giovedì 1 maggio 2025

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il parco che vedi sotto.



Nella foto di ieri il mercato di Porta Portese.

     Fino agli anni Settanta del Novecento, lo sviluppo edilizio di Roma aveva dimenticato questa zona, rimasta riservata a servizi di grande ingombro e scarso pregio come depositi di materiale edile, il canile municipale, il deposito Atac. Era una zona amorfa punteggiata di baracche, robivecchi, sfasciacarrozze, in parte abbandonata. 

     Lo stesso Istituto San Michele, come carcere minorile venne abbandonato nel 1938, solo nel 1969 iniziò il suo restauro, per settori, assai lentamente, fino ad ospitare il Mibac e l’Istituto per il Restauro.

     Il mercato di Porta Portese è il più importante mercato non alimentare di Roma, simile al mercato delle Pulci di Parigi. E’ aperto solo la domenica dalle ore 6 alle ore 14. Nasce nell’immediato dopoguerra come mercato della borsa nera, si poteva comprare, vendere e barattare di tutto. I magazzini della vecchia stazione di Porta Portese fecero da primo magazzino per tutta la merce che si esponeva di giorno. Ve n’era un altro a Tor di Nona di generi alimentari. Oggi si sviluppa su via Portuense, via Ippolito Nievo, via Napoleone Parboni e via Angelo Bargoni. La suddivisione dei settori è sempre la stessa: abbigliamento in via Portuense, scarpe e casalinghi in largo Alessandro Toja, antiquariato in via Ippolito Nievo (vimini alla fine), Robivecchi e vari in via Parboni e Bargoni. Biciclette e accessori sulla collina che sale a destra della strada. Vi si trovano anche dischi, mobili (anche poltrone e sedie di design), libri, cosmetici, cartoline d’epoca, orologi, tessuti, vestiti per bambini, cappelli, elementi per realizzare collane, valigie anche d’epoca, soldatini, conchiglie e altri giocattoli d’epoca come le macchine fotografiche, serrature e maniglie d’epoca. Con il tempo alcuni venditori sono diventati stabili.

     Frequentato anche da turisti, vi sono state ambientate scene di film famosi: Ladri di biciclette (1948 di Vittorio De Sica), Sciuscià (1946 di Vittorio De Sica) e I soliti ignoti (1958 di Mario Monicelli). Nanni Loi vi organizzò una finta vendita di schiave africane in uno dei suoi comici scherzi.. e fu davvero comico vedere la reazione della gente che s'informava sul prezzo oppure chiedeva al figlioletto: "La compriamo a papà?" Ma nessuno dubitava sull'autenticità della vendita. Da Franco Sarandrea in Memorie di Roma del 22.8.21

     Claudio Baglioni gli ha dedicato una canzone con lo stesso titolo (1972, retro di un 45 giri con Questo piccolo grande amore). Un giornale di annunci gratuiti porta questo nome, dal 1978.


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