lunedì 28 maggio 2012

Il Giro d'Italia: un evento che ci fa tornare bambini!

   Si è concluso da poche ore il Giro d'Italia con la vittoria di un canadese, la prima volta di un canadese nella storia della corsa rosa. Si chiama Ryder Hesjedal, ha vinto per soli 16 secondi, ma ha vinto. Purtroppo nessun italiano è salito sul podio, ma questa è la legge dello sport, bisogna complimentarsi con chi ha vinto. Questa gara ci ha accompagnato per tre settimane, ha riempito i nostri pomeriggi, adesso ci manca un po'. Manca a tutti gli appassionati delle due ruote, come è il sottoscritto e i suoi amici di Vediromainbici, siamo ciclisti modesti, ma nel nostro cuore ci sentiamo anche noi compagni degli atleti che hanno corso il Giro d'Italia.
   Mi permetto di ospitare in questo blog la lettera che Gianfranco Di Pretorio, della Federazione Ciclistica Italiana Lazio, ha inviato al direttore della Gazzetta dello Sport perchè esprime bene i sentimenti di tutti noi "piccoli" ciclisti ma comunque, sempre, grandi appassionati di questo bellissimo sport.

Un immagine del vincitore del Giro
presa da it.wikipedia.org.


   Egregio direttore della Gazzetta dello Sport
la ringrazio ,insieme a Mauro Vegni,ai collaboratori ed alla RAI per la straordinaria organizzazione del Giro Ciclistico d'Italia 2012.
E' appena trascorso un giorno dalla fine e gia' mi manca quel mondo
che mi onoro di seguire da oltre venti anni come giornalista per qualche
tappa e come appassionato in televisione o sulla Gazzetta.
Vorrei stringere la mano a tutti i concorrenti,arrivati e non,essi sono
i veri EROI di una società sempre più virtuale.Loro rischiano la giovane
vita veramente a causa dei tanti trabocchetti della strada eppure non
vogliono il paracadute!Mangiano,fanno la pipi' a 70 km/h,superano tante
di quelle salite e tante di quelle ore di gara da non capire come fa' il cuore a resistere eppure dopo 3 minuti si concedono alle domande spesso
impertinenti ed insipide di noi giornalisti.
Gridiamolo a tutta forza,i partecipanti ai grandi giri,sono i superuomini
dello sport di resistenza!
Come faccio a dimenticare l'umilta' del vincitore Ryder Hesjedal nel
momento di stringere a se il Trofeo.Dio mio,nei suoi occhi lucidi c'erano
tanti sogni infranti.A compensare,per fortuna, ci ha pensato Phinney con un sorriso liberatorio nonostante la sfortuna al seguito.
Mi piace il Giro perchè emergono più facilmente i tanti valori presenti
nell'uomo che,spesso, i ritmi incalzanti non ci permettono di notare:
la dedizione estrema per la squadra di Valerio Agnoli,il coraggio oltre
ogni limite di Stefano Pirazzi e la voglia di ricomporre subito le amicizie di Gianni Savio.Tutti i concorrenti con cui ho parlato hanno una profondita'
di pensiero ed un'equilibrio difficile da trovare in giovani della stessa
eta':uno di questi è Dario Cataldo,dodicesimo assoluto.
Non finiro' mai di ricordare l'impresa di Matteo Rabottini,il suo sguardo
teso verso l'alto per implorare i propri limiti a superarsi.E c'è riuscito!
Poi quei paesi in festa nonostante la crisi.Un sogno,no è il Giro!
Signor Direttore,la ringrazio,infine,per la promozione di alcune iniziative
mirate al concreto miglioramento della qualita' della vita e lo sviluppo dell'attivita' ciclistica in particolare fra i giovani(Biciscuola,Fondazione Veronesi,Unicef,Piste Ciclabili,Salvaiciclisti ecc).
Cordiali Saluti
Gianfranco Di Pretoro
Federazione Ciclistica Italiana-Lazio

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