Nuova vita per il mercato di Porta Portese, uno dei luoghi più caratteristici di Roma. Il progetto della sua riqualificazione prevede una nuova configurazione più ordinata e sicura con la definizione delle aree di sosta e di servizio, la ricollocazione dei banchi (860 in tutto) secondo una logica funzionale, con passaggi pedonali e percorsi per i mezzi di soccorso. I lavori, finanziati con 3,2 milioni sono partiti il 14 luglio per concludersi entro il 2026. C'è anche un logo con le t-shirt, borse e calamite.

Il mercato di Porta Portese è il più importante mercato non alimentare
di Roma, simile al mercato delle Pulci di Parigi. E’ aperto solo la domenica
dalle ore 6 alle ore 14. Nasce nell’immediato dopoguerra come mercato della
borsa nera, si poteva comprare, vendere e barattare di tutto. I magazzini della
vecchia stazione di Porta Portese fecero da primo magazzino per tutta la merce
che si esponeva di giorno. Ve n’era un altro a Tor di Nona di generi
alimentari. Oggi si sviluppa su via Portuense, via Ippolito Nievo, via
Napoleone Parboni e via Angelo Bargoni. La suddivisione dei settori è sempre la
stessa: abbigliamento in via Portuense, scarpe e casalinghi in largo Alessandro
Toja, antiquariato in via Ippolito Nievo (vimini alla fine), Robivecchi e vari
in via Parboni e Bargoni. Biciclette e accessori sulla collina che sale a
destra della strada. Vi si trovano anche dischi, mobili (anche poltrone e sedie
di design), libri, cosmetici, cartoline d’epoca, orologi, tessuti, vestiti per
bambini, cappelli, elementi per realizzare collane, valigie anche d’epoca,
soldatini, conchiglie e altri giocattoli d’epoca come le macchine fotografiche,
serrature e maniglie d’epoca. Con il tempo alcuni venditori sono diventati
stabili.
Frequentato anche da turisti,
vi sono state ambientate scene di film famosi: Ladri di biciclette (1948 di
Vittorio De Sica), Sciuscià (1946 di Vittorio De Sica) e I soliti ignoti (1958
di Mario Monicelli). Nanni Loi vi
organizzò una finta vendita di schiave africane in uno dei suoi comici scherzi
e fu davvero comico vedere la reazione della gente che s'informava sul prezzo
oppure chiedeva al figlioletto: "La compriamo a papà?" Ma nessuno
dubitava sull'autenticità della vendita.