domenica 24 aprile 2022

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova la strada che vedi sotto.


Nella foto di ieri la chiesetta del Quo Vadis.

Detta anche Santa Maria in Palmis rifacimento seicentesco di una cappella eretta nel IX secolo sul luogo dove, secondo la tradizione[1], San Pietro che fuggiva da Roma per sottrarsi alla persecuzione di Nerone avrebbe avuto la visione di Gesù che lo invitava a tornare indietro. La facciata si deve al cardinale Francesco Barberini che la commissionò nel 1637. All'interno è conservata l'impronta dei piedi di Gesù (è una copia, l'originale si trova nella basilica di San Sebastiano fuori le mura) inserita in un selciato stradale in pietra scura che non è la pietra utilizzata per pavimentare la via Appia. Sulla sinistra è affrescata l'immagine intera di San Pietro e sulla destra il Cristo. Si tratta in realtà di un ex voto pagano per il buon esito di un viaggio (qualcuno ha anche calcolato il numero di scapa, il 45, un numero di tutto rispetto; da Loiacono, 501 lughi di Roma, pag. 100). A sinistra dell'ingresso si trova il busto di Henryk Sienkiewicz autore del romanzo storico Quo Vadis, premio Nobel per la letteratura nel 1905 (è sepolto nella cattedrale di Varsavia). Il busto è opera dello scultore polacco Boguslaw Langman. Da questo romanzo di grande successo è stato liberamente tratto il film omonimo (1951) del filone colossal con Robert Taylor, Deborah Kerr, nel ruolo della schiava Licia, Leo Genn e Peter Ustinov nell'indimenticabile ruolo di Nerone.

     Sull'altare maggiore la Santa Maria in Transitum della scuola di Giotto. Ai lati dell'altare maggiore San Pietro e Cristo sulla Croce.



[1] Tradizione del Quo Vadis è riportata negli Atti di Pietro, uno dei Vangeli apocrifi, escluso nel canone della Bibbia, risale al II secolo d.C. Da: Sara Fabrizi, La Storia di Appio San Giovanni, ed. Typimedia, anno 2020, pag. 54.


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