giovedì 21 aprile 2022

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il rudere che vedi sotto.


Nella foto di ieri l'ex Cartiera Latina in via Appia Antica.

L'EX CARTIERA LATINA

al civico 32, dal 1998 sede del parco Regionale dell'Appia Antica, è attivo un centro visitatori dove è possibile usufruire di numerosi servizi, è centro espositivo e sede di convegni. Una vasta sala convegni è intitolata ad Antonio Cederna. Già sede della biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza, oggi è sede della Biblioteca “Fabrizio Giucca”[1], aperta il lun. mer. ven. dalle ore 9,30 alle ore 13,30 e il mer. gio. dalle 9,30 alle ore 16,30 (settembre 2021). Contiene circa 3.000 titoli, su archeologia e beni culturali da un lato e su natura e aree protette su un altro con particolare riferimento al parco dell’Appia Antica.

     Storia. Dal medioevo questo luogo ha avuto una spiccata vocazione artigianale per la presenza del fiume. Un documento del 1081 attesta la presenza nell’area di impianti per la follatura[2] dei tessuti di lana fondata sullo sfruttamento del flusso delle acque della Marrana. Nel XV secolo tali strutture sono chiamate gualchiere o valche dal termine logobardo “walkan” rotolare. Il termine valca veniva utilizzato prevalentemente per gli impianti per la follatura della lana, a volte anche per le cartiere. Quando nel 1656 Roma venne colpita dalla peste, la valca d’Acquataccio, qui localizzata, fu utilizzata per la disinfezione delle lane dei materassi. Nel 1677 il modenese Domenico Atimani acuqistò dai fratelli Muti duchi di Rignano la valca d’Acquataccio e gli edifici annessi al prezzo di 2000 scudi e ne cedette il libero uso ai Cappucci per valcare e purgare tutte le pezze di panno di lana e le coperte che si fabbricavano nel loro convento di Santa Maria della Concezione in via Veneto.

     Il 16 dicembre 1804 la valca d’Acquataccio fu concessa a Giuseppe Pericoli che ottenne il permesso di trasformare la valca in mola per marinare la vallonea. La polvere estratta dalle ghiande della quercia vallonea era utilizzata nella concia delle pelli, poiché conteneva buone quantità di tannino. I Cappuccini ricevettero in cambio della mancata valcatura un compenso di 15 scudi annui.

     Un documento del 1855 cita la valca ma lo stesso atto parla anche di mola, i due termini sono usati come sinonimi. In un documento del 1875 la mola viene definita “molinello da colori”. L’impianto era stato adattato alla macinazione di colori destinati alle fabbriche di ceramiche. Tale struttura rimase di proprietà dei Cappuccini fino al 1912, anno in cui fu intestata a Giuseppe Borghese principe di Poggio Nativo (Rieti).

     Nel 1919 al civico 12 dell’Appia Antica era attestata una porzione di casa ad uso cartiera con caldaia a vapore a tre motori elettrici della forza complessiva di 67 Ampere, con corte annessa: il proprietario era il principe Giuseppe Borghese. Il 21 settembre 1923 si costituì la Società Anonima per Azioni Cartiera Appia”, dal 10/1/1931 divenne Società Anonima Cartiera Latina, mentre la proprietà degli immobili era passata a Loreto Costnatini e Enrico Zuanelli. Negli anni Trenta nella cartiera lavoravano 40 operai e l’azienda produceva carta di qualità per l’editoria dagli stracci di cotone. Dal 1937 lavorò per qualche anno alla Cartiera, come ragazzo di macchina, con salario di 30 lire a settimana, un giovanissimo Claudio Villa, la cui famiglia abitava in quegli anni sulla via Ardeatina. Dal PRG del 1931 la cartiera si trovava nell’area di rispetto dell’Appia Antica che configura il futuro parco.

     Nel 1966 lo stabilimento occupava 60 operai e produceva anche sacchetti di carta. Nel 1971 venne emanato dal Comune di Roma un decreto di esproprio in quanto ricadeva nella zona N – Verde Pubblico del PRG. La chiusura dell’impianto avvenne nel 1986.

     Le lavorazioni. Sul finire degli anni Quaranta, a causa del crescente inquinamento dell’Almone si passò all’uso degli stracci alla carta da macero che giungeva alla cartiera confezionata in balle. Il materiale passava alla cottura o lisciviazione, che avveniva in contenitori sferici rotativi con liscivio contentente soda caustica o calce viva a 120°-130°. Dopo la cottura la carta da macero passava nella molazza che, sotto la pressione delle sue pesanti ruote di granito, provvedeva ad una prima gorossolana sfilacciatura delle fibre. Successivamente l’impasto veniva messo nelle pile olandesi (vasche piene d’acqua in cui ruotava un cilindro a coltelli che, sfiorando altre lame fisse, riduceva il materiale in filamenti) per una più fine lavorazione delle fibre, con l’eventuale aggiunta di colla e/o colere e/o sbiancante. In seguito l’impasto veniva versato nella tine di macchina per un’aggiunta finale di acqua, tale da renderlo sufficientemente liquido per essere depositato uniformemente, per depressione, nelle tele di rame dei tamburi rotanti della macchina continua. La pasta da carta passava quindi alla macchina continua, distinta in parte umida e seccheria, da cui usciva il telo di carta avvolto su se stesso in bobine. L’ultimo passaggio era alla calandra, che lisciava perfettamente la superficie della carta o se necessario la lucidava. A seconda delle richieste la carta veniva tagliata in vari formati da una taglierina continua.

     I prodotti della Cartiera Latina erano distribuiti su tutto il territorio nazionale.

     Dall’abbandono alla rinascita. Entrata a far parte del Demanio Comunale la struttura è caduta in abbandono. Nel 1998 è stata concessa all’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, con l’obiettivo di farne la sede del Parco stesso e dei servizi di accoglienza. La Cartiera ricopre un’area di 8.444 mq di cui 2.913 coperti. Gli uffici sono stati realizzati tra il 1998 e il 1999 riutilizzando gli uffici della cartiera. I lavori di restauro sono stati terminati nel 2010[1] con una spesa di 2,8 milioni di euro. Oggi il complesso è dotato di due sale espositive, una sala conferenze, uno spazio didattico espositivo per scuole e famiglie. Uno spazio verde esterno ospita un orto didattico e un’area dedicata alle tradizioni della campagna romana.

     Tutte le notizie di questo paragrafo dedicato alla Cartiera Latina sono prese da pannelli illustrativi posti nella cartiera stessa e visionati nell’ottobre 2013.



[1] Presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2010 è stato Piero Marrazzo (indipendente con l’Ulivo).


[1] Fabrizio Giucca guardiaparco e naturalista, ha partecipato alla redazione del Piano del Parco.

[2] Follatura. La follatura è un’operazione del processo di fissaggio dei tessuti di lana che consiste nel compattare il tessuto attraverso l’infeltrimento per renderlo compatto e in alcuni casi impermeabile (da: it.wikipedia.org).


Nessun commento:

Posta un commento