mercoledì 4 maggio 2022

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il cortile che vedi sotto.


Nelle foto di ieri la tomba di Cecilia Metella sull'Appia Antica.

Uno dei monumenti più famosi di Roma e simbolo dell'Appia Antica, eretta poco dopo il 50 a.C.  per la figlia di Quinto Cecilio Metello Cretico (conquistatore di Creta), moglie di Marco Grasso, figlio di un triumviro e generale di Cesare in Gallia (Cesare, Pompeo e Crasso). E' del tipo a corpo cilindrico impostato sul basamento quadrato. Il cilindro, rivestito di travertino e coronato da un fregio marmoreo in rilievo di marmo pentelico con festoni tra bucrani[1] e scudi gallici, è alto 11 metri, con 29,50 m di diametro. In origine doveva terminare con una struttura conica o, più probabilmente, con un cumulo di terra. Una lapide di marmo ricorda Cecilia. Al suo interno accoglieva la cella funeraria che era chiusa in alto da una volta a calotta. I merli ghibellini fanno parte di una sopraelevazione medioevale allorché la tomba fu trasformata in torre (prima dai conti di Tuscolo nel IX secolo, quindi nel Trecento dai Caetani) e inserita in un quadrilatero fortificato che inglobava l'Appia. All'inizio del XIV secolo, come un mastio, fu compresa nel CASTELLO DEI CAETANI, del quale faceva parte il palazzo addossato alla tomba. Il complesso fu distrutto in parte da Sisto V, divenne un covo di briganti pronti ad assaltare i passanti, ne rimangono resti pittoreschi con bifore trilobate e merlature. Nei suoi ambienti recentemente restaurati sono esposti i materiali raccolti lungo la strada agli inizi del XX secolo per costituire il primo nucleo del "museo della via Appia". Anche l'interno della tomba è stato recentemente restaurato e aperto al pubblico. Nel piano ipogeo è visibile una spettacolare colata lavica risalente a 260.000 anni fa. Sull'altro lato della strada si trova la piccola CHIESA DI SAN NICOLA scoperchiata, che è un raro esempio di stile gotico cistercense a Roma. Fontanella. Circa 80 m più avanti era posta la colonnina del III miglio, ed è visibile un tratto dell'antica pavimentazione stradale con i grandi basoli di lava vulcanica.



[1] Bucrano da questo deriva il nome Campo di Bove alla tenuta agricola della zona.


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