo Tamburi, Libero De Libero, Sandro Penna, Lea Padovani, Orson Welles, Mario Mafai, Ennio Flaiano e Vitaliano Brancati.  Una targa a destra dell’ingresso ricorda che il locale è sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza dal 1953 (notare che non esisteva il ministero dei Beni Culturali, quindi il vincolo fu posto dal ministero della Pubblica Istruzione che ne aveva le funzioni, il ministero della cultura venne creato nel 1974, ministro Spadolini, governo Moro IV).
     Ricordiamo che Nikolaj Vasilijevic Gogol (Sorocincy, Ucraina 1809 – Mosca 1852) compose la maggior parte delle Anime morte a Roma, secondo la tradizione al Caffè Greco, dove soggiornò più volte fra il 1836 e il 1848 e dove divenne amico del Belli. Nella città papale Gogol scrisse anche il racconto Roma rimasto incompiuto e pubblicato contro il suo volere nel 1841.
     Il locale, che conserva ancora l’aspetto ottocentesco, è oggi proprietà degli eredi della famiglia Gubinelli Grimaldi che lo gestisce dal 1873.
     Cliente del caffè fu anche Giacomo Leopardi che abitò, durante i suoi due soggiorni romani in due luoghi diversi[2].

[1] Gioacchino Pecci divenne Papa nel 1878 con il nome di Leone XIII. Fu il successore di Pio IX.
[2] Caffè Greco. Tutte le notizie da: Guida di Roma del Tci, rivista Roma ieri, oggi e domani.

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