lunedì 8 giugno 2020

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il punto di Roma da dove è stata scattata questa foto panoramica con San Pietro.

Nella foto di ieri il Casino del Bel Respiro dentro villa Doria Pamphili.

   Il Casino del Bel Respiro o di Allegrezze o di Belle Statue o Casino dell’Algardi, è frutto di tre interventi successivi nel tempo, il primo di Borromini[1], il secondo di Girolamo Rainaldi che pensò a due ali laterali mai edificate, il terzo, quello che ha dato al casino il volto attuale si deve ad Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi (1644-48). Esternamente il Casino si presenta come un parallelepipedo animato da un avancorpo che caratterizza la facciata principale. L'edificio riprende, nella decorazione con marmi antichi delle facciate, soluzioni adottate a Roma nella seconda metà del Cinquecento. Le fronti principali sono impostate su due livelli: il giardino segreto chiuso sul fondo da un muro con statue e bassorilievi, e un terrazzamento panoramico più alto. L'interno ha una pianta di ispirazione palladiana con un grande salone circolare centrale alto due piani, sotto al quale, al livello del giardino è una sala rotonda, con statue antiche, decorata, come gli ambienti adiacenti, di raffinati stucchi d'ispirazione classica su disegno dell'Algardi. Gli affreschi recano motivi di piante, fiori, palmette, mausolei, trionfi, medaglioni e scene mitologiche varie. La sala di Ercole ha affreschi di Francesco Grimaldi detto il Bolognese.
     Nell'area sottostante si trova una necropoli romana, si tratta di due colombari di età augustea e adrianea e di un atomba con facciata in opus quadratum in tufo recante al centro, scolpita in peperino, una finta porta simboleggiante il passaggio all'aldilà del I sec. a.C. Separato vi è un altro colombario ipogeo di età augustea. Gli affreschi sono stati staccati e conservati al Museo Nazionale Romano di palazzo Massimo.


[1] Progetto Borromini per il Casino di Villa Pamphili. Un documento rinvenuto nella biblioteca Vaticana e pubblicato da Paolo Portoghesi ci fornisce una immagine della villa come fortezza. Un testo chiarisce le idee di Borromini.

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