martedì 29 agosto 2017

Bilancio ad un anno dal terremoto di Amatrice

     Alcune chiese di Roma riportarono danni dal terremoto del 24 agosto scorso e del 30 ottobre successivo. La chiesa di Sant’Eustachio vicino al Pantheon era quella che aveva impensierito di più i tecnici per una crepa che si era aperta sopra l’altare maggiore. Ma ora la situazione si è stabilizzata e per restando sotto osservazione, la chiesa è stata riaperta al pubblico. Invece resta chiusa la chiesa di San Francesco di Paola al rione Monti che guarda dall’alto via Cavour. L’edificio ha diversi problemi di statica che risalgono a prima del terremoto. E’ stato chiesto un progetto di risanamento che finora non è stato presentato, forse perché i Frati Minimi non hanno le disponibilità economiche per il restauro. 

     Continuano i lavori nella Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura, in questo caso si tratta di una delle chiese più antiche e importanti del mondo cristiano. Si sono verificati distacchi di calcinacci da una navata, sono stati effettuati interventi al tetto, ma i lavori continuano nel portico d’ingresso, proprio vicino alla tomba di Alcide De Gasperi. Completati i lavori a Sant’Ivo alla Sapienza, che aveva crepe nella cupola, i vigili hanno ridato l’agibilità alla chiesa nella primavera scorsa ma purtroppo – non sappiamo perché – resta chiusa. La chiesa di San Pancrazio, ai limiti della villa Doria Pamphili, è stata liberata dalla transenne. E terminiamo questa carrellata di chiese di Roma con il Porto di Traiano, nei pressi di Fiumicino. I casali ottocenteschi hanno registrato profonde  lesioni che ne hanno compromesso la statica, per questo gli edifici restano chiusi.

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