giovedì 25 novembre 2021

Che bella VediROMAinBici attraverso le parole di Marco Pastonesi

 

Una bici usata nella prima guerra mondiale
dall'esercito italiano.

Domenica scorsa, sulla ciclabile che a Roma da Monte ario sale verso il San Filippo Neri, un pedone sulla sessantina – al telefono – annunciava, tra la sorpresa e la meraviglia, ma anche con una certa apprensione: “C’è un gruppo di vecchietti in bicicletta, si è creato un ingorgo, poi ti richiamo”. Una delle vecchiette pedalanti si è istantaneamente ribellata: “Ahò, ma che te sei visto?”. La dimostrazione che pedalare ringiovanisce, o comunque fa sentire più giovane.

Eccoli. Pimpanti, sorridenti, fosforescenti. Autonomi, assistiti, elettrizzati. Curiosi, educati, spiritosi. Dotati più di una lenta velocità che di una velocità lenta, più di pensioni spensierate che di pensieri pensionati, più di amici biciclettati che di biciclette amichevoli. Sono quelli di VediRomaInBici, un gruppo a due ruote, a pagina Facebook e a sito Internet, a chilometraggio limitato ma a curiosità infinita. E che la domenica santifica la festa pedalando fra basiliche e obelischi, parchi e ville, ma anche fra isole ciclopedonali e tiberine, fori imperiali e copertoncini forati, catacombe e catarifrangenti, molte vedute e qualche salita (diciamo la verità: basta poco, anche solo quella di Monte Ciocci) mozzafiato.

Età media effettivamente piuttosto alta, abbassano pressione e colesterolo ed elevano interessi e cultura, sempre pigiando sulle pedivelle fino a ringiovanirsi almeno spiritualmente. Trasversali per ceto e titoli, universalizzano conoscenze ed esperienze orizzontalizzando, verticalizzando e capitalizzando la Capitale. Tant’è che finora i diversamente giovani di VediRomaInBici hanno ideato e proposto più di 180 itinerari, uno diverso dall’altro, su e giù per i municipi, dentro e fuori i rioni, vanti e indietro per i quartieri, sopra e sotto la strada. Proprio domenica scorsa, per celebrare il legame con l’associazione Ti con Zero, per il progetto “Contemporaneamente Roma” e il programma “Alla fine della città”, hanno esplorato il Santa Maria della Pietà, una città nella Città, da antico manicomio ad attuale oasi, fra pini marittimi e murales commissionati.

Gli arzilli ciclisti inseguono i film (i luoghi in cui sono stati girati “Brutti, sporchi e cattivi” o “Ladri di biciclette”) e collegano le fontane (da quella dei Quattro Fiumi a Piazza Navona a quella dell’Acqua Felice in Santa Maria Maggiore), rilanciano Caligola (e il suo acquedotto) e omaggiano Gigi Proietti (e il suo Tufello), percorrono le ciclabili (da quella dell’Aniene a quella del Tevere) ed esplorano parchi che ci sono (come quello della Caffarella) e che non ci sono (il Parco sul Vallerano, attiguo a EURoma2, “eternamente da completare”).

Nata nel 2009 e forte di una cinquantina di soci pedalatori (sono ammesse tutte le bici, muscolari ed elettriche), VediRomaInBici fa riferimento alla Uisp, è in collegamento con tutte le altre associazioni ciclistiche a prescindere da sigle e colori, prevede un tesseramento annuo (che comprende l’assicurazione) di 25 euro. Per informazioni e iscrizioni, www.vediromainbici.it

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