Questa è una cosa che non si deve fare, bagnarsi nelle fontane di Roma è sbagliato, un gesto che danneggia un luogo di grande pregio, giustamente viene sanzionato dalle autorità. Ma questa foto a me piace! Perché questo è uno dei luoghi più belli di Roma, con un affaccio sulla città da rimanere negli occhi e nel cuore, il tutto abbinato al giorno "più bello della vita". Ditemi pure che sono un romantico, ma questa immagine unisce bellezza e semplicità. La foto è tratta dal sito internet di "Repubblica" che si ringrazia.
La fontana dell’Acqua Paola, chiamata dai
romani “Fontanone”, è la mostra terminale dell’acquedotto dell’Acqua Paola,
ripristinato tra il 1608 e il 1610 da papa Paolo V Borghese[1],
in quanto le zone sulla sponda destra del Tevere (Trastevere, Borgo e il
Vaticano stesso) erano scarsamente dotate di acqua potabile. Si trattava di
ripristinare l’acquedotto di Traiano che captava l’acqua dal lago di Bracciano,
i lavori terminarono nel 1610.
La fontana fu progettata da Giovanni
Fontana[2] in
collaborazione con Flaminio Ponzio[3],
avendo come modello la mostra dell’acquedotto Felice. Si divide in due parti
separate da una linea immaginaria orizzontale, nella parte inferiore vi sono
tre arcate più alte e larghe delle due laterali leggermente arretrate, le
arcate sono separate da colonne su pilastri. All’interno delle tre arcate
centrali, invece di statue, si trovano tre finestroni per consentire una
parziale visione del giardino botanico che all’epoca si trovava dietro il
fontanone. La metà superiore è occupata da una grande iscrizione che ricorda la
riattivazione dell’acquedotto, al di sopra un grande stemma pontificio sorretto
da due angeli scolpiti da Ippolito Buzio.
Gran parte dei marmi per realizzare
l’opera provengono dal foro di Nerva. Il progetto originario del Fontana venne
modificato per volere del papa Alessandro VIII[4]
che commissionò l’opera al nipote di Giovanni, Carlo Fontana. A memoria di tale
intervento, nella volta dell’arco centrale venne posizionato lo stemma del papa
e una iscrizione commemorativa. In occasione di tali lavori venne creato il
piazzale antistante con un colossale lavoro di terrazzamento, prima la fontana
era a strapiombo sulla città.
Una
grande lapide sulla fronte del Gianicolo ricorda che Paolo V fece
restaurare nel 1613 l’antico acquedotto che portava la saluberrima acqua
Alsietina (Augusto 2 d.C.) da Bracciano a Roma. E’ un errore, l’acqua Alsietina
non era potabile, serviva per irrigare i campi e per le fontane monumentali,
non veniva da Bracciano ma dal lago di Martignano. Quindi non si trattava di
questo acquedotto, ma di quello di Traiano, costruito oltre un secolo più
tardi.
Lavori di restauro si resero necessari
dopo i combattimenti sul Gianicolo per la Repubblica Romana nel 1859, altri nel
2002-04. Tra il giugno e il novembre 2019 la fontana è stata interessata da
lavori di manutenzione straordinaria, lavori resi possibili grazie ad una
donazione della maison Fendi (insieme a questa vennero restaurate la fontana
del Mosè, la fontana del Peschiera in piazzale degli Eroi e la mostra
dell’Acqua Vergine al Pincio, per una spesa di 280.000 euro (da Repubblica del
4.6.19 e del 27.11.19).
[1]
Paolo V Camillo Borghese di Roma (Papa
dal 1605 al 21). Fu un papa
nepotista, il nipote diede avvio alla costruzione della villa e del Casino come
pure della collezione d'arte oggi Galleria Borghese. Affidò a Carlo Maderno la
costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome, eresse il
transetto modificando il progetto michelangiolesco. Affidò a Flaminio Ponzio
l'ampliamento del palazzo del Quirinale. Restaurò l'acquedotto che portava
l'acqua da Bracciano detto di Traiano e da allora Acqua Paola, fece costruire
il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa come mostra. In
santa Maria Maggiore fece costruire la cappella Paolina di fronte alla Sistina
e davanti alla chiesa fece erigere la colonna prelevata dalla basilica di
Massenzio. Fermo sostenitore dei diritti della Chiesa entrò in conflitto con
Venezia per cui lanciò l'interdetto a Venezia nel 1606. Appoggiò la lega
cattolica nella Guerra dei Trent'Anni. Fece costruire i porti di Fano e Civitavecchia.
[2]
Giovanni Fontana fratello maggiore di Domenico (colui che
rialzò l'obelisco Vaticano), suo è il progetto
per l'acquedotto Felice voluto da Sisto V, la fontana dell'Acqua Paola sul Gianicolo, il fontanone di ponte Sisto
in piazza Trilussa e la fontana dell'Acqua Felice in piazza San Bernardo o del Mosè.
[3]
Flaminio Ponzio (Viggiù 1560 - Roma
1613) architetto di Paolo V, progettò palazzi e chiese in uno stile severo
derivato da Domenico Fontana. E' autore della cappella Paolina in Santa Maria
Maggiore, della facciata di palazzo Borghese su via Ripetta, del casino di
villa Borghese oggi sede della galleria omonima e della basilica di San
Sebastiano fuori le mura. Sua la facciata della chiesa di Sant'Eligio degli
Orefici.
[4]
Alessandro VIII Vito Ottoboni di
Venezia, papa dal 1689 al 91.
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